Anche stavolta si rinnova il nostro appuntamento con la cronologia degli MMO che abbiamo perso nell’anno appena passato. Un resoconto se vogliamo triste, ma necessario per analizzare l’industria videoludica e mantenere una visione storica d’insieme sul medium, MMO in primis.
Il 2020 è stato un anno sciagurato sotto molti punti di vista, ma almeno nel mercato massivo è andata meno peggio del previsto. Negli anni precedenti infatti avevamo sicuramente visto perdite più pesanti, come WildStar, Bless Online, Worlds Adrift e Marvel Heroes: a tal proposito vi rimandiamo agli speciali che abbiamo pubblicato nel 2016, 2017, 2018 e 2019.
Detto questo, il 2020 ha comunque visto alcune perdite discretamente importanti, come nel caso di MapleStory 2, di Life is Feudal e del disastroso fallimento del progetto Chronicles of Elyria.
Ecco quindi nel dettaglio i principali MMO che sono stati chiusi o cancellati nel corso del 2020 in rigoroso ordine cronologico, con riferimento alla notizia nostra (se ne abbiamo trattato) o dei nostri colleghi oltreoceano di Massively Overpowered:
- PlanetSide Arena: il battle royale a squadre ambientato nell’universo fantascientifico di PlanetSide 2 ha avuto una vita breve e travagliata: annunciato nel 2018, il gioco è stato rinviato due volte, per poi approdare su Steam nel settembre 2019 e chiudere neanche tre mesi dopo, il 10 gennaio 2020. Insomma un vero fallimento, l’ennesimo perpetrato da Daybreak Games (ormai acquisita da EG7 Global).
- Guardians of Ember: questo MMO hack ‘n’ slash free-to-play ha vissuto tantissime vicissitudini tra InselGames, Runewaker e Gameforge, venendo pubblicato ben tre volte (nel dicembre 2016, nel settembre 2017 e infine nel marzo 2019): inutile dire che in nessuna delle tre occasioni il titolo ha fatto il botto. Alla fine i server sono stati chiusi una volta per tutte il 14 febbraio 2020.
- Rend: Rend era un interessante RPG survival multiplayer a fazioni, approdato in Early Access su Steam nell’agosto 2018 e poi pubblicato ufficialmente nel marzo 2019. Purtroppo la popolazione del gioco è calata velocemente sotto il livello di guardia, costringendo Frostkeep Studios a licenziare molti developer e a chiudere i server il 31 gennaio 2020.
- Duelyst: il card game tattico online di Bandai Namco e Counterplay Games (gli sviluppatori di Godfall) ha chiuso i battenti il 27 febbraio 2020.
- Project Nova: dopo la chiusura di DUST 514 nel 2016, Project Nova avrebbe dovuto esserne l’erede spirituale. Già nel 2018 la software house islandese di EVE Online aveva però dichiarato che lo sviluppo del titolo era stato resettato per ricominciare da zero. Dopo l’acquisizione di CCP Games da parte di Pearl Abyss, poi, nel febbraio 2020 la compagnia sudcoreana ha confermato la definitiva cancellazione di questo misterioso sparatutto multiplayer online.
- MapleStory 2: game over per l’MMORPG free-to-play di Nexon che avevamo recensito nel 2018: i server sono stati chiusi lo scorso 27 maggio, a meno di due anni dalla loro accensione.
- Chronicles of Elyria: eccoci all’elefante nella stanza: la morte di Chronicles of Elyria rappresenta probabilmente il più grande MMO-drama dell’anno passato. Questo MMORPG sandbox fantasy indipendente, finanziato su Kickstarter nel 2016, aveva fatto parlare di sè grazie alle roboanti promesse, che l’avevano reso uno dei giochi più ambiziosi di sempre. Purtroppo adesso sappiamo che quelle promesse non si realizzeranno mai: le prime avvisaglie si erano viste già nel 2018, quando Soulbound Studios era stata colpita da una serie di licenziamenti interni. I problemi sono poi continuati nel 2019 e soprattutto nel 2020, quando gli sviluppatori hanno iniziato il testing della pre-alpha, chiamata Trial of the Tested, mostrando un video di gameplay francamente imbarazzante per un progetto in sviluppo da quattro anni. Di lì a pochi giorni, il tracollo: dopo aver raccolto oltre 7,7 milioni di dollari dai giocatori, il 25 marzo il CEO Jeromy “Caspian” Walsh ha annunciato la chiusura di Soulbound Studios e la conseguente morte di Chronicles of Elyria, non essendo riuscito a trovare un publisher che credesse e investisse nel titolo. Dopo l’enorme putiferio che si è scatenato online il founder ha cercato di ritrattare, assicurando che il gioco è ancora in sviluppo e che arriveranno novità nei prossimi mesi, ma è meglio mettersi il cuore in pace: quelle di Walsh sono più che altro delle mosse volte a evitare un’azione legale, dato che diversi utenti hanno già intrapreso le vie giudiziali tramite il Washington Attorney General. È proprio il caso di dirlo: RIP Chronicles of Elyria.
- Aion: Legions of War: pubblicato nel gennaio 2019, NCsoft ne ha spento i server dal 19 giugno 2020. Non è una perdita tragica: si trattava di un RPG arena per mobile senz’anima, come ce ne sono già a migliaia. Speriamo in un futuro ben più luminoso per il brand di Aion.
- Dragon’s Prophet e Savage Hunt: Dragon’s Prophet era un MMORPG fantasy free-to-play sviluppato da Runewaker e fortemente basato, appunto, sui draghi. Savage Hunt è il nome del sequel, praticamente sconosciuto, che è stato pubblicato nel 2017. Ebbene, il publisher Gamigo ha chiuso i server di entrambi gli MMO il 29 maggio 2020.
- Weapons of Mythology – New Age: il publisher IDC Games ha chiuso i server di questo mediocre MMORPG free-to-play il 1° luglio 2020. Peccato non aver avuto neanche il tempo di fare uno Streaming Disagio.
- Pagan Online: l’action RPG hack ‘n’ slash con meccaniche MOBA sviluppato da Mad Head Games, di cui potete leggere la nostra recensione, è stato pubblicato su Steam e su Wargaming.net nell’agosto 2019. Il suo scarso successo ha tuttavia spinto gli sviluppatori a separarsi dal publisher bielorusso di World of Tanks e a chiudere i server multiplayer dal 4 agosto 2020. La campagna single player è ancora disponibile col nome di Pagan: Absent Gods: un destino ironico per un gioco che aveva “Online” nel nome.
- Champions of Titan: prima noto come Wild Buster, nel 2018 questo gioco venne bannato da Steam per aver cercato di manipolare le recensioni del titolo presenti sullo store di Valve. Il progetto venne dunque rilanciato come Champions of Titan sotto un nuovo publisher, il già citato IDC Games, ma anche così non è andata meglio: i server sono stati spenti il 31 agosto 2020.
- En Masse Entertainment: il publisher nordamericano di TERA e Closers ha chiuso i battenti lo scorso agosto, ma entrambi gli MMO sono ancora disponibili come free-to-play su Steam.
- Disintegration: lo sparatutto con elementi strategici sviluppato da V1 Interactive ed edito da Private Division, disponibile da giugno su PlayStation 4, Xbox One e PC tramite Steam, si è rivelato un fallimento commerciale. D’altronde già nella nostra recensione avevamo fatto notare come fosse quasi impossibile trovare una partita online con altri giocatori. Di conseguenza il negozio in-game e la modalità multiplayer sono stati rimossi dal 17 novembre. Rimane invece giocabile la campagna single player.
- Hex: finanziato con una campagna Kickstarter nel 2013 e pubblicato tre anni dopo, Hex: Shards of Fate era un gioco di carte collezionabili gratuito che univa meccaniche da TCG e da MMO (e per questo da alcuni definito “il primo MMOTCG”). Sebbene molto apprezzato dalla community, Cryptozoic Entertainment ha chiuso i server del titolo lo scorso 31 dicembre.
- Crucible: Amazon continua a fare disastri lato gaming. Uscito a maggio come free-to-play su Steam, l’hero shooter con tratti da MOBA sviluppato da Relentless Studios si è rivelato un prodotto scialbo e senza idee, come evidenziato dalla nostra recensione. Già poche settimane dopo il lancio il titolo era in crisi di giocatori, con gli sviluppatori che avevano rimosso due delle tre modalità di gioco. A causa del pessimo feedback ricevuto, Crucible era persino tornato in closed beta dopo essere uscito (un unicum nella storia dei videogiochi, che dimostra la confusione del progetto). Infine, il gioco ha chiuso definitivamente i battenti lo scorso 9 novembre, a meno di sei mesi dal lancio. Amazon Games ha annunciato che le risorse verranno dirottate su New World, un altro MMO che negli ultimi anni ha cambiato anima più volte: incrociamo le dita.
- Ever, Jane: kickstartato nel 2013, questo originale MMORPG era ambientato nell’Inghilterra di inizio XIX secolo e ruotava attorno alla vita di Jane Austen, scrittrice britannica vissuta in quegli anni e autrice di Orgoglio e pregiudizio. Si trattava di un mondo virtuale condiviso basato non sul combattimento, ma sulla diplomazia, sull’intrigo e sull’interazione con altri utenti. Purtroppo le difficoltà del 2020 hanno messo gli sviluppatori di 3 Turn Productions in una situazione economica difficile: non riuscendo a coprire i costi dei server e della licenza, la lead developer Judy Tyrer ha annunciato la chiusura dei server dal 20 dicembre 2020.
- Life is Feudal MMO: anche l’MMORPG sandbox hardcore di stampo medievale di Bitbox ha avuto una vita molto travagliata. La versione massiva di Life is Feudal è inizialmente uscita in open beta nel novembre 2017, dopodiché è arrivata in Early Access su Steam nel gennaio 2018, per poi diventare free-to-play nel luglio 2019. Tuttavia pochi giorni fa Bitbox ha annunciato che i server chiuderanno il prossimo 18 gennaio: gli sviluppatori hanno parlato di “circostanze fuori dal loro controllo”, accusando il publisher Xsolla di costringerli a chiudere. Polemiche a parte, risulta evidente che l’MMO ha raccolto scarso seguito, come dimostra anche Steam Charts: troppi pochi giocatori attivi per un mondo virtuale enorme. Resterà invece online Life is Feudal: Your Own, la versione a server dedicati e gestiti dalla community.
- The Darwin Project: uscito nell’aprile 2018 come free-to-play, The Darwin Project è un battle royale che ritrae un reality show distopico in stile Hunger Games. Al momento il gioco è ancora disponibile su Steam, ma Scavengers Studio ha annunciato che lo sviluppo è finito e il prodotto non verrà più supportato a causa dei pochi player online.
- StarCraft 2: anche qui nessuna chiusura, ma lo scorso ottobre Blizzard ha annunciato la fine dello sviluppo attivo dello storico RTS pubblicato nel 2010.
Non tutti questi giochi meritavano di chiudere o essere abbandonati. Come sempre, la nostra solidarietà va a chiunque abbia giocato e amato questi mondi virtuali. Sic transit gloria MMO.
Conoscete altri giochi che sono stati interrotti o cancellati nel corso del 2020? E qual è stata per voi la perdita più sentita? Fatecelo sapere nei commenti.
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
Avrei speso qualche parola di più su HEX.
Promosso nel modo in cui hai riepilogato, si presentava come un TCG con meccaniche che ricalcavano in larga misura quelle dell’arcinoto Magic The Gathering (con tanto di causa legale e successivo accordo tra le parti).
Il comparto PVE-MMO è stato presentato successivamente all’uscita e non direi che brillasse per l’abbondanza di contenuti. A quanto mi risulta, non sono mai esistite modalità di collaborazione tra giocatori e men che meno gilde.
L’esistenza di potenti carte “solo PVE” e di meccaniche esclusive del comparto, determinava inoltre che chi si dedicava a quest’area (realmente gratuita) del gioco si trovava ad acquisire molteplici elementi che poi non erano utilizzabili nell’area competitiva (dove era ovviamente costume un rilevante esborso per i pacchetti).
Io non ci ho mai giocato, ti ringrazio per questi dettagli aggiuntivi!