The RoyaLand è un progetto di cui abbiamo già parlato qui su MMO.it. Annunciato per la prima volta nell’agosto 2023, si tratta di un nuovo MMORPG in sviluppo incentrato su diverse casate reali e sviluppato da Neosperience, azienda italiana specializzata in servizi di programmazione e Intelligenza Artificiale.
Tutto il progetto è diretto e capitanato da Emanuele Filiberto di Savoia, nato nel 1972 e figlio di Vittorio Emanuele di Savoia. Nei giorni scorsi Emanuele Filiberto e il team di Neosperience ci hanno gentilmente concesso un’intervista esclusiva per parlare proprio di The RoyaLand e della sua passione per i videogiochi. L’intervista è durata circa 40 minuti e di seguito trovate dunque un riassunto della nostra chiacchierata.
All’intervista, oltre al sottoscritto e al buon Giacomo “Asczor” Conti, hanno partecipato il già citato Emanuele Filiberto di Savoia, Creative Director di The RoyaLand, insieme ai responsabili del Team Design e Marketing di Neosperience.
Se volete potete anche recuperare il Salotto degli MMO del 15 aprile in cui abbiamo parlato della nostra intervista col team di The RoyaLand (a partire da 43:55).
Parliamo di videogiochi, MMORPG e The RoyaLand
Fin da quando ci siamo approcciati per la prima volta a The RoyaLand siamo rimasti colpiti dall’unione di un medium moderno come i videogiochi con un concetto tradizionale quale è la monarchia…
Emanuele Filiberto: Ma io sono una persona atipica! Sono sempre dove mi si aspetta meno, e in questo momento sono sui giochi.
E infatti, iniziamo proprio da questo: dai videogiochi. Sul sito ufficiale di The RoyaLand c’è un paragrafo in cui viene detto che Lei è un appassionato.
Emanuele Filiberto: Anche io sono stato giovane, sa! E più che giovane sono una persona da sempre molto curiosa. I videogiochi per me iniziano da tanto tempo fa: mi ricordo su Atari quando si giocava a tennis con due barrette e la palla che andava su e giù. Pacman, il gameboy, Donkey Kong!… e più recentemente quelli che mi sono piaciuti molto sono stati The Witcher 3, Crusader Kings, Among Us. E in questo momento mi sta piacendo molto vedere la gente giocare a Helldivers 2, che mi sembra un gioco molto interessante con delle belle tematiche di fondo. A me piace variare. Passo da una serie Netflix, ai videogiochi, alle apparizioni in TV. E poi certo c’è molto da fare nel lavoro su The RoyaLand e sui progetti di famiglia. Mi piace divertirmi così.
Crusader Kings in particolare, ma anche The Witcher 3, insomma, sono titoli importanti che conosce chi è avvezzo…
Emanuele Filiberto: Non solo giocando conosciamo questo mondo; abbiamo fatto una grande ricerca per The RoyaLand. Durante questa ricerca, come sempre, ci sono state delle calamite che mi hanno fanno entrare maggiormente in un videogioco o in una tematica in particolare.
Perché proprio i videogiochi, adesso? E gli MMORPG nello specifico, il metaverso? Cos’è che l’ha spinta? Ci pare di capire che The RoyaLand sia di matrice vostra, pur avendo coinvolto altre casate reali.
Emanuele Filiberto: Tutto parte tre anni fa quando si parlava di metaverso, di NFT e di tutte queste cose. Ho varie società che mi hanno contattato dicendo “Ah, ma sarebbe interessante fare gli NFT legati alla famiglia Savoia, sulla storia d’Italia, oppure perchè non creare un metaverso dove si possano scoprire i tesori, i gioielli, i palazzi…”. Poi andando avanti, essendo io come dicevo una persona atipica, mi sono detto “Perchè non andare noi stessi in maggiore profondità?” e ho maturato l’idea di creare un MMORPG dove le persone possano stare insieme e giocare, e scoprire allo stesso tempo la mia famiglia e le altre famiglie reali europee (e ce n’è anche una africana molto interessante). Ho visto l’interesse che c’è verso le famiglie reali, soprattutto venuto da Netflix con il fenomeno The Crown e queste serie, e ho voluto rendere la persona veramente protagonista, e non solo spettatrice. Vorrei far entrare veramente le persone non solo a contatto diretto con gli elementi delle famiglie reali, ma anche all’interno di un gioco in mutazione, con territori da conquistare e un ordine anche da scardinare… e si scoprirà all’interno del gioco se queste monarchie sono ancora qualcosa di interessante e di condivisibile o se verranno tirate via dai rivoltosi che creeranno tutto un altro sistema. È questo il bello dell’interfacciarsi con i videogiocatori e con tecniche diverse come i videogiochi o l’Intelligenza Artificiale.
Lei ha tirato fuori temi che a noi stanno molto a cuore: la possibilità di utilizzare questi nuovi media per insegnare qualcosa, o per lo meno per far appassionare i giocatori a certi temi.
Emanuele Filiberto: Non vorrei “insegnare”… Vorrei che in questo gioco ci sia una parte di informazione da scoprire. Anche le case reali che ho contattato hanno accettato perchè, devo dire, le prime cose che dicevo loro erano: “Vi rendete conto che vi metterò in contatto con una comunità di giocatori che non conosce nulla della nostra storia, del vostro paese, di ciò che avete potuto fare negli anni?”. Si può portare questa cultura a persone nuove, che forse non sanno neanche chi siamo. Io ho fatto molti AMA (Ask Me Anything) su Twitter per capire cosa volesse il pubblico. Ho parlato molto di NFT, di gaming, di metaverso. E certamente l’idea di stare in un luogo virtuale con un erede al trono o un membro di una famiglia reale e poterci parlare, e dialogare, è un concetto che a tutti è risultato molto interessante. Inoltre su The RoyaLand, che sarà ambientato nel futuro, ci sarà una cospicua parte dedicata all’ecosostenibilità: capire come i territori che avranno i giocatori o le famiglie reali possano svilupparsi in modo favorevole con l’ecosistema.
Però Lei ha parlato anche di competizione.
Emanuele Filiberto: Ci sarà anche la competizione, sicuro! La parte multiplayer si divide in due: una parte di classiche sfide tutti contro tutti e una parte in cui i vari gamers dovranno cooperare l’uno con l’altro, e questa è una cosa che trovo molto interessante. Io non voglio un gioco in cui ci sono solo delle teste che saltano e sangue ovunque. Voglio qualcosa di diverso, di più strategico. Quello che amo è che il gioco è come la storia della mia famiglia. Nata nel 980 in una piccola regione nella Francia, si è piano piano ingrandita. Per conquiste, certo, ma anche per matrimonio, per strategie, grazie all’aiuto di altre potenze che ci hanno permesso di ingrandire quello che all’inizio era il nostro Ducato, sino all’Unità d’Italia… che se si guarda nel complesso della storia è qualcosa di molto moderno, solo 160 anni fa, laddove pensiamo che la mia famiglia ha più di mille anni. Quindi per me è questa la similitudine da cui ho tratto per creare il gioco. Ci saranno delle battaglie, ma anche molti momenti di cooperazione, di legami, di aiuti ad altri.
È interessante il progetto che ha delineato, ma concretamente come si porrà questo gioco? Cioè, ci sarà sia una parte single player che una parte online? Come si configureranno le esperienze?
Team Design e Marketing Neosperience: Emanuele ci ha dato molta libertà in questi mesi. È previsto entro la fine dell’anno il rilascio di una demo single player ad accesso limitato, che mostri le potenzialità del progetto a investitori e stampa. Questa prima beta conterrà le prime cinque o sei missioni del gioco. Il lancio ufficiale di The RoyaLand è previsto nel corso del 2025. Quindi: parte single player con diverse missioni giocabili; parte multiplayer con mappa del single player ma regni diversi che controllano determinate aree entro le quali si potrà accedere ad attività competitive o collaborative. Ci saranno nove regni per le nove casate principali del gioco: ogni casata reale avrà un’area in cui si potrà accedere alle sfide multiplayer. Vogliamo anche introdurre elementi di commercio tra questi regni, in mano ai giocatori.
Emanuele Filiberto: Ci sarà anche il modo per i giocatori di unirsi in comunità che, dapprima piccole, si potranno poi trasformare in marchesati, contee, ducati… e perchè no poi diventare il re di RoyaLand. Ci saranno varie esperienze. Difesa dei regni attuali. ma anche conquista di altri regni per aumentare il potere ed il territorio.
Team Design e Marketing Neosperience: Una precisazione: lato metaverso ed NFT, gli NFT non sono più previsti.
Emanuele Filiberto: Esatto. Né metaverso né NFT.
Come mai avete scelto di abbandonare questa idea del metaverso?
Team Design e Marketing Neosperience: Il gioco non rientra nella definizione di metaverso, non ci spingiamo a definirlo così. È un gioco vero e proprio.
Quindi The RoyaLand è un vero MMO. Devo dire che siamo tanto stupiti quanto contenti di quanto ci avete appena detto. Diteci di più sullo sviluppo del gioco.
Emanuele Filiberto: Per lo sviluppo abbiamo incontrato varie società, anche americane e asiatiche. Quando mi è stata presentata Neosperience, che è un’importante realtà italiana per l’Intelligenza Artificiale, sono subito stato convinto. Mi offrivano qualcosa di nuovo che le altre case tradizionali di sviluppo di videogiochi non mi offrivano. Ho voluto prendere questa strada anziché una più tradizionale perchè voglio anche che ci sia una bella compontente di Intelligenza Artificiale all’interno del gioco, che reputo molto importante oggi, e loro possono offrirmela.
Team Design e Marketing Neosperience: Permettetemi di completare quanto già detto. È abbastanza centrale per noi l’apporto di educational e di esperienza narrativa. C’è un mondo solarpunk, e l’approccio non è quello del deathmatch e del massacro in solo. Al contrario c’è un tema anche proprio di strategia e di crescita, che si lega con l’educational. Il mood narrativo è fondamentale, al netto poi dell’implementazione su cui stiamo lavorando. Il gioco è realizzato in Unreal Engine 5, almeno nella parte single player. Ma al di là del motore grafico, quello che per noi sarà importante è il mondo e l’aspetto narrativo e l’unione delle esperienze con queste casate reali realmente esistenti che sono in definitiva il punto centrale del gioco.
Ci pare che questo progetto sia un progetto che tende a osare, e questo è buono. Ma dall’altra parte è evidente che se vi inserite da neofiti in un mercato come quello dei videogiochi vi esponete a delle critiche, alcune delle quali arriveranno anche solo per partito preso: quanta gente dirà “questi monarchici retrogradi che fanno l’MMORPG, ma cosa vogliono saperne”. Cosa rispondereste?
Emanuele Filiberto: Di nuovo voglio sottolineare che non voglio fare l’elogio della monarchia attraverso il videogioco. Il mio intento è quello di portare semplicemente la mia esperienza di vita. Io conosco bene questo mondo, il mondo dei reali, e so che questo mondo può suscitere interesse e curiosità. Da questo parto per il progetto The RoyaLand: se invece fossi stato un pilota automobilistico, sarei partito dalla mia esperienza di pilota automobilistico. Però questa è la base: saranno poi i giocatori a decidere come far procedere questo mondo, magari ribaltandolo e facendo un mondo anarchico o come lo vorranno loro. Si capirà nel gioco. Io non sto facendo l’elogio della monarchia e The RoyaLand non vuole essere uno strumento per ridare fiducia alla monarchia. È come se facessi in TV una storia sulla mia famiglia: racconto quello che racconto, poi chi la guarda commenterà a suo modo, ma io spero che si capirà l’intento di raccontare qualcosa in più che magari non si conosceva e quindi si sia contenti di aver appreso qualcosa di nuovo. Il mio non vuole essere un modo di spingere le persone a rivedere il mondo diversamente. Poi le critiche ci saranno sempre… Ma c’è affatto un’impronta ideologica in The RoyaLand. La mia differenza è che metto delle storie vere nella fantascienza del gioco.
Per ciò che concerne il modello di business, cioè la monetizzazione di The RoyaLand, avete già qualche idea?
Emanuele Filiberto: Anzitutto il gioco uscirà su PC. L’idea è quella di avere un prezzo di ingresso accessibile, e poi eventualmente monetizzare alcuni privilegi che possono essere interessanti per i giocatori che desiderano avere qualcosa di più in termini di partecipazione di eventi.
Team Design e Marketing Neosperience: Il gioco non sarà freemium. Ci stiamo orientando verso un prezzo iniziale, con possibili abbonamenti più costosi con prerogative particolari. Anche al di fuori del mondo virtuale, ci stiamo organizzando nel mondo reale per costituire eventi, per esempio, con le casate reali partecipanti al progetto, nei quali possano partecipare i giocatori di The RoyaLand magari dotati di un abbonamento più alto.
Questa idea di portare nel mondo reale il progetto The RoyaLand è comunque rimasta, malgrado non si parli più di metaverso?
Team Design e Marketing Neosperience: Sì, l’idea resta sebbene non l’abbiamo ancora implementata, ovviamente. Ma resta come obiettivo per il futuro.
Quando pensate di avere del materiale, al di là dei concept, da mostrare?
Team Design e Marketing Neosperience: Entro la fine dell’anno miriamo ad avere una versione embrionale, una demo giocabile da un pubblico ristretto e selezionato. A mano a mano che ci avvicineremo a quell’obiettivo, rilasceremo questo genere di materiale. Diciamo nella seconda metà del 2024.
Emanuele Filiberto: Vogliamo essere pronti, così quando arriveremo stupiremo: stupiremo anche chi magari è critico. Noi conosciamo la difficoltà di entrare in un mondo così competitivo dove ovviamente i soldi possono fare la differenza, ma noi come piccola realtà, come artigiani italiani, vorremmo mostrare che non contano solo i soldi ma che questo aspetto narrativo, culturale, su cui vogliamo fare leva può fare la differenza. È anche per questo che ho voluto rivolgermi ad una società italiana. Vi faremo avere presto notizie e alla fine dell’anno vi faremo provare i primi contenuti!
Conclusioni: Avanti Savoia
Al momento è ancora presto per esprimere giudizi su The RoyaLand. Molte cose sono ancora avvolte dal mistero, e non è del tutto chiaro come sarà strutturata concretamente l’esperienza ludica. Quello che possiamo dire è che il progetto ci ha certamente incuriositi: l’idea di un MMO che racconti la storia delle diverse casate reali del mondo, con l’interattività che solo i videogiochi permettono, è molto interessante e sperimentale.
Al contrario di quanto tanti potrebbero pensare, The RoyaLand non ha un’impronta ideologica e non intende esaltare o difendere l’istituzione monarchica, ma vuole dare ai giocatori la possibilità di cooperare e interagire liberamente all’interno di questo mondo virtuale di stampo solarpunk (magari anche ribellandosi alle casate reali, perché no?).
Emanuele Filiberto ci ha raccontato la sua visione mostrando un genuino entusiasmo per questo progetto estremamente ambizioso. L’abbandono degli NFT e del concetto di metaverso a favore di un vero e proprio MMO per PC è sicuramente un passo nella direzione giusta, così come anche l’utilizzo di Unreal Engine 5 come motore grafico. Tuttavia non sarà facile sfondare nell’affollato mercato videoludico odierno, nè fare breccia nel cuore di un pubblico sempre più esigente.
Aspettiamo dunque di saperne di più e di mettere le mani sulla demo giocabile, in arrivo entro fine anno, che ci permetta di provare il gioco in prima persona. Lunga vita al Re.
Ringraziamo Emanuele Filiberto e il team di Neosperience per la disponibilità e il tempo gentilmente concessoci.
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
Ragazzi mi raccomando, educazione e rispetto nel commentare. I commenti incivili verranno rimossi.
Sembra la stessa intervista che ha fatto StartUpItalia a Emanuele Filiberto di Savoia….
Non conoscevo StartUpItalia, ti ringrazio per la segnalazione!
Dalle macchinette mangiasoldi del padre ad un mmo del figlio.
Dall’intervista emerge che l’impostazione del gioco parte dalle basi di Second Life trasportate nel contesto monarchico; sono curioso di vedere cosa tirano fuori.
Quelli di Neosperience saranno sicuramente piu’ ferrati di marketing di me, ma personalmente penso ci sia molta poca gente in giro che abbia in simpatia le ex casate reali.
Anche se il gioco sara’ discreto fallira’ miseramente.
Bella intervista, mi è piaciuta e al di là di quel che sarà di questo progetto, non è cosa da tutti i giorni parlare di MMO con un Savoia ed una società di IA italiana, detta cosi pare l’inizio di una barzelletta, ma è stata interessante.
Sono curioso di sapere quanto costerà il pacchetto “aperitivo a casa Savoia” mi terrò informato!