L’anno sta giungendo al termine ed è il momento dei verdetti, ma prima di annunciare i migliori e peggiori giochi del 2024 e gli MMO più attesi, è bene ricordare quei giochi che purtroppo (o in alcuni casi per fortuna) non ce l’hanno fatta e hanno chiuso i battenti.
Ovviamente tratteremo solo i giochi più importanti, e non ogni singolo titolo che è stato chiuso quest’anno. Inoltre non citeremo tutti quei progetti che sono stati cancellati senza essere mai usciti, altrimenti verrebbe fuori un video di tre ore. Qui trovate tutti gli MMO che abbiamo perso nel 2022 e prima.
Mettetevi comodi e preparatevi a premere quelle F sulle vostre tastiere. Iniziamo!
Concord
Non si può iniziare questa infame lista senza citare l’emblema del fallimento dei live service e dei piani di Sony in generale, ovvero Concord. Lo sfortunato titolo di Firewalk Studios era un hero shooter che si ispirava a Overwatch. Peccato che sia uscito con otto anni in ritardo in un mercato decisamente saturo, con un roster di eroi anonimo e un prezzo di lancio totalmente fuori mercato, mentre tutta la concorrenza si basava sul modello free-to-play.
Risultato? Pubblicato a fine agosto, il prodotto ha fatto registrare un picco massimo di appena 697 utenti contemporanei su Steam. Del gioco, semplicemente, non fregava niente a nessuno. Di fronte a questi numeri Concord è stato chiuso dopo sole due settimane dal lancio, con tanto di rimborso agli acquirenti e milioni di dollari gettati al vento. Un fallimento epocale per Sony che è dovuta correre ai battenti, chiudendo definitivamente il team di Firewalk Studios senza neanche tentare la carta del rilancio come free-to-play.
L’ennesima prova che inseguire le mode non sempre porta risultati sicuri, soprattutto se il gioco è senz’anima e viene pubblicato fuori tempo massimo.
Battlefield 3 e Battlefield 4
La serie di sparatutto DICE non ha brillato con le sue ultime uscite, ma i fan storici ricordano con amore alcuni capitoli iconici come Battlefield 3 e Battlefield 4. Peccato che da quest’anno potranno giocarli solo nei loro ricordi, almeno online. Electronic Arts ha infatti deciso di spegnere i server di questi titoli, incluso anche Battlefield Hardline, mentre Bad Company 2 era già stato chiuso un anno fa. I giochi sono ancora acquistabili sugli store, ma è possibile giocare soltanto le modalità singleplayer.
La notizia ci ha lasciato non poco amaro in bocca perchè, anche se datati, Battlefield 3 e 4 erano degli sparatutto multiplayer brillanti e divertentissimi, ancora molto apprezzati e giocati.
Probabilmente EA vuole spostare le risorse sulle uscite più recenti ed evitare che l’utenza si focalizzi su vecchi titoli. A noi nostalgici non resta che giocare e rigiocare le vecchie campagne singleplayer.
The Crew
Gioco di guida open world sviluppato da Ivory Tower e pubblicato da Ubisoft nel 2014, The Crew è stato chiuso ad aprile e non è più acquistabile sugli store. La causa ufficiale è dovuta all’imminente scadenza dei vincoli di licenza, ma i più maliziosi sostengono che in realtà fosse una mossa per spingere The Crew Motorfest, uscito su Steam poco dopo la chiusura del primo capitolo.
Se considerate che The Crew era un titolo esclusivamente online, anche chi possedeva il gioco su Steam non può più giocarci. Sebbene non abbia mai riscosso un successo travolgente, il primo The Crew era molto amato da una piccola community di appassionati. Questa chiusura ha dato vita a un movimento, chiamato Stop Killing Games, che ha come obiettivo proprio porre fine alla pratica dei publisher di chiudere e rimuovere videogiochi che hanno venduto ai consumatori.
Non solo, poche settimane fa due giocatori californiani hanno denunciato Ubisoft per la chiusura dei server di The Crew: i querelanti hanno avviato un’azione legale che potrebbe sfociare in una class action con molti più consumatori coinvolti. Vedremo come andrà a finire questa triste storia.
The Wagadu Chronicles
Particolare MMO ad ambientazione afro-fantasy, The Wagadu Chronicles era stato finanziato nel 2020 con una campagna crowdfunding di successo su Kickstarter, per poi uscire in early access su Steam nel dicembre 2023. Solo pochi mesi dopo, a maggio, lo studio Twin Drums ha però annunciato che i fondi erano esauriti e che il progetto sarebbe stato chiuso.
The Wagadu Chronicles avrebbe dovuto essere un MMO “non Eurocentrico” e voleva proporre una formula fortemente sociale ancorata al roleplay, introducendo statistiche e backstory approfondite ed ambientando l’azione in Africa con una minimale grafica low-poly. Un sacco di caratteristiche interessanti sulla carta, ma che evidentemente non hanno saputo attirare i giocatori.
Da notare che, insieme al gioco, la campagna Kickstarter prometteva artbook e libri stampati a tema Wagadu Chronicles per i backer. Questi non verranno spediti, sempre se siano mai esistiti. Persi come sabbia nel deserto…
Life By You
Nel 2023 Paradox aveva annunciato un nuovo simulatore di vita, una propria versione di The Sims che aveva suscitato la nostra curiosità. Dopo uno sviluppo travagliato e ben tre rinvii, Life by You era previsto per l’uscita in early access quest’anno, ma quando ormai mancavano poche settimane, a giugno, Paradox ha annunciato la cancellazione di Life by You.
La motivazione è attribuita al fatto che, secondo Paradox, il titolo non avrebbe rispettato le aspettative del pubblico. Oltre a cancellare il gioco il publisher svedese ha anche chiuso Paradox Tectonic, lo studio che se ne stava occupando.
In generale la compagnia si trova in un momento di crisi gestionale, come dimostra anche il lancio disastroso di Cities Skylines 2 e il prossimo Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2, progetto che ha subito un cambio di team in corsa e il cui sviluppo è tuttora nel caos. Speriamo almeno che la situazione interna del team possa stabilizzarsi.
Mad World: Age of Darkness
Sviluppato da Jandisoft, Mad World era un action MMO free-to-play e cross-platform che aveva suscitato curiosità per il suo stile ispirato ai disegni a mano e un’ambientazione horror fantasy.
Uscito ufficialmente nell’aprile 2023, Mad World è poi approdato su Steam a inizio 2024, ma con diversi problemi di login e una presunta deriva pay-to-win. Il titolo non ha mai attirato grande attenzione e i numeri, anche su Steam, sono sempre stati molto bassi.
Di conseguenza, i server di Mad World hanno chiuso i battenti il 4 luglio. Questa chiusura improvvisa evidenzia quanto sia difficile tradurre in termini di risultati concreti il mercato degli MMO. La sostenibilità di certi modelli di business, come quelli free-to-play, è complessa da adattare, visto che un bilanciamento errato può velocemente sfociare nel pay-to-win.
Dispiace sempre vedere progetti potenzialmente interessanti sparire così velocemente, ma per restare a galla in un mercato così competitivo purtroppo le buone idee non bastano.
Nintendo eShop
Qui non si parla della chiusura non di un singolo gioco, ma di un intero servizio. Ad aprile Nintendo ha infatti chiuso definitivamente il Nintendo eShop per WiiU e Nintendo 3DS. Questa chiusura ha comportato, oltre all’impossibilità di acquistare nuovi titoli dallo store, la perdita definitiva di alcuni videogiochi disponibili solo digitalmente su queste due piattaforme.
Inoltre Nintendo, con questa chiusura, ha spento defintivamente i servizi online di tutti i giochi per 3DS e WiiU, rendendo impossibile giocare in rete o sfruttare meccaniche che richiedevano una connessione internet.
Se da una parte i giochi comprati sullo store possono sempre essere riscaricati, dall’altra alcuni giochi, disponibili solo nello store, sono andati perduti per sempre.
ArcheAge
Pubblicato in Occidente nel 2014, ArcheAge era un ambizioso MMORPG open world coreano realizzato da Jake Song, il creatore di Lineage. Il titolo presentava delle meccaniche da sandbox molto coraggiose, con zone PvP, un crafting elaborato, un sistema di housing non istanziato e persino la possibilità di navigare per mare.
Tuttavia, dopo svariati tentativi per salvarlo Kakao Games, che dal 2021 si occupa di pubblicare il gioco, ha chiuso definitivamente i server a giugno. La chiusura è dovuta al “numero di giocatori attivi in calo”, ma le cause sono molto più complesse. Il titolo è stato condiviso da svariati publisher occidentali nel tempo (prima Trion Worlds, poi Gamigo, poi appunto Kakao) e ci sono sempre stati cheater, problemi ai server e un dilagante pay-to-win. Tutto questo per non citare ArcheAge Unchained, che avrebbe dovuto rappresentare un rilancio del gioco a pagamento, ma purtroppo si è rivelato un esperimento fallimentare, anche a causa delle promesse mai mantenute dallo sviluppatore.
ArcheAge si unisce quindi alla lunga lista di MMO con un potenziale incredibile, ma che sono stati gestiti in modo miope e disonesto. Non ci resta che aspettare ArcheAge 2 e sperare che vada meglio.
The Elder Scrolls: Legends
Dopo anni di silenzio e nessun nuovo aggiornamento, Bethesda è tornata a parlare di The Elder Scrolls Legends, purtroppo nel peggiore dei modi. Infatti i server chiuderanno i battenti a gennaio 2025.
L’idea di un gioco di carte digitali ambientato nell’universo di The Elder Scrolls poteva essere buona, ma il gioco non è mai decollato veramente dopo il lancio nel 2017 ed è presto sparito dai radar.
Bethesda ha reso disponibili tutti gli oggetti nel negozio e l’ingresso agli eventi di gioco per 1 oro ciascuno, fino alla chiusura, in modo da permettere a tutti di godere dei contenuti che il gioco ha da offrire.
Questa storia ci ha insegnato che non basta avere un’IP forte per mantenere vivo un prodotto: la concorrenza è spietata e sviluppare un TCG è molto più complicato di quanto sembri.
Blue Protocol
Per chiudere questa triste classifica, cosa c’è di meglio di Blue Protocol? L’MMO action pubblicato in Giappone nel giugno 2023 aveva un grande potenziale ma, come vi avevamo già detto nel nostro provato, non riusciva a sfruttarlo al meglio.
Dopo innumerevoli rinvii, risultati finanziari deludenti e la chiusura del Discord ufficiale, è arrivata la prevedibile notizia: Blue Protocol chiuderà a gennaio 2025.
La notizia non ha sorpreso nessuno: la situazione del titolo non è mai stata rosea e solo a giugno il team nipponico Project Blue Sky aveva pubblicato un aggiornamento che avrebbe dovuto risollevare le sorti del gioco, definito dall’utenza “poco divertente e troppo ripetitivo”.
Blue Protocol si è rivelato un disastro su tutta la linea, con perdite finanziarie per oltre 51 milioni di dollari da parte di Bandai Namco Online. Il progetto non vedrà mai la luce nel mercato occidentale, ma vi assicuriamo che non vi siete persi nulla.
E anche per quest’anno abbiamo finito di contare i caduti, non senza un pizzico di amarezza. Vi ringraziamo di essere arrivati fino a questo punto. Fateci sapere se voi avete giocato uno di questi titoli e se siete dispiaciuti per la loro chiusura.
Ci vediamo prestissimo per un nuovo video, siete dei grandi e mi raccomando, restate sempre connessi, aggiornati, massivi!
Inizia a giocare ai videogiochi alla tenera età di tre anni con un’Amiga. Vede l’illuminazione quando, all’età di otto anni, riceve un Game Boy Color con Pokémon Blu. Da lì diventa un videogiocatore onnivoro sia su console che su PC, specializzandosi soprattutto in (J)RPG e gestionali. Da buon Nintendaro prova quasi tutto quello che porta il simbolo della grande N: si dice che abbia più di 100 Amiibo. Sta solo aspettando che la casa Kyoto produca il suo MMO per dire definitivamente addio alla vita sociale. Tra le sue passioni si annoverano fumetti, musica e cinema.
Attualmente vive a Praga, dove sta svolgendo un PhD in Biologia cellulare. Potete trovarlo su Steam o sul canale Discord di MMO.it.
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