Finalmente torna Plinious Ex Machina, l’editoriale più profetico dell’interweb. L’argomento è lo stesso di cui ho parlato nello streaming di pochi giorni fa. Leak, rumor, indiscrezioni, voci di corridoio: chiamatele come volete, ma sempre quello rimangono. Nel mondo dei videogiochi girano un sacco di dicerie, alcune potenzialmente vere, altre palesemente false.
In questo senso io mi sento un po’ una Cassandra: proprio come la sacerdotessa greca che prevedeva il futuro ma non veniva ascoltata da nessuno, molte delle cose che ho predetto in passato si sono rivelate vere, ma nessuno se lo ricorda. Non ci credete? Andate a rileggere le predizioni che feci nel 2017 e vedrete che il 90% si realizzarono.
Per questo anche oggi voglio lanciarmi in un po’ di speculazioni selvagge e provare a indovinare ciò che vedremo (o non vedremo) a livello videoludico nel corso dei prossimi mesi. Come dicevano gli antichi “Verba volant, scripta manent”, quindi metterò tutte le mie profezie per iscritto. Notate bene: in questo articolo farò anche delle previsioni negative, ma ci tengo a precisare che non le faccio con piacere o godimento. Non auguro il fallimento a nessuno, semplicemente è come penso che andranno le cose.
La maggior parte delle cose che leggerete di seguito sono frutto dei miei viaggi mentali e del mio istinto. Così facendo, quando parlerete coi vostri amici e racconterete di questi mirabolanti annunci, invece di dire “me l’ha detto mio cuggino” almeno potrete dire: “Me l’ha detto Plinious”!
Ecco dunque le mie previsioni e predizioni per i videogiochi del 2020 e 2021, quello che i poteri forti non vogliono farvi sapere. Nostradamus mi fa un baffo… fate largo al vostro veggente preferito!
Nemo propheta in patria
Iniziamo con Guild Wars 2: l’Icebrood Saga di concluderà il prossimo anno e verrà seguita dalla terza espansione, che sarà ambientata a Cantha, proprio come Factions nel 2006. Probabilmente questa ci vedrà affrontare il Deep Sea Dragon, l’elder dragon su cui al momento sappiamo meno, che rimane ancora immerso negli abissi. Sicuramente centrerà qualcosa anche Bangar Ruinbringer, l’imperatore charr della Blood Legion, il quale nomina Cantha come possibile regione annessa al suo imperium. L’espansione uscirà nella seconda metà del 2021 e, pur senza sconvolgere nulla, porterà con sè tutte le novità a cui siamo abituati: un nuovo continente, nuove mount, nuove specializzazioni, abilità, armi e armature, eccetera.
Proseguiamo con Camelot Unchained, un progetto che a mio parere sta andando male male. Da qualche tempo gli sviluppatori sembrano aver perso completamente la bussola, e sicuramente non ha aiutato l’annuncio di un altro gioco, chiamato Colossus o Final Stand: Ragnarok. City State Entertainment è una software house molto piccola e dividere tempo, energie e risorse su un secondo titolo non richiesto da nessuno non è stata un’idea geniale. Dopo le vocali proteste della community Mark Jacobs ha chiesto scusa e ha promesso che il team tornerà a concentrarsi sullo sviluppo di Camelot, ma al momento sono solo parole. Quel che è certo è che lo sviluppo è ancora molto indietro, a più di sette anni dalla conclusione della campagna Kickstarter. Non penso che City State rischi il fallimento come successo con Soulbound Studios e Chronicles of Elyria, dal momento che lo studio può contare su finanziamenti abbastanza importanti da parte degli investitori. Tuttavia è evidente che il gioco non è neanche lontanamente pronto: Camelot Unchained non uscirà ufficialmente nè quest’anno nè il prossimo. E se anche alla fine dovesse uscire, sarà in una versione tagliata e ridotta rispetto alle grandi aspettative dei fan. Finché la situazione rimane questa, insomma, difficilmente Dark Age of Camelot vedrà un degno erede spirituale.
Portalarium fallirà e Shroud of the Avatar chiuderà. Qui devo proprio fare il profeta di sventura: mi viene difficile immaginare un lieto fine per il progetto di Richard Garriott e soci. Lanciato nel 2018, questo strano ibrido (RPG al 50%, MMO al 40%, ciofeca al 100%) non è stato ben accolto nè dalla critica nè da pubblico, nonostante la presenza di alcune idee sulla carta interessanti. Pochi mesi dopo il lancio Shroud of the Avatar è diventato free-to-play, ma questo non è bastato a ripopolarne i server: al momento il titolo fa registrare numeri bassissimi su Steam Charts, che sarebbero una condanna per qualsiasi MMO o simil tale. Il fatto che si sia sfilato anche Travian Games, che per oltre un anno è stato il publisher del gioco, non fa pensar bene. Pochi giorni fa Portalarium ha annunciato un bundle da 7000 dollari per finanziare l’Episodio 2: un segno che a mio parere fa ben capire le difficoltà finanziarie dello studio. Magari la software house texana riuscirà a pubblicare il secondo episodio prima di fallire, ma comunque il suo destino futuro sembra segnato. Quel che è certo è che ci si aspettava di più dall’ultima creatura di Richard Garriott e Starr Long.
Per quanto concerne Cryptic Studios, la software house continuerà a supportare in piccole dosi Neverwinter, che nei prossimi mesi vedrà l’uscita di nuovi moduli e nel 2021 una classe inedita: punto le mie fish su uno tra Bardo e Druido. Il vero focus dello studio ormai è però Magic: Legends, l’action RPG ambientato nell’universo di Magic: The Gathering. Questo uscirà a fine anno su PC, mentre le versioni console tarderanno al 2021. Non sarà sicuramente un capolavoro, ma l’IP famosa, lo stile immediato e la natura free-to-play gli attireranno sicuramente un po’ di giocatori.
Questione Rare: la software house britannica continuerà a supportare Sea of Thieves, ma gli aggiornamenti si faranno via via meno corposi. Il focus si sta spostando sempre di più su Everwild, la prossima misteriosa IP che uscirà su Xbox Series X e Windows 10. Descritta come “un’avventura online ambientata in un mondo magico e incontaminato”, ne sapremo di più quest’anno, ma per la release bisognerà attendere come minimo un anno.
Passiamo a Crowfall: l’MMO di ArtCraft Entertainment continuerà a tardare come ha sempre fatto in questi anni, ma alla fine entrerà in beta col mega-update War of the Gods. Per ravvivare l’utenza e attirare i giocatori a provare il titolo, Crowfall diventerà free-to-play prima ancora del lancio ufficiale.
Parliamo un attimo di Amazon Game Studios: da domani 20 maggio sarà disponibile Crucible, il nuovo action shooter fantascientifico multiplayer a squadre, che si rivelerà un titolo dimenticabile e privo di personalità. Nonostante la formula free-to-play se lo fileranno in pochi e, a meno di miracoli, dopo qualche mese sarà già finito nel dimenticatoio per tutti.
Discorso un po’ più complesso per New World: sebbene sia stato rinviato ad agosto il gioco uscirà comunque pieno di bug, problemi di ottimizzazione e feature abbozzate e lasciate a metà. La qualità del supporto dipende dal lavoro futuro del team di sviluppo, ma le mosse schizofreniche attuate in questi mesi, tra i radicali cambiamenti al PvP e il cambio totale di rotta, non lasciano ben presagire. Amazon deve svegliarsi, altrimenti New World rischia di fallire nel giro di un anno.
In questa ottica assume sempre più credibilità l’ipotesi che lo studio di Irvine abbia subito un’importante riduzione di budget e abbia dovuto ridimensionare le ambizioni del titolo per concentrarsi sul prossimo grande progetto: l’MMO de Il Signore degli Anelli, che in questo momento sta venendo segretamente sviluppato in collaborazione con Middle-Earth Enterprise e Athlon Games. Si tratta di una produzione tripla A prevista per PC e console, su cui il colosso di Jeff Bezos sta investendo centinaia di milioni di dollari, ma di cui non sentiremo parlare almeno per un altro anno, e che sicuramente non arriverà prima del 2022-2023.
Apriamo la parentesi Final Fantasy VII Remake: ad aprile è uscito il primo episodio, ma in totale ci saranno tre o quattro episodi, ognuno dei quali probabilmente sbarcherà a distanza di un paio d’anni dall’altro. Questo significa che ci vorranno anni per vedere il gioco nella sua forma completa, che rischia di non vedere la luce prima del 2024-2025. Siete avvertiti.
Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2 debutterà tra fine 2020 e inizio 2021, ma purtroppo si rivelerà una parziale delusione: d’altronde l’attesa nei confronti del sequel del primo mitico Bloodlines è enorme, ma non si tratta di una produzione tripla A. Il team di Hardsuit Labs faticherà a consegnare un prodotto che tenga fede alle sue notevoli ambizioni e al tempo stesso sia polished e privo di lacune tecniche.
Un altro gioco attesissimo è sicuramente Cyberpunk 2077: nonostante i tanti rinvii, a settembre l’opera magna di CD Projekt uscirà comunque con alcuni bug e problemi tecnici, come successe anche al lancio di The Witcher 3, ma si rivelerà comunque un gran bel gioco, visivamente incredibile sulle console next-gen (PlayStation 4 e Xbox One faticheranno tantissimo a farlo girare).
Ah, per caso siete tra quelli che sperano che Fortnite fallisca? Che muoia tra atroci tormenti? Mettetevi l’anima in pace: resterà sulla cresta dell’onda anche per i prossimi anni, continuando a espandersi come modalità e social network. A livello di marketing Epic Games si sta muovendo da vera fuoriclasse e l’incredibile successo della modalità Party Royale l’ha convinta a puntare ancora di più su questo aspetto, con altri eventi e concerti live in futuro. Proprio l’Unreal Engine 5 di Epic, presentato pochi giorni fa, sarà uno dei motori grafici più utilizzati della prossima generazione, come l’Unreal Engine 4 lo è stato in questa.
A tal proposito, PlayStation 5 e Xbox Series X usciranno entrambe a fine anno: Xbox sarà leggermente più potente, ma PS5 venderà di più. In futuro le console assomiglieranno sempre più a dei computer, con frequenti aggiornamenti al software e componenti modulari. Questo è già successo con le attuali console, che tra il 2016 e il 2017 hanno visto l’arrivo di due modelli mid-generation, PS4 Pro e Xbox One X. Ebbene, questa tendenza verrà ulteriormente accentuata con la next-gen: aspettiamoci quindi modelli di console dal prezzo diverso e rivolti a vari tipi di pubblico, dal casual gamer al giocatore più esigente che desidera fruire di tutti i giochi al massimo delle possibilità grafiche.
In particolare, PS5 vedrà presto l’annuncio di Horizon Zero Dawn 2 (ormai un segreto di Pulcinella dopo l’imminente uscita del primo capitolo anche su PC) e un remake di Demon’s Souls, di cui si sta occupando Bluepoint Games, lo stesso team dell’acclamato remake di Shadow of the Colossus.
Timeo Plinious et dona ferentes
Apriamo il capitolo Activision Blizzard. Anzitutto Shadowlands: la prossima espansione di World of Warcraft uscirà entro fine anno, probabilmente tra settembre e novembre, e porterà con sè accese discussioni a seguito del rifacimento del sistema di leveling. Blizzard sa che non può fallire anche stavolta viste le mancanze di Battle for Azeroth, una delle espansioni di WoW recepite peggio di sempre (insieme alle successive patch).
Per quanto riguarda WoW Classic, la compagnia americana è rimasta stupita dal suo successo e non ha alcuna intenzione di abbandonarlo, anzi: l’intenzione è quella di far proseguire l’avventura con la prima espansione, The Burning Crusade, che probabilmente verrà annunciata già alla BlizzCon di quest’anno. Se anche questa avrà seguito allora tra qualche anno vedremo pure Wrath of the Lich King. I server classici si trasformeranno dunque in dei veri e propri progression server, un po’ come già successo con EverQuest e Lord of the Rings Online, ma chi vorrà potrà restare a giocare su appositi server vanilla. Le espansioni non andranno comprate (sarebbe difficile convincere la gente a sborsare 40 euro per un’espansione vecchia di tredici anni): basterà continuare a pagare l’abbonamento mensile per avere accesso a WoW Retail e WoW Classic.
Lo sviluppo di Diablo 4 procede, ma a rilento: dopo tutte le shitstorm e le polemiche che hanno coinvolto Blizzard negli ultimi tempi (il caso Blitzchung, Diablo Immortal, Warcraft 3 Reforged), la software house di Irvine non vuole sbagliare. Per questo il quarto capitolo della saga del Primo Maligno non uscirà nel 2021, ma presumibilmente nel 2022. Per rendere meno dolorosa l’attesa dei fan Blizzard sgancerà la bomba Diablo 2 Resurrected (o Diablo 2 Remastered, o qualunque sarà il suo nome). Il rumor emerso a inizio mese è credibile, e d’altronde sappiamo che Blizzard sta sistematicamente riproponendo i suoi grandi classici, come aveva confermato già nel febbraio del 2018: dopo StarCraft Remastered e Warcraft 3 Reforged, ora tocca all’amato Diablo II, di cui (guarda caso) proprio quest’anno cade il ventesimo anniversario. Che coincidenza eh?
Restiamo sempre in casa Activision, ma spostiamoci su Call of Duty. Il celebre franchise di sparatutto sta vivendo un momento magico tra Modern Warfare, Warzone e la rimasterizzazione di Modern Warfare 2, ma tutti e tre i titoli sono ambientati nella guerra moderna: per questo a fine anno verrà pubblicato un nuovo Call of Duty, che sarà ambientato in Vietnam o giù di lì. Un ritorno all’atmosfera e ai temi di Black Ops, insomma.
Spostiamoci dall’altra parte del fiume, in casa Electronic Arts, che negli anni recenti ha fatto concorrenza a Call of Duty con la serie Battlefield. Sappiamo già che Battlefield 6 (o come si chiamerà) salterà quest’anno per tornare solo a fine 2021. Ma dove sarà ambientato? È un bel mistero, ma per questo c’è il vostro veggente preferito: ebbene, Battlefield 6 vedrà il grande ritorno alla guerra moderna (un po’ come BF3 o BF4, per intenderci). Non ci credete? Aspettate e vedrete.
Respawn Entertainment ha guadagnato molto credito da EA dopo il successo di Apex Legends e Star Wars Jedi Fallen Order: quest’ultimo in particolare ha stupito il publisher statunitense, che ormai considerava i giochi single player morti e sepolti. Respawn ha già iniziato lo sviluppo di Jedi Fallen Order 2, che però non vedremo quest’anno: aspettatevi un reveal ufficiale l’anno prossimo.
E Knights of the Old Republic? Quanto sarebbe bello un nuovo RPG ambientato nella Vecchia Repubblica, o anche un remake dei vecchi KOTOR? Sicuramente sarebbe fighissimo, ma per ora non sembra essere nei piani di EA. Purtroppo le indiscrezioni che giravano a inizio anno sono state smentite e al momento non risulta che un progetto del genere sia in lavorazione. La BioWare attuale non ha la forza per concentrarsi su troppi giochi contemporaneamente, con lo stesso Anthem che si trova in una sorta di limbo: gli sviluppatori hanno promesso una versione 2.0, un Anthem Next che rivoluzionerà il titolo in termini di gameplay, sistema di progressione e loot, ma hanno anche detto che ci sarà molto da attendere, dato che il team al lavoro sulle modifiche è piccolo. In questo momento gran parte della forza lavoro del team è impegnata su Dragon Age 4, e comunque anche quello non arriverà in tempi brevi. Insomma, tante parole e pochi fatti: il prossimo anno ne sapremo di più, ma per ora la fiducia nei confronti di BioWare è a un livello… cataclismico.
Passiamo ordunque a Bethesda, che sta affrontando un momento estremamente delicato. Sarebbe bello credere alla favoletta che Starfield e The Elder Scrolls VI useranno l’Unreal Engine, ma sinceramente ci convince poco: più realisticamente entrambi i titoli sfrutteranno una versione aggiornata del vetusto Creation Engine (sigh). Anche per questo lo sviluppo di Starfield sta incontrando seri problemi: c’è la possibilità che nei prossimi anni il titolo venga cancellato o fortemente ridimensionato nelle ambizioni. Se anche dovesse uscire, comunque, sicuramente non sarà prima del 2022. Per quanto riguarda invece TES6, questo sarà ambientato tra Hammerfell e High Rock, ma la sua uscita è ancora lontanissima. Mettiamoci il cuore in pace, perché non lo vedremo prima del 2024.
Chi invece sembra essere in formissima è Rockstar Games, che dopo tutti i premi vinti per Red Dead Redemption 2 è al lavoro sul prossimo grande titolo, GTA VI: sono emersi talmente tanti leak sul cosiddetto Project Americas che ormai è praticamente un segreto di Pulcinella. D’altra parte ricordiamo che GTA V è il prodotto d’intrattenimento più redditizio di sempre. Se voi foste Rockstar non fareste lo stesso? È altresì evidente che l’incredibile successo di GTA Online ha cambiato le carte in tavola: il prossimo capitolo punterà ancora di più sulla componente multiplayer. Questo non esclude per forza una campagna single player, che comunque ci sarà, ma la sua longevità sarà ridotta per concentrare gli sforzi sull’online. Si tratterà a tutti gli effetti un Game as a Service, quindi non mancheranno tanti aggiornamenti gratuiti e un supporto costante negli anni. Per ciò che concerne lo scenario, GTA VI sarà ambientato in più città: una di queste sarà Vice City. Il titolo potrebbe essere presentato tra quest’anno e il prossimo, con una release indicativa per il 2022.
Nel frattempo continua a tardare Star Citizen: di fronte alle eccessive ambizioni del team di Cloud Imperium Games lo sviluppo procede con grave ritardo, e viene da chiedersi se il gioco completo uscirà mai. È assolutamente possibile che resti per sempre in beta, come d’altronde aveva dichiarato lo stesso Roberts alcuni anni fa. In ogni caso non aspettatevi un lancio ufficiale nei prossimi anni, perché non succederà. Teoricamente dovrebbe invece essere imminente la release di Squadron 42, la campagna single player di Star Citizen: sulla carta è prevista per il terzo quarto di quest’anno, ma probabilmente Cloud Imperium sfrutterà il pretesto del coronavirus per rinviarla al 2021. E quando alla fine uscirà, sarà comunque piena di bug, crash e problemi tecnici… Poi non dite che non vi avevo avvertito.
Ultimo ma non per importanza, parliamo di Ubisoft: l’anno scorso, dopo i risultati deludenti di Ghost Recon Breakpoint la compagnia francese ha rinviato un sacco dei suoi titoli: il risultato è che nei prossimi mesi verremo letteralmente sommersi di giochi Ubisoft in arrivo a distanza di qualche mese l’uno dall’altro. Si inizierà con Assassin’s Creed Valhalla, in improrogabile uscita a fine anno, per poi proseguire con Watch Dogs: Legion, Rainbow Six Quarantine e Gods & Monsters. È inoltre scontato che sia già in lavorazione un nuovo Far Cry, considerate le ottime vendite del quinto capitolo.
Ma non è tutto: ad esempio, vi siete chiesti perché gli aggiornamenti di The Division 2 siano così lenti? Il motivo è presto detto: Ubisoft Massive sta lavorando al videogioco di Avatar, il film di James Cameron del 2009. Sarà un open world immenso, approderà sulle console di prossima generazione e sarà graficamente clamoroso. Quando uscirà? A fine 2021, in concomitanza con il lancio nei cinema di Avatar 2.
Infine, che ne dite di un’ultima bomba? Forse avete visto che nelle scorse settimane è emerso in rete un video di Prince of Persia Redemption. Si tratta di un vecchio prototipo sviluppato da un team interno tra il 2010 e il 2011, ma che non ottenne l’ok di Ubisoft e venne cancellato.
Ebbene, anche se quel progetto è stato cannato, la speranza non è morta. I rumor sono veri: Ubisoft sta lavorando in gran segreto a un nuovo Prince of Persia! È qualcosa legato all’amata trilogia delle Sabbie del Tempo, forse una remastered o persino un vero e proprio remake. In ogni caso il titolo è già in fase avanzata, e molto presto ne sapremo di più: aspettatevi un annuncio in pompa magna a breve.
E con quest’ultimo scoop posso dire che è tutto. Vi ho dato un sacco di bombe videoludiche: nei prossimi mesi ci riaggiorneremo per vedere se ho azzeccato le previsioni e se merito davvero il titolo di profeta.
Voi siete d’accordo con le mie profezie? E quali sono le vostre? Meditate e fatemi sapere!
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
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