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MMOscar Trash 2019: I peggiori dell’anno passato secondo MMO.it – Speciale

MMOscar Trash 2019: I peggiori dell’anno passato secondo MMO.it – Speciale

Come vi abbiamo promesso a marzo, gli MMOscar non sarebbero finiti con i migliori MMO del 2019. Anche se in colpevole ritardo, ecco finalmente tornare il format più odiato dai poteri forti, gli Oscar Trash 2019, i premi che nessuno studio vorrebbe vincere: gli MMO più brutti e deludenti dell’anno passato, quei titoli o eventi che che hanno deluso le nostre aspettative e ci hanno messo profondamente a disagio.

Nell’edizione di quest’anno rientrano i giochi usciti entro il 31 gennaio 2020. Stavolta abbiamo diviso gli Oscar Trash in un totale di undici categorie, da prendere con un po’ di ironia, quindi non vi arrabbiate troppo! Ecco dunque i vincitori delle ambite statuette, anzi… statuacce. Come al solito, vi aspettiamo nei commenti a fondo articolo o su Facebook per sentire la vostra.

Che il disagio sia con noi e… VINCANO I PEGGIORI!

 

1) Il peggior trend videoludico del 2019

Questa categoria è dedicata alla moda peggiore che l’anno scorso ha preso piede nel mondo dei videogiochi. E purtroppo non sono mancati gli esempi negativi.

E il vincitore è…

L’onnipresenza di battle royale

Secondo posto – L’invasione di giochi e MMO mobile

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In questi mesi di battle royale ne abbiamo visti veramente troppi: non solo Fortnite, il dominatore assoluto del genere, ma anche Apex Legends, Call of Duty: Warzone, PlanetSide Arena (poi finito malissimo), Spellbreak e presto pure Shadow Arena. In altri casi abbiamo visto l’inserimento forzato di una modalità battle royale in giochi di diverso genere, come nel caso di Battlefield 5, Ashes of Creation o Fallout 76. Alcuni sono anche carini, di tanto in tanto una partita ci sta… ma poi basta. Ridateci gli MMO veri e propri!

Al secondo posto l’invasione di giochi mobile. Tra The Elder Scrolls: Blades, Call of Duty Mobile, Black Desert Mobile, Aion: Legions of War (che presto chiuderà, quindi RIP), EVE Echoes, MU Origin 2, Bless Mobile e il vituperato Diablo Immortal… grazie, ma no grazie.

Da citare anche il marketing della nostalgia, tra server classici e remastered: un trend preoccupante e non solo nei videogiochi, perché non guarda al futuro ma si chiude al passato. Con la next-gen ormai alle porte, forse sviluppatori e publisher dovrebbero tornare a pensare un po’ più in grande.

 

2) L’evento MMO più triste del 2019

Talvolta nel mondo degli MMO capitano cose tristi: un gioco viene chiuso o cancellato, un altro viene rovinato da politiche scellerate, o magari gli sviluppatori non mantengono una promessa fatta alla community raccontando delle palesi bugie. Ecco, questo categoria riguarda l’evento legato al mondo MMO che più ci ha intristito nel corso del 2019.

E il vincitore è…

Il caso Blizzard/Blitzchung

Secondo posto – Fallout 76 e il canone mensile Fallout 1st

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Plebiscito per Blizzard. Il famigerato Blizzardgate ha fatto scuola su come non bisogna comunicare online. Long story short: lo scorso ottobre Blizzard ha bannato un pro player di Hearthstone, Blitzchung, per essersi espresso a favore delle proteste di Hong Kong. Da lì si è poi generata una shitstorm enorme, che ha spinto migliaia di utenti a boicottare i prodotti Blizzard, ha portato Nintendo e Mitsubishi a dissociarsi dalle azioni della compagnia di Irvine ed è arrivata persino a coinvolgere il mondo della politica statunitense. Si tratta quindi di una questione spinosa, al cui proposito vi consigliamo di guardare il nostro accurato video recap. È scontato dire che Blizzard avrebbe potuto e dovuto gestire meglio la situazione, con una comunicazione meno ipocrita e più trasparente. Ma è evidente che dietro ci sono interessi economici enormi che fanno capo a Tencent, colosso cinese che detiene parte delle quote della software house. Voler tutelare i propri interessi economici è legittimo, impedire la libertà di parola molto meno, soprattutto quando due dei motti dell’azienda sono “Think Globally” e “Every Voice Matters”.

Subito dietro si piazza Fallout 1st, il canone mensile per Fallout 76, su cui torneremo tra poco. Il goffo inserimento da parte di Bethesda del canone mensile in un gioco già mediocre di suo è tragicomico.

Molto tristi anche i licenziamenti in casa ArenaNet che si sono verificati nel febbraio 2019: licenziare più di 100 dipendenti in un colpo, per una compagnia già non enorme, è una brutta botta.

 

 

3) L’MMO peggiorato di più (o non migliorato) nel 2019

Questo Oscar Trash è dedicato all’MMO che ha visto più eventi negativi nel corso del 2019. Non per forza uscito quest’anno.

E il vincitore è…

Anthem

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Qui vince, anzi stravince Anthem. È persino inutile spiegare perché: ci si aspettava ben altro in termini di supporto e aggiornamenti. La roadmap inizialmente annunciata, che avrebbe dovuto realizzarsi attraverso diversi Atti a cadenza regolare, è stata annullata e sostituita da sparuti aggiornamenti stagionali che hanno timidamente aggiunto qualche nuova missione e cosmetico, intervallati da mesi di nulla cosmico. Purtroppo l’evento Cataclisma si rivelato una cocente delusione, mentre la notizia che a febbraio nel gioco ci fossero ancora gli addobbi natalizi, oltre ad essere molto triste, denota lo stato di semi-abbandono in cui si trova la produzione Electronic Arts. È dallo scorso E3 che si rincorre la promessa che Anthem non verrà abbandonato e che, anzi, verrà rivoluzionato con una versione 2.0, ma finora non si è visto nulla di concreto. Servono meno parole e più fatti, cara BioWare.

 

4) L’MMO col peggior modello commerciale del 2019

Questa medaglia dell’infamia è dedicata all’MMO che presenta il peggior modello di business, inconveniente, insostenibile, magari anche pay-to-win.

E il vincitore è…

Fallout 76

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Vince tutta la vita Fallout 76. Se c’era una cosa di cui il titolo Bethesda non aveva bisogno, era l’aggiunta di un canone al prezzo di 15 euro al mese. Ok, è opzionale e tutto quel che volete, ma in un gioco così non dovrebbe neanche esserci. In The Elder Scrolls Online l’ESO Plus è giustificato dal fatto che dà accesso anche a tutti i DLC usciti, che in Fallout 76 semplicemente non ci sono. Non solo il Fallout 1st si è poi rivelato pieno di bug, ma l’innecessaria distinzione tra “giocatori di classe A” e “giocatori di classe B” ha dato vita ad accese tensioni e polemiche, che da una parte possono anche risultare divertenti, ma dall’altra mostrano una community spaccata e sull’orlo della guerra civile. Inoltre non dimentichiamo che nel 2018 Bethesda aveva promesso che lo store in-game, l’Atomic Shop, non avrebbe mai avuto microtransazioni influenti sul gameplay, ma solo cosmetiche, salvo poi rimangiarsi la parola con l’introduzione di Repair Kit e frigoriferi tutt’altro che estetici.

L’uscita dell’espansione gratuita Wastelanders a distanza di un anno e mezzo dalla release originale ha senza dubbio migliorato un po’ le cose, ma Fallout 76 rimane un prodotto profondamente problematico che, diciamo la verità, sarebbe dovuto passare al free-to-play già da un pezzo.

 

5) Il peggior studio del 2019

Questa statuaccia è per la software house che si è rivelata la peggiore nel supportare o sviluppare uno o più giochi nel 2019. E il vincitore è…

Blizzard

Secondo posto – Bethesda e BioWare

Activision Blizzard oscar mmo.it MMO

Del caso Blitzchung abbiamo già parlato a sufficienza, ma Blizzard si aggiudica questo premio anche per come ha gestito male le situazioni Warcraft 3 Reforged, WoW Classic e Battle for Azeroth: a tal proposito le ultime patch sono state molto criticate dalla community per un’eccessiva tendenza all’RNG, per i tanti bug e per delle feature fatte di fretta, soprattutto la patch 8.3: Visioni di N’zoth. D’altra parte è indubbio che la compagnia di Irvine abbia risentito dei licenziamenti di massa avvenuti nel febbraio 2019, che hanno mandato a casa quasi 800 dipendenti. Un numero spaventoso, nonché una decisione inspiegabile se consideriamo che il 2019 è stato un grande anno in termini finanziari per Activision Blizzard. Ma così è: lo show deve continuare e il capitalismo sfrenato muove i suoi ingranaggi senza pietà. D’altra parte si sa, ormai Blizzard non è più quella di una volta e la ricerca ossessiva della qualità a tutti i costi non è la principale priorità.

The Elder Scrolls Blades microtransazioni

Al secondo posto Bethesda, che ha esaurito le idee da un pezzo e continua a riciclare i suoi cavalli di battaglia: quando non sa cosa fare con un gioco, ci mette un po’ di draghi e passa la paura. Fallout 76 è stato un fallimento solo parzialmente risollevato da Wastelanders, The Elder Scrolls: Blades è una strana roba mobile con un sistema di monetizzazione aggressivo che ricorda Clash Royale, mentre TES VI e Starfield sono nel limbo da anni, e di quest’ultimo si ipotizza persino una possibile cancellazione a causa degli enormi problemi causati dal motore grafico. D’altronde il Creation Engine di Skyrim e Fallout 4 non è altro che una versione aggiornata del Gamebryo Engine, in voga fin dai tempi di The Elder Scrolls III: Morrowind (uscito nel lontano 2002). Una vera palla al piede, insomma, e voler continuare a usare quel motore, con tutti i suoi bug e le sue limitazioni, è puro masochismo. Bethesda sembra star affrontando una profonda crisi di rinnovamento, e la strada per i prossimi giochi tripla A appare tutta in salita.

Ma una menzione negativa se la merita anche BioWare, che una volta non sbagliava un colpo tra Baldur’s Gate, Neverwinter Nights, KOTOR, Jade Empire, Mass Effect, Dragon Age: Origins e la prima trilogia di Mass Effect. Con Andromeda e Anthem, invece, siamo già a due progetti cannati nel giro di due anni. Molti veterani hanno lasciato la software house canadese, tra cui James Ohlen e Chad Robertson, che hanno fondato Archetype Entertainment. BioWare è morta? Non lo sappiamo, ma sicuramente non è in buona salute.

 

6) L’espansione MMO più deludente del 2019

Questa categoria è dedicata all’espansione, aggiornamento o DLC che più ci ha deluso nel corso del 2019. Sia espansioni gratuite che a pagamento.

E il vincitore è…

Destiny 2: Ombre dal Profondo

Secondo posto – Guild Wars 2: The Icebrood Saga

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Ombre dal Profondo (Shadowkeep) non è assolutamente una brutta espansione, ma ci aspettavamo qualcosa in più da uno studio che deve dimostrare al pubblico di aver preso in mano le redini del proprio destino dopo la separazione da Activision. E invece Ombre dal Profondo sembra un prodotto col freno a mano tirato, che si avvicina più a un DLC dell’Anno 1 che a una vera espansione come I Rinnegati. La speranza era che ci fosse ben altro in pentola: in questi mesi abbiamo visto qualche aggiornamento e un paio di eventi stagionali, ma a distanza di sette mesi ancora non è stata svelata la prossima espansione. Non sappiamo quale sarà il futuro di Destiny 2, ma una cosa è certa: Bungie non ha più scuse, ora che è padrona di se stessa e non c’è più il publisher avido e cattivo a fare da capro espiatorio.

Al secondo posto The Icebrood Saga di Guild Wars 2. Non che sia brutta, intendiamoci, ma con questa nuova Season ArenaNet aveva promesso “novità paragonabili a quelle di un’espansione”. Finora non si è visto nulla di tutto ciò, e non si è ancora ben capito dove voglia andare a parare questa Icebrood Saga: speriamo quindi in un finale in crescendo per i prossimi mesi, che ci porti fino all’annunciata terza espansione ambientata a Cantha.

 

7) L’MMO più deludente del 2019

Questa statuaccia è dedicata all’MMO che ha più deluso lo scorso anno. Può essere un gioco che prometteva il mondo e poi si è rivelato una mezza ciofeca, o semplicemente un gioco brutto oltre ogni aspettativa.

E il vincitore è…

Anthem

Secondo posto – Kingdom Under Fire 2

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Primo posto indiscusso per Anthem, dal quale ci aspettavamo Ben Affleck (cit.). L’inchiesta di Jason Schreier ha fatto luce sul “development hell” in cui si è trovato il progetto, tra la mancanza di una visione chiara, uno sviluppo affrettato con un eccessivo ricorso al crunch, developer demotivati e decisioni poco sagge imposte dall’alto sull’uso del Frostbite Engine. Il preoccupante quadro che ne emerge è quello di un’azienda in crisi, senza una leadership forte e con un clima di lavoro tutt’altro che sereno. Sarebbe bello che il titolo potesse davvero redimersi con un “Anthem 2.0” o “Anthem Next”, che possa vedere una parabola di rinascita simile a quella compiuta da No Man’s Sky o Sea of Thieves, ma purtroppo i tanti contenuti rinviati e le numerose defezioni in casa BioWare non fanno ben sperare, mentre il team restante sembra ormai concentrato sullo sviluppo di Dragon Age 4. E intanto i giocatori ancora attivi sui server sono sempre meno, a meno di improbabili miracoli.

Dietro ad Anthem si piazza Kingdom Under Fire 2: un mischione di generi mediocre e poco ispirato, uscito in Sud Corea nel 2013 e ormai fuori tempo massimo per il mercato odierno. Per saperne di più vi consigliamo di leggere la nostra dettagliata recensione.

 

8) Il gioco più sopravvalutato del 2019

Come da titolo, il gioco più sopravvalutato uscito nel corso del 2019. E il vincitore è…

Death Stranding

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Qui Death Stranding vince a mani basse proprio. Uscito su PlayStation 4 lo scorso novembre, il controverso titolo di Kojima Productions è stato pompato ancor prima del lancio da una parte della critica e dai molti fanboy Sony come se fosse il game of the year, un capolavoro generazionale, quando in realtà a livello ludico è un gioco mediocre ed estremamente pretenzioso. Intendiamoci, Death Stranding è indubbiamente un prodotto interessante, con attori importanti, un’ottima regia e un’art direction molto ispirata, ma fallisce nella parte più importante di qualsiasi videogioco: il gameplay.

Se Kojima vuole trasformare i suoi giochi in film, forse è meglio che vada a fare cinema.

 

9) Il gioco più deludente del 2019

La più grande delusione in generale tra i videogiochi usciti l’anno scorso, compresi quelli offline. E il vincitore è…

Warcraft 3: Reforged

Secondo posto – Ghost Recon Breakpoint

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“Uscirà quando sarà pronto”. Basta recitare questa frase, prima mantra assoluto di Blizzard, per far capire quanto sia cambiato il modus operandi all’interno della software house. Warcraft 3 Reforged si è rivelato un disastro clamoroso, al punto da essere stato rinominato da molti Warcraft 3 Refunded: dopo l’uscita a fine gennaio, c’è stato un periodo in cui praticamente non passava giorno senza che uscissero nuove polemiche riguardanti questo remake. Per dovere di cronaca citiamo il palese downgrade rispetto alla BlizzCon 2018, diverse feature mancanti rispetto all’originale, nonché una lunghissima serie di problemi tecnici, tra cui spicca la pessima interfaccia utente. Da segnalare anche la volontà di Blizzard di tenere per sè tutti i diritti sulle eventuali mod create dai giocatori, così da evitare un altro caso Dota 2. A peggiorare ulteriormente la situazione è giunta la questione dei rimborsi, inizialmente negati e poi concessi, e le scuse tardive di Blizzard nei confronti del pubblico. Ciliegina sulla torta, successivamente si è scoperto che il lavoro di ammodernamento grafico sul gioco (principalmente texture e animazioni) era stato realizzato in outsourcing da una compagnia di Taiwan. Notevole.

Ad oggi la situazione del gioco è migliorata a forza di patch, l’ultima delle quali uscita una settimana fa, ma rimane ancora molto lavoro da fare, e tante delle promesse fatte in quella famigerata BlizzCon probabilmente non diventeranno mai realtà. Sentendosi tradita, la community ha reagito talmente male che a febbraio Warcraft 3: Reforged è diventato il gioco con i voti degli utenti più bassi di sempre su Metacritic. Complimenti.

Alle sue spalle Ghost Recon Breakpoint: Ubisoft ha umiliato il franchise ideato da Tom Clancy pubblicando un titolo pieno zeppo di bug e glitch, di microtransazioni pay-to-win e di noiose meccaniche di grinding del tutto avulse alla saga. Are you serious?

 

10) L’MMO in sviluppo che farà flop

Questo Oscar Trash è dedicato al gioco online che secondo noi nei prossimi anni flopperà (non vale Chronicles of Elyria, quello ha già floppato)!

E il vincitore è…

New World

Secondo posto – Camelot Unchained

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Senza dubbio New World. Amazon Game Studios stava creando un MMORPG sandbox coraggioso, con un connubio tra PvE e PvP molto interessante, ma a pochi mesi dal lancio ha avuto paura che non fosse abbastanza “mainstream” e ha deciso di trasformarlo nell’ennesimo theme park uguale ad altri mille (e probabilmente fatto peggio): gli sviluppatori hanno dunque rimosso il PvP open world e ora si rifiutano di mettere dei server PvP. Se non si svegliano seriamente, il gioco rischia di fallire in sei mesi.

Subito dietro si piazza Camelot Unchained, un progetto che sembra aver perso completamente la bussola. A oltre sette anni dalla conclusione della campagna Kickstarter, il titolo di City State Entertainment è ancora indietrissimo, e a questo punto diventa difficile giustificarli: va bene che gli MMORPG sono lunghi da sviluppare, ma non COSI’ lunghi. Di sicuro disperdere tempo, risorse ed energie su un secondo gioco non richiesto, quel fantomatico Colossus/Final Stand: Ragnarok, non è stata una grande idea. Vedremo mai un successore spirituale del mitico Dark Age of Camelot? Diciamo che se queste sono le premesse siamo messi male.

 

11) Il miglior (peggior) rinvio del 2020

Concludiamo con un premio scherzoso dedicato al miglior (o peggior?) rinvio videoludico. Negli ultimi mesi è stato rinviato di tutto, quindi abbiamo veramente l’imbarazzo della scelta.

E il vincitore è…

Cyberpunk 2077

Secondo posto – Tutti i giochi Ubisoft (Watch Dogs: Legion, Gods and Monsters, Rainbow Six Quarantine e Skull & Bones)

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Qui in redazione tutti (tranne Asczor, che se ne frega) vogliamo giocare a Cyberpunk 2077, perciò l’ennesimo rinvio ci ha lasciato un po’ perplessi. Prima è stato rimandato dal 2019 al 2020, poi sarebbe dovuto uscire il 16 aprile (pensate, a quest’ora ci staremmo già giocando). Infine è stato posticipato al prossimo 17 settembre (sempre sperando che sia l’ultimo). L’atteso action RPG open world di CD Projekt ci sta dunque facendo soffrire, e ci fa soffrire anche la notizia che la componente multiplayer online è ancora in fase di pre-produzione, e che non vedrà la luce prima del 2022. What a shame.

Al secondo posto si collocano tutti i futuri titoli Ubisoft. Parliamoci chiaro: prima hanno abbandonato il primo The Division per un secondo capitolo di cui non si sentiva particolarmente il bisogno, poi hanno stuprato il franchise di Ghost Recon col già citato Breakpoint. Il pubblico non ha reagito particolarmente bene ed entrambi i prodotti hanno fatto registrare vendite sotto alle aspettative, cosa che Ubisoft non si aspettava assolutamente (surprised pikachu). A quel punto i vertici della compagnia francese sono andati nel panico e hanno rinviato praticamente TUTTO, da Watch Dogs: Legion a Rainbow Six Quarantine, da Gods and Monsters a Skull & Bones (quest’ultimo addirittura è stato rinviato tre volte, ed è dal 2018 che vediamo più alcun trailer o video gameplay). Chissà se un giorno capiranno che il vero problema non sono le date, ma il continuo riciclo di asset: se Ubisoft è diventata famosa tra i gamer per i giochi fotocopia, d’altronde, un motivo ci sarà.

 

In conclusione

Dominatori incontrastati di questa edizione sono stati senza dubbio Blizzard, EA e BioWare. Anthem e Warcraft 3: Reforged si sono rivelati degli epic fail, ma anche Bethesda ha poco da ridere, visto il fallimento di Fallout 76. Per il futuro nubi scure si addensano attorno ad Amazon Game Studios, che a sorpresa questo mese lancerà Crucible (che a noi dice molto poco) e poi tenterà di salvare capra e cavoli con New World. Good luck.

Tirando le somme, gli MMOscar Trash 2019 hanno visto:

  • due statuacce per Blizzard e un’altra per Warcraft 3: Reforged
  • due statuacce per Anthem
  • una statuaccia per Fallout 76
  • una statuaccia per Death Stranding
  • una statuaccia per Destiny 2: Ombre dal Profondo
  • una statuaccia per New World
  • una statuaccia per Cyberpunk 2077
  • una statuaccia per i troppi battle royale

 

Si concludono qua anche i nostri Oscar dell’infamia. Complimenti vivissimi ai vincitori! Come da tradizione, di seguito mettiamo un fulgido esempio del nostro apprezzamento.

E per voi quali sono stati i peggiori dei mesi passati? Fateci sapere la vostra!

 

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