Durante l’ultima assemblea degli azionisti di NCsoft, la compagnia sudcoreana proprietaria di famosi franchise come Lineage, Blade & Soul, Aion, Guild Wars e il prossimo all’uscita Throne and Liberty, ha presenatato i ricavi dell’ultimo trimestre del 2023 mostrando una chiusura non del tutto entusiasmante.
C’è stato però un dato che, oltre ad essere ribadito nelle slide pubblicate, è saltato subito agli occhi degli addetti ai lavori: “Q4 NA/EU sales grew by 15% qoq due to strong sales of Guild Wars 2“. Ebbene sì, l’MMO di ArenaNet ha trascinato il mercato occidentale del colosso sudcoreano, con buoni risultati nelle vendite e portando avanti un trend positivo fin dal lancio di End of Dragons nel 2022.
Questi risultati hanno fugato i dubbi di molti sull’entusiasmo del director Josh Davis, che nei mesi scorsi descriveva le vendite della terza espansione (che hanno sorpassato quelle di Path of Fire), e quelle della più recente mini-espansione Secrets of the Obscure.
Nonostante questa buona notizia, non è tardata ad arrivare una delle domande che da anni agita la community di Guild Wars 2: come sono possibili risultati simili nonostante le quasi inesistenti campagne di marketing?
Naturalmente non abbiamo risposte esatte, ma qualche idea ce la siamo fatta. Alla base di questo risultato c’è un connubio di fattori come una buona riorganizzazione della compagnia di Bellevue, un periodo buio per Blizzard e World of Warcraft e alcune peculiari caratteristiche del titolo. Ma andiamo con ordine.
ArenaNet ha passato un periodo critico a partire da febbraio 2019 con licenziamenti di massa, l’addio dello storico presidente Mike O’Brien e la travagliata season The Icebrood Saga, ma è riuscita a riprendere in mano le redini del franchise grazie a Colin Johanson, JoAnna Frazar e Josh Davis.
Con l’uscita della la terza espansione ambientata a Cantha è arrivata anche una rinnovata comunicazione con la community, che ha messo in chiaro la voglia degli sviluppatori di ottimizzare le energie dello studio per introdurre contenuti con una cadenza più coerente, dando più “consistency” a quelli già presenti invece di crearne di nuovi per poi abbandonarli.
Questa nuova visione ha dato speranza ai giocatori veterani e ne ha richiamati di nuovi da MMO più blasonati come World of Warcraft di Activision Blizzard, il colosso californiano che nello stesso periodo stava affrontando diversi problemi, con importanti emorragie di player in cerca di un “MMO-rifugio”. Tra il passaparola, il lancio su Steam e un numero sempre maggiore di content creator che lo provava, Guild Wars 2 è arrivato ad una platea sempre maggiore.
Se a tutte le motivazioni elencate aggiungiamo alcune sue caratteristiche vincenti come la progressione orizzontale, il core game free-to-play, l’assenza di canone mensile, la natura casual friendly e un ottimo comparto artistico si ottiene la miscela giusta per un risveglio d’interesse per questo MMO, ancora oggi uno dei migliori disponibili. Senza contare che se qualcuno vuole avvicinarsi al genere MMO Guild Wars 2 è uno dei migliori da cui partire.
Non sappiamo come si comporterà il titolo nel 2024, quello che è certo è che inizierà l’anno con The Realm of Dreams, il secondo corposo update di Secrets of the Obscure che inserirà tanti nuovi contenuti. L’auspicio è che ArenaNet riesca a mantenere questo trend finanziaro più che positivo, insieme alla chiarezza di intenti e l’impegno che ha dimostrato in questi due anni.
Voi che ne pensate? Guild Wars 2 merita di essere rivalutato?
Gamer Bucolico, Farmatore seriale, fin da bambino si prende una tremenda cotta per il mondo dei videogiochi. Approda su Guild Wars 2 dove, da anni, spaccia materiali T6 e pessime idee. Quando non sta su Tyria si abbuffa di serie TV o cerca di tornare giovane giocando a Magic. Coltiva Fastidio e false speranze mentre cerca di prendere un 18 all’esame di Morale Jedi.
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