Nel corso del 2019 sono successe tante cose a Guild Wars 2: da un buio febbraio segnato dai licenziamenti di massa alla presentazione di The Icebrood Saga, fino a numerose defezioni nel team di ArenaNet, tra cui quella del suo fondatore Mike O’Brien. Dopo tante notizie, addii e ritorni all’interno della compagnia di Bellevue, prima del lancio del nuovo contenuto PvE Visions of the Past – Steel and Fire, è arrivata la notizia che molti aspettavano da tempo, così richiesta che oramai si era persa la speranza. Alla fine però è arrivato l’annuncio tanto atteso.
Il 12 marzo abbiamo appreso da ArenaNet il suo impegno nello sviluppo di una terza espansione corredata dall’immagine di un famoso tempio di Cantha, lo Shing Jea Monastery. Da sempre il lontano continente in stile orientale ha affascinato i giocatori veterani che l’hanno esplorato e vissuto in Guild Wars Factions, uno dei capitoli più amati e sottovalutati del franchise.
Cosa ci porterà verso il continente più a sud di Tyria? Ancora non lo sappiamo. La storia di Cantha non sembra aver subito grandi modifiche durante il ciclo di eventi di Guild Wars 2 e, se ne ha avute, la distanza e la pericolosità dei viaggi tra i continenti non le ha fatte arrivare fino a noi.
I collegamenti con l’isola si sono interrotti perché in fondo all’oceano una grande minaccia turba la tranquillità delle sue acque e di chi le naviga. Il Drago Antico del Mare, ancora senza nome ma che tutti chiamano affettuosamente Bubbles, domina gli abissi spaventando chiunque si avventuri tra i flutti. Il continente di Cantha, dopo anni di assenza dai dialoghi del gioco, viene citato durante la nuova missione nelle Darkrime Delves dall’imperatore Bangar, che ne parla come possibile regione annessa al suo imperium.
Potrebbe essere una casualità, oppure The Icebrood Saga potrebbe portare ad una guerra globale a cui anche Cantha potrebbe partecipare. Oppure, più coerentemente col filone narrativo del Deep Sea Dragon, l’impero Canthiano, avendo appreso le gesta del commander e la sua nomea di uccisore di draghi, potrebbe richiedere il suo aiuto per liberare il continente dalla morsa del gigantesco nemico che giace negli abissi.
Mentre aspettiamo nuove informazioni e nuovi dettagli da ArenaNet, alcune analisi e alcune speculazioni però le possiamo fare: cosa potremmo, e vorremmo, trovare nella terza espansione di Guild Wars 2?
Ci vuole movimento
Una cosa che ha sempre contraddistinto le espansioni del titolo è l’introduzione di nuove modalità di movimento. In Heart of Thorns è stato introdotto il gliding, che permetteva di planare o prendere quota volando sugli updraft. In Path of Fire invece hanno fatto la loro comparsa le mount, ognuna con abilità specifiche a seconda della situazione e della tipologia di terreno. Con l’arrivo di Cantha viene automatico pensare ad una mobilità di tipo acquatico.
Sarebbe interessante avere delle navi con cui poter esplorare le coste del continente e magari trasportare i compagni del party: queste potrebbero ricevere upgrade nella velocità, nell’equipaggiamento e nei servizi. Da qui si potrebbe partire per lo sviluppo di zone di mare esplorabile in cui poter completare collection cercando tesori, o una modalità PvP che trasporti i player in battaglie navali tra gilde.
Queste modalità sarebbero però di difficile realizzazione, visto che Guild Wars 2 paga lo scotto di un motore grafico datato che potrebbe limitare feature così coraggiose. Inoltre un’introduzione del genere andrebbe estesa anche nelle vecchie mappe, come successo con le mount (utilizzabili anche a Central Tyria). Insomma, rendere il mare completamente navigabile non sarebbe affatto facile.
Tornando a idee di più facile realizzazione possiamo pensare ad una mount sottomarina, che potrebbe ricalcare le tartarughe delle tribù Luxon. In Guild Wars Factions queste erano rappresentate da animali giganteschi con grandi edifici costruiti sui loro gusci: una versione più piccola potrebbe costituire una cavalcatura molto utile per l’esplorazione degli abissi.
Si potrebbe pensare anche all’inserimento di un sottomarino in stile charr (il cui modello è già presente), anche nelle mappe del gioco base. Questo di conseguenza comporterebbe un vero revamp del combattimento acquatico che, nonostante sia stato ritoccato, soffre ancora di una certa macchinosità e di uno scarso appeal su molti giocatori.
Citando il combattimento subacqueo non possiamo che pensare a quel datamine uscito durante i primi episodi dell’Icebrood Saga, che aveva rivelato la presenza di nuove specializzazioni associate ad alcune armi acquatiche. Questo fa virare il discorso verso uno dei punti più corposi e controversi di ogni espansione, le Elite Specialization appunto.
Elite Specialization, nuove classi e razze
Le Elite Specialization sono da sempre aspettate e temute, da un lato perché danno “freschezza” alla classe base e al meta utilizzato, dall’altro perché potrebbero introdurre un approccio diverso dalle aspettative dei giocatori, sovrapporsi troppo a ruoli già esistenti e causare problemi di bilanciamento.
Considerando il leak citato prima, l’uso sulla terraferma delle armi utilizzate solo per gli scontri subacquei sarebbe una bella idea. Si potrebbe finalmente vedere in azione la lancia, il tridente e l’arpione: questo darebbe slancio all’economia e al crafting di queste armi, e conseguentemente dei respiratori, che potrebbero vedere nuove versioni leggendarie, dopo che per troppo tempo sono stati considerati un equipaggiamento superfluo e non fondamentale.
Similmente a quanto detto sopra, anche una nuova classe giocabile in stile orientale sarebbe una feature molto apprezzata. Vedere nuovamente il Ritualista o il Monaco sarebbe una piacevole sorpresa per molti. Queste però si collocano temporalmente dopo due espansioni e, nel momento della progettazione, i dev dovrebbero pensare ad almeno due Elite Specialization da corredare alla nuova professione rendendole disponibili già al lancio.
Questo comporterebbe non solo un grande impiego di tempo ma anche un enorme lavoro di animazioni delle skill e delle meccaniche, senza contare il lavoro di bilanciamento che dovrà affrontare il team preposto per non renderle troppo forti rispetto alle altre in gioco. Inoltre una nuova professione andrebbe a togliere equilibrio alle tipologie di armature delle classi già presenti (attualmente tre leggere, tre medie e tre pesanti). Per questo difficilmente Ritualista e Monk arriveranno come classi a sé stanti, e più probabilmente diventeranno invece Elite Specialization di classi già esistenti.
Rimane ancora un enigma nel comparto PvE: sarà possibile vedere nuove razze giocanti? Quelle più richieste nel tempo sono stati i Tengu, i Largos e i Kodan. A molti piacerebbe, non sembra ci siano problemi di modelli ma le difficoltà si annidano altrove.
I Tengu sono quelli più legati alla storia di Cantha e quelli che si sono visti meno durante tutti gli anni di Guild Wars 2, cosa che ha creato un interesse maggiore verso questa razza. I modelli sono già presenti in gioco e andrebbero ottimizzati per indossare le varie tipologie di armature. Il problema rimane la quest personale che il giocatore vive nelle prime decine di livelli dalla sua creazione.
Queste missioni sono composte da numerosi dialoghi doppiati e da cutscene del gioco base che andrebbero rifatte introducendo la nuova razza. Tutto questo si potrebbe risolvere con una nuova storia personale vissuta all’interno di Cantha ma, com’è intuibile, le regioni al suo interno sarebbero tutte di livello 80. Il leveling, quindi, si dovrebbe spostare comunque nelle regioni del gioco base, dove sono presenti le zone per una progressione a tappe. Non è un’impresa impossibile, ma è certo che rappresenta uno scoglio non da poco e che ci fa pensare che, per quanto attesa e richiesta, una nuova razza difficilmente arriverà. Speriamo comunque di sbagliarci.
In generale, nuove classi e razze non sono feature impossibili da realizzare ma decisamente complicate: la loro implementazione porterebbe via tanto tempo e risorse, e le tempistiche non sono mai state il punto forte di ArenaNet. A tal proposito, non sappiamo quanto durerà ancora l’Icebrood Saga ma possiamo immaginare un “canthiere” di una durata approssimativa di almeno un anno e mezzo.
L’enorme potenziale delle Strike Mission
Un contenuto interessante potrebbe arrivare da alcune modifiche alle Strike Mission. Questa nuova modalità, introdotta con l’Icebrood Saga, ha come fine quello di preparare i giocatori ai raid di Guild Wars 2. Il nuovo contenuto Visions of the Past – Steel and Fire, e in particolar la missione “Forging Steel”, ha implementato una mappa istanziata molto grande, completamente esplorabile e con la presenza di tanti alleati con diverse abilità attivabili, utili per affrontare le ondate di nemici e completare gli obiettivi nei vari punti della zona.
La cosa ha solleticato le fantasie di molti veterani del primo Guild Wars, che hanno rivisto in parte le meccaniche delle missioni cooperative. Se nelle prime Strike Mission si poteva partecipare solo con altri giocatori, in Forging Steel abbiamo invece ricevuto l’aiuto dei charr della nostra warband.
Se ArenaNet riuscisse a fare il passo successivo e aggiungere la scelta di portare degli alleati gestiti dall’IA, diversificati per ruolo, classe e skill, andrebbe a colmare una delle lacune che da sempre ha fatto storcere il naso agli amanti del predecessore che non si sono più ritrovati nella Tyria di Guild Wars 2.
Questa modalità, se fattibile e realizzata nella maniera giusta, potrebbe diventare il fiore all’occhiello di Cantha. Anche se non dovessero arrivare missioni cooperative con gli eroi, pensiamo sarebbe buona cosa avere almeno una Strike Mission per ogni regione di Cantha. Nonostante non sia stata accolta con grande calore alla sua uscita, questa modalità ha recuperato molto consenso nel tempo: vederne altre con livelli di difficoltà crescenti o con l’introduzione di una versione challenge farebbe contenti tanti giocatori.
Endgame & Co.
Altra feature che ha visto numerose richieste negli anni è un sistema di housing degno di questo nome. Non una home istance con qualche sistema di farming di materiali, né un rifugio delle Lance del Sole da ricostruire, ma finalmente un luogo altamente personalizzabile, da arredare, in cui spendere tempo nel crafting delle decorazioni, in cui vivere momenti GDR personali o di gilda. Come dicevamo sopra si potrebbe utilizzare un modello più piccolo delle costruzioni ancorate ai gusci della tartarughe Luxon ma, per quanto coerente con la lore dell’espansione, rimane nella lista delle feature poco probabili per l’uscita.
Ultimi ma non per importanza, è doveroso parlare di fractal e raid. Questi due contenuti PvE rimangono, ancora oggi, sul fondo del cassetto delle priorità di ArenaNet. Sarebbe interessante vedere almeno un paio di fractal, in tema orientale o marino, che possano offrire anche una modalità challenge per dare un pizzico di sfida in più ai giocatori hardcore.
Parlando di questa tipologia di player non si può non parlare dei raid, croce e delizia degli sviluppatori. Un raid rilasciato con l’uscita dell’espansione (magari subacqueo, perché no) sarebbe davvero un bel colpo per ArenaNet, che mostrerebbe di nuovo l’intenzione di curare questo tipo di contenuto nonostante assorba molto tempo ed un meticoloso lavoro di scrittura, non solo di codice ma anche a livello narrativo.
Aggiungendo un pizzico di fantasia, sarebbe interessante vedere un nuovo set di armature leggendarie che magari ricalchi lo stile del continente canthiano, ma forse stiamo esagerando. In ogni caso è facilmente prevedibile l’arrivo di un’ampia varietà di nuovi costumi, armi e armature a tema.
Riaccendere la Guerra tra Gilde
Anche se il comparto PvE occupa una grande fetta delle espansioni di Guild Wars 2, le modalità competitive non devono essere lasciate indietro, anzi, necessitano dell’iniezione di contenuti inediti, come nuove mappe e tipologie di scontri.
Dopo diversi anni dall’annuncio, sarebbe bello vedere l’arrivo del sistema di alleanze tra gilde per la modalità World versus World. I tempi sono più che maturi per farle uscire e ridare finalmente un maggior peso al nome del franchise, che da tempo soffre della mancanza di una vera guerra tra gilde.
L’introduzione di nuove mappe nel WvW in stile orientale o di una lotta nel mare, tra torri e accampamenti disposti su un grande arcipelago, sarebbe un’ottima entrata. Sconfinando su ipotesi un po’ più fantasiose, il pensiero ritorna ad un sistema di imbarcazioni o alle testuggini tanto citate, che potrebbero ospitare cannoni per colpire le guarnigioni e le fortezze nemiche.
Per quanto riguarda il PvP strutturato l’introduzione di almeno un paio di nuove mappe nello stile tipico di Cantha andrebbe ad arricchire la scelta tra quelle presenti, che negli ultimi anni hanno visto l’aggiunta solo di Revenge of the Capricorn e Djinn’s Dominion. Oltre a queste sarebbe interessante rispolverare le “Battaglie dell’Alleanza”, i match PvP 12 contro 12 (divisi in tre gruppi) per la conquista degli avamposti e la difesa dei confini.
Conclusioni
In definitiva non siamo certi di quello che troveremo nell’attesa terza espansione di Guild Wars 2. Per ora possiamo solo fare speculazioni e provare ad immaginare cosa sia più plausibile aspettarsi dopo l’esperienza delle due precedenti. Anche se nella nostra analisi abbiamo spiegato perché riteniamo improbabili alcune aggiunte, non bisogna comunque temere: Cantha è un continente enorme, quindi un’espansione ambientata qui offrirà certamente una grande quantità di contenuti e attività, con nuove mappe esplorabili, mount, missioni, challenge, boss da affrontare, collection, achievement, un nuovo capitolo della Living Story e almeno una specializzazione nuova per classe, oltre ovviamente a tutti i rimandi e le citazioni a Factions.
Potremmo poi trovare delle feature innovative che non ci saremmo mai aspettati, oppure dei grandi ritorni che possano entusiasmare i nuovi giocatori e accontentare i nostalgici. Potrebbero arrivare tutte all’uscita, oppure dopo il lancio con una roadmap delineata e ben precisa.
Una cosa è però certa: dopo un 2019 difficile e un’Icebrood Saga che ancora non fa capire dove vuole andare a parare, la terza espansione con Cantha come protagonista rappresenterà una prova molto importante per ArenaNet, nonché un modo per saggiare il polso della compagnia e la sua voglia di dare un futuro solido al titolo. Non ci rimane che aspettare, almeno fino alla seconda metà del 2021. Buon lavoro ArenaNet.
Ringraziamo i ragazzi di Guild Wars 2 Italia – Pessimismo & Fastidio per la collaborazione.
Gamer Bucolico, Farmatore seriale, fin da bambino si prende una tremenda cotta per il mondo dei videogiochi. Approda su Guild Wars 2 dove, da anni, spaccia materiali T6 e pessime idee. Quando non sta su Tyria si abbuffa di serie TV o cerca di tornare giovane giocando a Magic. Coltiva Fastidio e false speranze mentre cerca di prendere un 18 all’esame di Morale Jedi.
Io spero utilizzino la foresta ed il mare di giada per creare un area open world PVP.
Praticamente i giocatori decidono se schierarsi con i Kurzick o i Luxon e si affrontano in questa parte di mondo.
Chiaramente ci saranno obiettivi da conquistare o difendere: carovane, trasporti navali, avamposti ecc.
Mamma mia, sarebbe una figata!