Ormai ci siamo quasi. Manca davvero poco all’arrivo di World of Warcraft Classic, i server vanilla ufficialmente supportati da Blizzard, che apriranno alla mezzanotte del 27 agosto.
In questo maxi-speciale vogliamo quindi fare il punto della situazione, riassumendo tutto quel che sappiamo su WoW Classic. In altre parole, che cosa possiamo (e dobbiamo) aspettarci da questi benedetti server vanilla? Andiamo punto per punto.
Che cos’è WoW Vanilla?
Iniziamo dalle basi, anche se probabilmente ormai ne sarete tutti al corrente: con il termine “Vanilla” ci si riferisce alla versione liscia di World of Warcraft senza espansioni. Questa viene vista come la più pura da chi, a torto o a ragione, ritiene che il gioco si sia successivamente “imbastardito” cercando di inseguire un’utenza più casual (in particolare da Cataclysm in poi). In realtà sarebbe però più corretto parlare di versioni al plurale, dato che tra l’ottobre 2004 e il gennaio 2007 si sono susseguite diverse patch di WoW che hanno portato modifiche al bilanciamento e nuovi contenuti, come Gates of Ahn’Qiraj e Shadow of the Necropolis.
Che cos’è WoW Classic? Cosa cambia e cosa resta?
Da quando è stato annunciato World of Warcraft Classic, la maggior parte della community ha spinto per un ritorno nudo e crudo alla formula originale, senza compromessi. E fin dall’inizio il team di sviluppo ha confermato di voler restare fedele a un’esperienza più autentica possibile, ricreando il gameplay classico “nel bene e nel male”. Lo stesso game director Ion Hazzikostas nel novembre 2017 sentenziò “vanilla vuol dire vanilla“, lasciando intendere che non sarebbero arrivate troppe modifiche alla formula.
Così è stato: come punto di riferimento dei server classici Blizzard ha scelto la patch 1.12, Drums of War. Il client sarà quindi aggiornato a questa versione del gioco, l’ultima prima del lancio di The Burning Crusade.
Secondo la software house californiana WoW Classic non sarà un’esatta replica del gioco originale, ma è pensato per ricreare la stessa esperienza in un formato moderno. Per questo il gioco offrirà dei miglioramenti tecnici, tra cui possiamo citare la moderna infrastruttura di rete, la lista amici Battle.net, una grafica migliorata, l’interfaccia odierna per macro e add-on e la possibilità di cliccare col tasto destro per riportare i giocatori.
Per tutto il resto, però, WoW Classic resterà fedele all’originale, senza tutte le migliorie di quality of life a cui siamo ormai abituati. Questo significa niente volo, niente trasmog, niente loot AOE, niente cross-realm, niente obiettivi sulla mappa o direzione per le quest, niente Dungeon Finder, niente Raid Finder, niente dual spec, niente reagenti dalla banca, niente mail istantanee, niente tag dei mob, niente achievement e, più in generale, nessuna funzionalità account-wide.
Non solo. Il gioco delle origini presentava tutta una serie di scelte di design e meccaniche, col tempo snellite, semplificate o rimosse, che vedranno il loro ritorno in WoW Classic: ad esempio correre nell’acqua fa smontare da cavallo, mentre le razze differiscono per dimensioni, con i Tauren che hanno hitbox più grosse rispetto alle altre. Pet e mount saranno poi oggetti fisici da tenere nell’inventario, sperando di avere abbastanza spazio libero (e no, in WoW non è mai abbastanza).
Persino il bilanciamento sarà lo stesso della 1.12, senza correzioni o miglioramenti. Un scelta che espone il fianco a diverse critiche, considerando i noti problemi di WoW Vanilla, in cui alcune spec erano particolarmente performanti e altre semplicemente inutili. Ma andiamo avanti.
Contenuti, release e PvP
A livello contenutistico World of Warcraft Classic sarà suddiviso in sei fasi, che giungeranno col tempo nel gioco per replicare le release del titolo originale. Inizialmente queste fasi dovevano essere solo quattro, ma sono state aumentate per via del feedback dei giocatori.
Ecco lo schema riassuntivo delle varie release:
- Fase 1 (al lancio di WoW Classic): Molten Core, Onyxia, Maraudon. È possibile fare PvP nel mondo di gioco, ma non c’è alcun tracciamento e non ci sono ricompense formali.
- Fase 2: Dire Maul, Azuregos, Kazzak, Honor System (incluse le uccisioni disonorevoli) e PvP Rank Reward.
- Fase 3: Blackwing Lair, Darkmoon Faire e Darkmoon Faire Decks, Alterac Valley (aggiornata alla versione 1.12), Warsong Gulch.
- Fase 4: Zul’Gurub, Green Dragons, Arathi Basin.
- Fase 5: Ahn’Qiraj, Tier 0.5 dungeon gear.
- Fase 6: Naxxramas, Scourge Invasion, obiettivi world PvP a Silithus e nelle Eastern Plaguelands.
Come per il PvE, dunque, anche i contenuti PvP saranno divisi in sei fasi. Nella prima fase, il PvP funzionerà esattamente come nel 2004: in altre parole, ganking selvaggio senza premi nè conseguenze. La seconda fase introdurrà l’Honor System e le ricompense per i rank PvP, mentre la terza aprirà i cancelli per i primi battleground del gioco, Alterac Valley e Warsong Gulch. A breve distanza seguirà Arathi Basin con la quarta fase. Infine la sesta fase introdurrà gli obiettivi world PvP a Silithus e nelle Eastern Plaguelands.
È possibile che arrivino altre fasi di progression dopo queste sei, se i server avranno successo e continueranno ad essere popolati anche a distanza di mesi, ma al momento Blizzard non si è sbilanciata.
Tecnologia, beta e stress test
L’infrastruttura tecnica su cui si basa oggi World of Warcraft funziona in modo molto diverso rispetto a una volta. Far girare un gioco così complesso, pieno di sistemi e meccaniche collegate, su un’intelaiatura diversa da quella originale non è cosa banale. I problemi sono legati soprattutto alla complessità raggiunta dal codice sorgente del gioco, divenuto nel corso di tanti anni e aggiornamenti una vera e propria giungla. Anche per questo la compagnia americana ha parlato con gli admin di Nostalrius, il più famoso server privato di WoW Vanilla chiuso nel 2016.
Tutto si è sbloccato quando gli sviluppatori sono riusciti a rendere compatibili le due strutture (client vecchio e server moderni). Come dichiarò il neopresidente Blizzard J. Allen Brack ai microfoni di PCGamer: “Pensiamo di aver trovato un modo per far funzionare la vecchia versione di WoW sull’infrastruttura tecnica moderna, e il feeling è ottimo. […] È uno sforzo più grande di quanto la gente possa immaginare, ma ci siamo presi l’impegno e siamo emozionati.”
È comunque importante ricordare che per l’impresa Blizzard ha aperto un nuovo team, separato da quello del gioco principale, assumendo molti programmatori e software engineer. Lo sviluppo dell’attuale WoW non si è quindi fermato, e anzi sappiamo che sono già a buon punto i lavori sulla prossima espansione (sulla quale peraltro sono già usciti i primi leak).
In questi mesi la software house ha organizzato diversi eventi closed beta e stress test, spesso disponibili ai giocatori con un abbonamento attivo. L’ultima beta si è conclusa il 16 agosto, e tutti i personaggi creati verranno cancellati in vista del lancio ufficiale.
Il lead software engineer Birmingham si è detto stupito dai numeri della beta e ha assicurato che il team è al lavoro per correggere quanti più bug possibili tra quelli emersi finora. Ovviamente oggi Blizzard è meglio preparata a gestire grandi flussi di giocatori rispetto a quanto non lo fosse nel 2004: pare che lo studio abbia persino allestito una “sala di guerra” per monitorare i primi giorni di operazioni. Birmingham ha paragonato la release di WoW Classic al lancio di un’espansione canonica.
Per gestire le inevitabili code e la stabilità dei server durante i primi mesi, inoltre, verrà adottata una nuova tecnologia chiamata “layering“, non troppo diversa dallo sharding: in pratica, a mano a mano che i server si riempiranno di giocatori, il layering creerà nuove copie del mondo di gioco in cui distribuire l’afflusso di utenza. Il layering è pensato per essere temporaneo e dovrebbe cessare con la seconda fase, quando verranno aggiunti i boss open world. Tuttavia, se la popolazione dei server dovesse restare alta anche nei mesi successivi al lancio, Blizzard potrebbe pensare di aprire nuovi reami.
Server, gilde e streamer
Questo ci porta direttamente al capitolo server. WoW Classic potrà contare su reami nazionali: vi saranno server dedicati inglesi, russi, tedeschi e francesi, ma purtroppo non italiani.
Saranno presenti quattro tipologie di server: PvE, PvP, GdR e GdR-PvP. Questi sono i reami inglesi europei che saranno ufficialmente disponibili al lancio:
- PvE: Mirage Raceway, Pyrewood Village
- PvP: Golemagg, Shazzrah, Gehennas
- GdR: Hydraxian Waterlords
- GdR-PvP: Zandalar Tribe
Gehennas è stato annunciato pochi giorni fa, a seguito dell’alta richiesta sui reami PvP. Al momento i server annunciati sembrano comunque pochi per tutta la playerbase europea, quindi è possibile che ne vengano aperti altri nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda le gilde italiane, la situazione è ancora provvisoria e tuttora in divenire. Se siete interessati a seguire gli ultimi aggiornamenti potete consultare questo thread sul forum ufficiale italiano.
A livello internazionale, è inoltre da segnalare che molti giocatori hanno intenzione di evitare i server su cui andranno a giocare streamer famosi, per rivivere integralmente l’esperienza originale di WoW Vanilla (nel 2004 non c’erano nè streamer nè influencer web) e schivare situazioni di conflittualità esasperata, ritenute “tossiche” e potenzialmente lesive per la community. Al contrario, altri utenti su Reddit dicono addirittura di voler organizzare clan e gilde dedicate specificamente a dare la caccia e rovinare l’esperienza di gioco di questi streamer.
Traduzione in italiano
Sebbene il gioco sia ufficialmente supportato in italiano dal settembre 2012, World of Warcraft Classic non sarà localizzato nella nostra lingua, facendoci tornare a tutti gli effetti all’esperienza originale del Vanilla. Detto ciò, è possibile che in futuro add-on come Quest Translator vengano riadattati per il Classic, permettendo anche a chi non mastica la lingua d’Albione di districarsi fra le quest e gli incarichi a cui si verrà sottoposti.
Il community manager Nimthanion ha giustificato la mancata traduzione con queste parole:
“Vogliamo che WoW Classic fornisca un’esperienza fedele alle proprie origini, ma se in quel periodo una certa lingua non era supportata, questo può risultare molto complicato. Il supporto per l’italiano è stato introdotto con la pubblicazione di Mists of Pandaria nel 2012, dopo una grande quantità di modifiche apportate con l’introduzione di Cataclysm sia a Kalimdor che nei Regni Orientali, per cui non abbiamo dei dati iniziali da cui partire per WoW Classic.
In sostanza, per fornire il supporto per la lingua italiana, dovremmo localizzarlo da zero. Questo aspetto, oltre ad andare in conflitto con l’obiettivo di fornire un’esperienza fedele alle origini, lo rende un progetto imponente. […] Questo progetto avrebbe avuto un impatto diretto sulla capacità del nostro team di localizzazione italiano di riuscire a lavorare ai contenuti di tutti gli altri giochi di Blizzard Entertainment. Abbiamo quindi deciso di non localizzare WoW Classic in italiano in modo da continuare a fornire la migliore esperienza possibile in questa lingua per le nostre future pubblicazioni, senza comprometterne la qualità.”
Quanto costa WoW Classic?
Veniamo a un punto fondamentale, la questione commerciale. Fin dall’inizio Blizzard ha detto di voler fornire “un’esperienza di qualità” con i server classici: già solo questo portava a escludere una formula free-to-play. E infatti così è: WoW Classic non sarà gratis, ma verrà incluso nel normale canone mensile. Basterà attivare l’abbonamento per iniziare a giocare, senza dover acquistare il titolo. Gli abbonati a WoW potranno perciò accedere ai server di gioco attuali e a quelli classici con un’unica sottoscrizione.
Creazione anticipata dei personaggi e prenotazione dei nomi
I giocatori con un abbonamento attivo possono già creare i propri personaggi e prenotare fino a tre nomi. Per farlo è necessario scaricare e installare il client di WoW Classic: se non sapete come fare, abbiamo pubblicato una guida che vi guiderà passo per passo.
Se siete tra coloro che amano creare tanti personaggi in un MMORPG, non temete: in WoW Classic si potranno creare fino a 10 PG per reame, per un totale di 50. Questo numero varrà per tutti gli utenti, a prescindere da quanti PG abbiano già nell’attuale versione di World of Warcraft: si potranno quindi creare fino a 50 PG di Classic e 50 PG di Battle for Azeroth.
Ricordiamo che i giocatori saranno limitati ad una sola fazione sui server PvP o GdR-PvP: non si può cioè creare un personaggio Orda e un altro Alleanza sullo stesso reame.
Requisiti
Infine, il team di sviluppo ha annunciato i requisiti PC di WoW Classic. Quelli consigliati sono gli stessi attualmente in uso con Battle for Azeroth.
Ecco invece i requisiti minimi:
- SISTEMA OPERATIVO: Windows 7 64-bit
- PROCESSORE: Intel Core 2 Duo E6600 o AMD Phenom X3 8750
- SCHEDA VIDEO: NVIDIA GeForce 8800 GT 512 MB o AMD Radeon HD 4850 512 MB o Intel HD Graphics 4000
- MEMORIA: 2 GB di RAM (4 GB per sistemi integrati come la serie Intel HD Graphics)
- HARD DISK: Almeno 5 GB di spazio
- INTERNET: Connessione internet a banda larga
- INPUT: Richiesti mouse e tastiera
- RISOLUZIONE: 1024×768 come risoluzione minima
Seguiteci su MMO.it!
In conclusione, World of Warcraft Classic sarà disponibile dal prossimo 27 agosto e noi di MMO.it seguiremo l’evento dal vivo, con diversi giorni di dirette streaming sui nostri canali YouTube e Twitch. Se nel frattempo volete rivivere un po’ di nostalgia, potete leggere (e ascoltare) lo speciale sulle migliori musiche di WoW Vanilla.
Allora, siete pronti per WoW Classic?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
pronti no, ci si sta organizzando.
Per ora siamo in 4, altri 36 ed è fatta.