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WoW Classic: un pesante exploit, ora fixato, minaccia la salute dell’economia del gioco

WoW Classic: un pesante exploit, ora fixato, minaccia la salute dell’economia del gioco

WoW Classic, si sa, ha ripreso nel bene e nel male la formula del WoW Vanilla originale del 2004, aggiungendo poche nuove feature.

Una di esse è il cosiddetto layering: un sistema attraverso il quale un singolo server può creare più istanze di se stesso, permettendo alla popolazione di distribuirsi tra esse. Questo scongiura i problemi che si verificano quando la quantità di giocatori in uno stesso posto diventa eccessiva: oltre a problemi prestazionali, anche il gameplay viene influenzato. Si pensi ad esempio a talune quest in cui si deve uccidere uno specifico mob: se si è soli, il mob sarà lì ad aspettarci. Ma se altre dieci persone devono completare la stessa quest, ognuna dovrà aspettare che le altre finiscano, poi dovrà aspettare il respawn e infine riuscirà, PvP permettendo, a completare l’impresa.

Il layering permette quindi di vivere un’istanza separata con un nugolo di giocatori, ma all’interno di uno stesso server. I mostri sono indipendenti tra layer: quelli morti in uno possono essere vivi nell’altro, e così anche gli NPC e in generale le entità che popolano il mondo.

Da ciò è derivato un pesante exploit, che consentiva di farmare l’ultimo boss di un’istanza in continuazione, senza perdere tempo con i trash mob e gli altri boss. Non è dato sapere con certezza quanti giocatori l’abbiano utilizzato o da quanto tempo esso è conosciuto, ma la prima volta è stato mostrato su Twitch dallo streamer Skarmtank. Grazie ad esso, lui e la sua gilda hanno guadagnato più di 100.000 gold in pochi giorni.

L’exploit è piuttosto semplice:

  • Un giocatore finisce un dungeon uccidendo il boss finale.
  • Il giocatore lascia il gruppo.
  • Il giocatore viene invitato in un nuovo gruppo: ciò gli fa cambiare il layer in cui si trova, e causa il respawn del dungeon, ma non lo sposta da dove è. Se è nella stanza finale del boss, rimane nella stanza finale del boss.
  • Il giocatore reinvita i membri originali del suo party, forzando la loro inserzione nel suo layer.
  • A questo punto, tutto il party è riunito nella stanza finale del boss (dalla quale non sono mai andati via), ma il boss è respawnato.
  • ???
  • Profit.

Non appena si è diffusa voce dell’exploit, Blizzard è corsa ai ripari facendo uscire un hotfix che provasse a impedire questo uso “creativo” del layering.

Ma non solo: sono anche state promesse ritorsioni contro coloro che hanno sfruttato l’exploit pesantemente. Così sentenzia il community manager Lore:

Questo glitch non lascia dubbi. I giocatori che lo sfruttavano dovevano compiere dei passaggi molto strani perché capitasse, e hanno ripetuto più volte queste azioni. Nessuna persona ragionevole poteva credere che l’exploit fosse intenzionale, e i giocatori che l’hanno sfruttato hanno fatto sforzi per usufruirne. È ovviamente un comportamento non previsto del nostro sistema di layering. È ovviamente un glitch. E le persone che l’hanno usato lo stavano sfruttando coscientemente per un loro beneficio. Questo è chiaro.

Ma subito dopo, Lore promette che “quelli che si sono trovati non intenzionalmente a godere dei benefici di questo bug non saranno puniti”.

A questo punto sorgono immediatamente due punti ai quali, lo diciamo subito, non c’è alcuna soluzione. Il primo riguarda, ovviamente, il metodo con cui si riuscirà a distinguere tra i giocatori “intenzionalmente exploitosi” e quelli che invece si sono trovati di fronte al bug più o meno per sbaglio. In che modo verranno cerniti? Tre violazioni per un ban? Quattro? Due? E chi magari è stato soltanto invitato in party, niubbino, senza rendersi conto di quello che stava facendo, è punibile?

Una formula come quella utilizzata dal community manager Lore lascia discrezionalità ampissima, e potrebbe lasciare presagire che tutto ciò si risolva in un nulla di fatto, o con pochi ban contro profili di alto rilievo, come a volte si usa: punirne uno per educarne cento.

Il secondo problema, più grave, riguarda lo stato dell’economia dei server di WoW Classic. Quanti drop sono stati shardati per farne gemme per enchanting? Quanta roba è andata in asta, o è stata venduta? E con quei soldi, che altri acquisti sono stati fatti? In che modo, dunque, è stata viziata l’economia di WoW Classic?

È del tutto impossibile riuscire a dare una risposta precisa a queste domande. A volte, bug così pesanti hanno perfino comportato dei rollback, com’era successo per esempio su EVE Online nel 2017. Ma in questo caso, come si diceva all’inizio, non è possibile sapere da quanto tempo il bug è stato sfruttato: potenzialmente l’economia è stata viziata, in modo anche minore, fin dal day one.

Può anche darsi la migliore delle ipotesi, però: cioè che siano stati davvero pochi i giocatori a sfruttare il bug, o comunque non abbastanza perché l’economia del gioco fosse influenzata in modo significativo.

 

Fonte 1, Fonte 2, Fonte 3, Fonte 4, Fonte 5

 

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