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Starfield – Recensione di Plinious

Starfield – Recensione di Plinious

Finalmente su MMO.it tornano le recensioni live, il format in cui analizziamo e recensiamo un gioco in diretta insieme alla nostra community! Dopo Total War: Rome Remastered, Stray e Diablo 4, è giunto il momento di parlare di Starfield, il nuovo RPG spaziale uscito a inizio settembre dopo cinque anni di attesa e un rinvio di dieci mesi.

Il gioco sviluppato da Bethesda e pubblicato da Microsoft è disponibile su Xbox Series X/S e PC via Steam e Microsoft Store al prezzo di 69,99€. In aggiunta il titolo è incluso su Game Pass, sia la versione PC che quella Xbox. Il prodotto è interamente tradotto nell’interfaccia e nei sottotitoli, ma non è doppiato in italiano.

Ho giocato Starfield su PC grazie a un codice fornito da Bethesda, che ringraziamo.

 

Premessa

Considerate che questo articolo è una versione riassunta della recensione live che ho realizzato venerdì 29 settembre sul canale Twitch di MMO.it, che potete recuperare nel video qui sotto. Inoltre è importante evidenzare che questa è la mia recensione personale di Starfield. Certo, molte delle cose di cui parlerò sono fatti oggettivi, ma mi rendo conto che anche i gusti personali hanno un loro peso.

Sicuramente molti di voi stanno già adorando o adoreranno Starfield, giocandoci per centinaia e centinaia di ore. Questo è assolutamente legittimo: se vi state divertendo continuate a divertirvi, e che Dio vi benedica! Tuttavia nell’ottica di una recensione io devo assumere uno sguardo più analitico.

Un’altra annotazione editoriale: le mod sono belle e siamo tutti contenti che ci siano, però questo non va a influenzare il mio giudizio sul prodotto: io qui valuto il gioco originale, senza mod.

 

 

Partiamo subito col dire che Starfield è già un grande successo commerciale: il titolo ha superato i 10 milioni di giocatori tra PC e Xbox, e Bethesda ha comunicato che si tratta del “miglior lancio di sempre per un videogioco dell’azienda”.

Se Starfield rappresenta il vostro primo gioco targato Bethesda probabilmente lo adorerete. Ma chi, come me, ha un passato ricco di esperienze con i GdR del colosso americano, potrebbe avere uno sguardo più critico. Nonostante l’ambientazione fantascientifica, infatti, Starfield è un prodotto profondamente radicato nella tradizione Bethesda, persino più di quanto mi aspettassi. L’impostazione generale è molto simile a quella di Fallout 4, al punto che a tratti sembra quasi di giocare a una grossa mod spaziale di Fallout 4.

Ci tengo a precisarlo: Starfield NON è un brutto gioco. Tuttavia devo dire che francamente mi aspettavo di più. Forse avevo troppe aspettative? Personalmente ritengo che dopo otto anni di sviluppo e circa 200 milioni di dollari di budget fosse lecito aspettarsi qualcosa in più, soprattutto se consideriamo che l’ultima grande opera Bethesda, Skyrim, ha ormai 12 anni sulle spalle.

Ma andiamo con ordine: per evitare di costringervi a leggere un unico fittissimo wall of text, ho diviso questa recensione in tre parti, ognuna divisa a sua volta in sottocapitoli: i pro, i punti medi e i contro di Starfield. A queste parti seguiranno poi le mie conclusioni e il verdetto finale.

Siete pronti? Allacciate le cinture e preparatevi a un viaggio nello spazio profondo.

 

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Have you heard of the High Elves?

 

PRO: stelle nel firmamento

Come detto partiamo dai pro, ovvero quelli che a mio parere costituiscono i maggiori punti di forza del titolo.

Direzione artistica di alto livello

L’impegno di Bethesda nell’art direction di Starfield è evidente fin dai primi momenti di gioco. Gli sviluppatori sono riusciti a creare un universo “NASA-punk” affascinante, una fusione unica di estetica retrò spaziale e futurismo in cui tutto è sporco e sa di vissuto. Gli interni delle navi e delle stazioni spaziali sono curati nei minimi dettagli, rispecchiando le differenti culture e tecnologie dell’universo del gioco. I paesaggi spaziali sono un tripudio di luci e colori, con nebulose brillanti, stelle lontane e pianeti maestosi che riempiono lo sfondo.

Lore e worldbuilding: un universo ricco e dettagliato

Bethesda ha sempre eccelso nella costruzione di mondi vasti e dettagliati, e Starfield non fa eccezione. La lore è intrigante e ben sviluppata: il gioco immerge l’utente in un universo in cui ogni pianeta, città e stazione spaziale racconta una storia. È possibile prendere e interagire con ogni più piccolo oggetto presente nelle enormi mappe del gioco.

Da Nuova Atlantide a Neon fino ad Akila City, ogni luogo che esploriamo è un viaggio attraverso culture aliene, tecnologie avanzate e storie dimenticate. La sensazione di esplorare l’ignoto è palpabile, almeno all’inizio, e ogni scoperta aggiunge un nuovo pezzo al grande puzzle dell’universo di Starfield.

Storia, fazioni e personaggi

La scrittura di Starfield, sebbene non eccezionale (per dire, Fallout: New Vegas di Obsidian rimane superiore), è sicuramente migliorata rispetto al passato dei giochi Bethesda: le fazioni e i personaggi di Starfield rappresentano infatti uno dei principali punti di forza del prodotto. La software house ha alzato il livello con personaggi ben sviluppati che portano il giocatore in un viaggio attraverso alleanze, rivelazioni e tradimenti.

La main quest offre una storia interessante e coinvolgente, mentre le quest secondarie offrono approfondimenti sulle diverse fazioni e culture dell’universo di Starfield. Tuttavia in alcuni momenti la narrazione risulta un po’ troppo prolissa, con personaggi che devono spiegare ogni cosa a tutti i costi.

Offerta contenutistica: verso l’infinito e oltre

Se già i precedenti titoli Bethesda erano grossi, qui si raggiungono livelli inediti: Starfield è un gioco semplicemente mastodontico, che permette di esplorare ben 1000 pianeti e propone un’infinità di missioni, attività, dialoghi, eventi casuali, achievement e altro. A questo si aggiunge tantissimo loot, con una valanga di armi, armature, oggetti speciali e utility.

Inoltre Starfield è pieno zeppo di segreti e cose nascoste che scoprirete soltanto con una buona dose di attenzione e curiosità. Quindi siate pazienti e godetevi l’esperienza senza correre troppo.

 

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Alcune città sono davvero intriganti e affascinanti.

Astronavi e insediamenti

La personalizzazione di astronavi e insediamenti è una figata: l’editor delle navi è complicato da gestire, ma vastissimo. Starfield prende poi il sistema di insediamenti di Fallout 4 e lo espande all’ennesima potenza, per la gioia di chi passerà giorni interi a costruirsi la base perfetta. Tutto molto bello, qui non ho nulla da dire.

Albero dei talenti

Per quanto semplificato, Starfield è un vero RPG al 100%: ad esempio la creazione del personaggio è più stratificata di quella di Skyrim o Fallout 4. Il talent tree è interessante e permette una grande varietà di possibili build. Nota di merito per il boostpack, che aumenta la mobilità del personaggio ed è imprescindibile per muoversi più agilmente durante le nostre esplorazioni planetarie (livellatelo il prima possibile).

Invece non ho apprezzato il fatto che per sbloccare un’abilità bisogna aver investito almeno un punto nel relativo ramo (ad esempio lo stealth: se non spenderemo un punto non sbloccheremo nemmeno l’indicatore di visibilità base), perché a volte rappresenta un ostacolo artificioso alla progressione. Peraltro più di una volta mi è capitato di restare bloccato in certe quest perché avevo messo solo un punto nel talento dei digipick, senza la possibilità di proseguire. Il fatto che non ci siano modi alternativi per arrivare all’obiettivo della missione è un po’ deludente.

Colonna sonora: un viaggio emozionale nello spazio

Il famoso compositore israelo-statunitense Inon Zur ha realizzato una bellissima soundtrack che accompagna ottimamente l’epopea spaziale di Starfield, creando un’atmosfera che varia dal mistero all’azione, dalla solitudine del cosmo alle grandi battaglie spaziali. Tuttavia devo segnalare che non sempre la scelta musicale è azzeccata per il momento di gioco: talvolta mi è capitato di ascoltare una soave melodia mentre attorno a me volavano proiettili, granate, sangue e corpi smembrati.

Modalità New Game Plus

Il New Game Plus di Starfield è brillante: ovviamente non faccio spoiler, ma sappiate che concettualmente è molto intrigante. All’inizio potrebbe dunque avere senso concentrarvi sulla main quest, così da sbloccare il NG+ ed eventualmente godere di tutti i benefici che questo comporta, il che potrebbe tenervi impegnati per molte, molte altre ore.

 

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Il vero endgame è un piatto di spaghetti alla carbonara.

 

PUNTI MEDI: it just works

Adesso passiamo velocemente in rassegna i punti medi, ovvero tutte quelle parti di Starfield che non brillano, ma comunque funzionano. Senza infamia e senza lode, diciamo.

Il gioco Bethesda più pulito mai pubblicato?

Starfield si presenta come un gioco abbastanza pulito, con meno bug di quanto ci si potrebbe aspettare da un titolo Bethesda al lancio. Certo, un po’ di glitch e curiosi bug ci sono anche qui: ad esempio è da quando ho iniziato il gioco che il mio personaggio tende a guardare costantemente a sinistra, anche se sto camminando dritto. Sarà il torcicollo.

Tuttavia la maggior parte di questi problemi non sono gravi e non compromettono in maniera significativa l’esperienza di gioco. Nel dubbio, comunque, salvate spesso.

Comparto grafico e animazioni facciali

Esteticamente Starfield è molto piacevole a vedersi. I paesaggi sconfinati, i pianeti lontani e le luci delle città creano una tavolozza visiva accattivante. Tuttavia, avvicinandosi e osservando da vicino, si possono notare alcuni dettagli meno curati. È evidente che il gioco gira su un motore grafico ormai vetusto (ci torneremo più tardi), ma in generale il colpo d’occhio sui pianeti è buono.

Lo stesso purtroppo non si può dire per le animazioni facciali dei personaggi che, nonostante i miglioramenti rispetto ai precedenti titoli dello studio, risultano comunque mediocri. Niente di drammatico, ma le espressioni facciali durante i dialoghi (super zoomati come da tradizione Bethesda) appaiono spesso legnose e poco naturali.

Shooting e combattimento: un mix tra alti e bassi

Ma sapete che lo shooting di Starfield mi ha sorpreso? Mi aspettavo un disastro, invece non è così male. Certo non è Doom Eternal, ma tutto sommato è divertente. Provare le diverse armi da fuoco per vedere i loro effetti sui nemici è molto soddisfacente, tra revolver, mitra, fucili da cecchino, fucili a pompa, armi energetiche e così via.

Peccato invece per il combattimento corpo a corpo, che lascia davvero molto a desiderare. Le animazioni sono goffe e mancano di impatto, col risultato che sembra di colpire costantemente il vuoto.

Ci sono poi i poteri, abilità speciali che si acquisiscono da misteriosi artefatti. Carini, se non fosse che sono letteralmente gli urli di Skyrim (persino il tasto per attivarli è lo stesso). Personalmente l’ho trovata una meccanica con del potenziale, ma un po’ troppo derivativa.

Componente spaziale

La parte spaziale di Starfield è realizzata bene e lo stesso vale anche per il combattimento tra astronavi, che a volte può rivelarsi strategico, adrenalinico e molto impegnativo (sicuramente più dei combattimenti a terra). Avrei inserito volentieri questo paragrafo nei pro, ma il problema è che tutta la parte spaziale è sfruttata pochissimo.

A parte qualche sporadico incontro-scontro più o meno scriptato, infatti, il giocatore può skippare quasi completamente la componente interstellare a suon di fast travel. A differenza di titoli come Elite Dangerous o No Man’s Sky, qui la componente spaziale è solo un intermezzo tra un pianeta e l’altro. E per un gioco di esplorazione spaziale è uno spreco immenso.

 

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CONTRO: ombre nello spazio

Come prevedibile, è ora giunto il momento di passare in rassegna i contro, cioè quelli che secondo me i principali limiti e difetti del titolo, che lo tengono lontano dall’eccellenza.

Approccio al design: la quantità non è qualità

Come detto Starfield è un gioco contenutisticamente immenso, ma questa ricchezza è un’arma a doppio taglio. Non posso fare a meno di notare una notevole ripetitività di fondo: una vagonata di fetch quest uguali e semplicistiche, in cui spesso è più il tempo che si impiega per andare da un NPC all’altro che quello per completare l’incarico. Intendiamoci, un po’ di fetch quest ci sono in ogni RPG, ma qui sono davvero troppe.

Starfield soffre del classico problema del “quantity over quality”. L’ambizione di Bethesda di ricreare un universo immenso è ammirevole, ma molti pianeti e location finiscono per rivelarsi spogli e ripetitivi. Invece di centinaia di mondi banali e superficiali, forse sarebbe stato meglio avere un numero minore di pianeti, ma ognuno curato nei minimi dettagli e unico nel suo genere.

Profondità ruolistica

Starfield offre una fase di character creation variegata e con tante scelte, ma la verità è che purtroppo il background del personaggio ha un impatto quasi nullo sull’evoluzione della storia. Lo stesso si può dire anche per le fazioni.

Come dicevamo nei pro Starfield presenta una storia interessante, ma è un po’ “paracula” (perdonate il francesismo): cioè non importa come ti comporti o quali scelte farai, sarai sempre il grande eroe illuminato. Il percorso ci obbliga a seguire la massima moralità: in Starfield non ci sono quest particolarmente cattive o politically uncorrect (o almeno, io ne ho viste pochissime). Vi ricordate le side quest di Oblivion? Nelle missioni per la Confraternita Oscura si poteva letteralmente agire come assassini psicopatici. Qui purtroppo non c’è la stessa libertà morale.

Anche il sistema di scelte e conseguenze è deludente: spesso in Starfield hai solo l’illusione della scelta. Vi faccio un esempio senza spoiler: durante le mie avventure mi è capitato di affrontare un colloquio di lavoro per essere assunto nelle fila di una grande azienda spaziale. La prima volta che ho affrontato il colloquio è andata benissimo: ho dato le risposte migliori all’NPC e sono stato assunto subito. Spinto dalla curiosità, ho quindi ricaricato il salvataggio per affrontare il colloquio in maniera diversa e vedere come sarebbero cambiate le cose. Purtroppo devo constatare con amarezza che non cambia nulla: anche fornendo le risposte più sbagliate e fuori luogo, alla fine del colloquio verremo comunque assunti.

Dispiace vedere una tale superficialità ruolistica pochi mesi dopo l’uscita di Baldur’s Gate 3, che rimane lontano anni luce. Da questo punto di vista concordo appieno con una cosa che ha detto Falconero: in Starfield mi sono spesso sentito come un giocatore di Westworld, cioè un visitatore esterno che sta esplorando un mondo finto e artificiale creato apposta per lui.

Deficienza artificiale

Ma arriviamo all’elefante nella stanza: il vero problema di Starfield non sono i bug, ma i limiti strutturali che il gioco si porta dietro.

Purtroppo l’intelligenza artificiale è uno dei principali punti deboli del prodotto. Parliamoci chiaro: l’IA di Starfield è oscena, a tratti persino peggiore di quella di Skyrim o Fallout 4. I nemici hanno tempi di reazione eterni, al punto che spesso vengono crivellati di colpi prima che possano anche solo accorgersi di essere sotto attacco. Altre volte si comportano in modo assurdo e grottesco, incastrandosi nello scenario o lanciandosi in disperati e alquanto ridicoli tentativi di fuga, come mostra il video visibile poco sotto.

In generale l’IA rovina tanti momenti dell’avventura e rompe il senso di immersione, la credibilità dell’opera. Tra l’altro questo rende lo stealth e il sotterfugio davvero poco appagante.

 

 

I never asked for this

Anche i compagni che possiamo portarci dietro nell’avventura non sono da meglio: i companion hanno un talento innato nel mettersi sempre in mezzo alla linea di tiro tra noi e i nemici, ostruendo la visuale e bloccando il passaggio. Credo che il povero Vasco da solo si sia preso più proiettili di tutti i boss del gioco messi insieme.

Inoltre i compagni si comportano spesso in modo grottesco e incoerente con quello che dicono. Faccio un altro esempio senza spoiler: ad un certo punto ho deciso di imbracciare il fucile e fare una strage di innocenti in città. Tra guardie e semplici cittadini avrò massacrato una cinquantina di persone. Alla visione di questa orribile mattanza, il mio fidato Sam Coe è inorridito e mi ha abbandonato, giurando che non avrebbe mai più viaggiato con me. Mi è bastato tornare alla base, parlare con lui e scegliere due linee di dialogo in croce per risolvere tutto nel giro di 30 secondi. Non solo, mi ha persino chiesto un consiglio sulla sua dieta personale. Giustamente la forma viene prima di tutto.

 

Un curioso dettaglio su Sam Coe. Sapete che il doppiatore è lo stesso di Adam Jensen di Deus Ex? Il mitico Elias Toufexis.

Un’interfaccia da mal di testa

Senza tanti giri di parole: Starfield è probabilmente il gioco tripla A con la peggiore interfaccia che abbia mai visto. L’UI è inutilmente macchinosa e complicata e richiede decine di click superflui anche solo per le cose più basilari, come gestire e confrontare gli oggetti nel proprio inventario.

Invece di dedicarsi all’esplorazione, all’azione o ai dialoghi, spesso ci si trova a perdere interi minuti navigando tra decine di menu fatti male e poco chiari. Non aiuta il fatto che ci sono almeno una ventina di meccaniche “nascoste” che il gioco non spiega mai all’utente: potrei farvi un sacco di esempi, dalle icone sulla mappa all’uso dello scanner, ma c’è chi lo ha già fatto per me quindi vi rimando a questo articolo di IGN Italia. Peraltro l’UI di default è lockata a 30 fps, il che aumenta la sensazione di generale “laggosità” dei menu.

Come se non bastasse, a peggiorare ulterioramente la situazione c’è un sistema di gestione del peso che rappresenta una vera tortura per qualsiasi looter compulsivo come il sottoscritto. Basta lootare un po’ di oggetti in giro e dopo 10 minuti ci si ritrova con l’inventario pieno. Già m’immagino quello che molti stanno pensando: “e qual è il problema? Non prendere nulla no?”. Il punto è che il gameplay loop di Starfield spinge l’utente a farlo, perchè i crediti sono importanti e servono per acquistare utilissimi potenziamenti per le astronavi e altro.

Insomma, per me Starfield senza mod è quasi ingiocabile: ammiro chi ha la pazienza di gestire e tenere in ordine tutto l’inventario, ma a me viene solo un gran mal di testa. Alla fine ho risolto scaricando da Nexus Mod StarUI Inventory, Carry More Stuff e Smooth Ship Reticle, assolutamente imprescindibili per permettermi di godermi il gioco senza smadonnare continuamente. A dirla tutta, il fatto che molti dei principali problemi dell’interfaccia siano stati sistemati e messi a posto dai modder in un giorno dovrebbe dirla lunga.

Non è finita: la mappa superficiale dei pianeti è qualcosa di criminale, da denuncia. Il trionfo del puntinismo senza mezza informazione chiara e utile: sembra una roba pensata e implementata nel gioco in 5 minuti. Seriamente Bethesda, se mi senti sappi che è una feature che spero venga totalmente rifatta con le prossime patch.

 

È legale questa roba nel 2023?

Lo spazio è profondo e pieno di caricamenti

Andando al di là dell’interfaccia, più in generale Starfield ha un grosso problema: il gameplay viene costantemente spezzettato da caricamenti continui. Certo i caricamenti erano presenti anche nei precedenti titoli Bethesda, ma qui siamo a livelli record. C’è un loading screen per fare praticamente ogni cosa, che sia salire sull’astronave, andare in orbita, entrare in una stazione spaziale o persino in un singolo edificio. Si vede che l’engine fatica tantissimo a gestire tutta questa roba.

Di fatto in Starfield non si esplora un mondo virtuale, ma una serie di piccole istanze collegate tra loro. Persino la metropolitana che si può prendere a Nuova Atlantide, in realtà, non esiste: selezioni il quartiere da raggiungere, schermo nero e sei arrivato. Tutti questi caricamenti appesantiscono e rallentano l’esperienza di gioco in una maniera che per il 2023 appare ormai anacronistica. Starfield è proprio un’esperienza frammentata, molto più di quanto non lo fosse Skyrim ad esempio.

A proposito dei The Elder Scrolls, qui devo dire una cosa che probabilmente risulterà impopolare ai più, ma di cui sono profondamente convinto: da certi punti di vista Starfield è persino un passo indietro rispetto a Oblivion e Skyrim, e vi spiego perché. Esplorando il mondo in Skyrim succedono un sacco di cose memorabili: si trovano quest, dungeon, segreti, incontri casuali e altro. In Starfield no: a parte gli hub nelle città, e qualche punto d’interesse sparso qua e là, i pianeti sono sostanzialmente vuoti e privi di vita.

Anche l’esplorazione è ridondante, a causa di una generazione procedurale ripetitiva e poco interessante: bella le prime volte, sì, i primi pianeti che ho visitato mi hanno lasciato a bocca aperta. Poi ti accorgi che sono tutti uguali e allora anche basta. In Starfield, in altre parole, manca la magia dei giochi Bethesda.

Inoltre nel 2023 la totale assenza di veicoli a terra è inconcepibile. Starfield è un gioco di esplorazione spaziale in cui possiamo esplorare i pianeti solo a piedi: una volta scesi dall’astronave non ci sono veicoli nè mount nè niente. Capita spesso di dover fare infinite camminate di diversi chilometri a piedi. È un’esperienza alienante, nel vero senso del termine.

Ve lo ricordate il vecchio Mako di Mass Effect 1? Ecco, in confronto è grasso che cola, e parliamo del 2007.

Fast Travel: The Game

Oltre a questo non mi è piaciuto come è stato implementato il viaggio rapido, che è praticamente onnipresente: magari stai esplorando un pianeta sperduto e polveroso, pieno di creature mostruose. Ti accorgi di essere in difficoltà? Non c’è problema: apri la mappa, due click e ti teleporti a casa tua, dall’altra parte della galassia. Personalmente questo mi ammazza completamente il senso di immersione.

Qualcuno potrebbe dire che il viaggio rapido c’era anche nei precedenti giochi Bethesda. Ed è vero, ma il punto è che lì il fast travel era una possibilità, una scelta. In Starfield sei COSTRETTO a usarlo. Il gioco, infatti, non è chiaramente pensato per essere fruito senza usare il viaggio rapido. C’è chi ha provato e il risultato è stato davvero deludente.

 

 

RIP Radiant AI

Vi ricordate la Radiant AI di Oblivion, Skyrim e compagnia? Lì gli NPC la mattina si svegliavano e andavano a lavoro, la sera andavano in taverna e di notte tornavano a casa a dormire. Era un sistema semplificato, per carità, ma funzionava bene. E stiamo parlando di un gioco di 17 anni fa, con tutti i limiti tecnici e tecnologici di quel periodo (Oblivion addirittura girava su Xbox 360 e PlayStation 3).

Ecco, in Starfield questo sistema è totalmente assente. Gli NPC girovagano per le città come zombie: restano giorno e notte fermi su una panchina, oppure a girare a caso per poi piantarsi nello stesso punto. Sembrano pupazzi messi lì tanto per “riempire” senza dargli qualità.

Per questo dico che su certe cose Starfield è persino un passo indietro rispetto ai precedenti tioli della compagnia. Siamo nel 2023 e per forza di cose certe mancanze non passano più in secondo piano come un tempo.

Ottimizzazione e performance su PC

Starfield soffre di grossi problemi di ottimizzazione su PC, tra cali di frame rate, crash inaspettati e l’assenza del DLSS di NVIDIA (che ricordo è stato aggiunto dai modder, così come anche uno slider per il FOV). Da questo punto di vista io sono fortunato (ho una RTX 4070) e il gioco mi gira bene, ma a giudicare dai tanti benchmark online pare che la situazione sia abbastanza disastrosa, quindi tenete in considerazione la cosa se pensate di acquistare il titolo.

Alla luce di ciò le recenti dichiarazioni di Todd Howard (il quale ha dichiarato che il gioco è ben ottimizzato, e che sono i giocatori a dover aggiornare il PC) sono molto discutibili. Ma forse è il sintomo di un’azienda che ormai sa di poter dire praticamente qualsiasi cosa, vera o falsa che sia, tanto i suoi fan la adorano e i suoi giochi venderanno comunque milioni di copie.

 

 

3

CONSIDERAZIONI FINALI

Mi dispiace essere così critico: di solito io adoro i giochi Bethesda, ma questo l’ho trovato proprio faticoso, pesante da giocare. Starfield non è un brutto gioco, ma ha questa mentalità imperante del “quantity over quality” che si riflette in ogni cosa. Il problema è che non siamo più nel 2006, nè nel 2011: nel 2023 questa formula ha un po’ stancato, ormai sa di vecchio.

Starfield è un gioco di esplorazione spaziale in cui la destinazione conta più del viaggio, e questo è paradossale. C’era davvero bisogno di mettere 1000 pianeti in gran parte vuoti, ripetitivi e pieni zeppi di caricamenti? A mio parere sarebbe stato molto meglio concentrarsi su un unico sistema stellare, mettendo magari dieci pianeti ma tutti fatti bene, ben caratterizzati e liberamente esplorabili.

C’è anche un’altra riflessione da fare. Se ci pensate in Starfield non c’è niente che non sia già stato fatto meglio da qualche altra parte: se parliamo di visione, atmosfera e immersività è meglio Skyrim; se parliamo di storia e scrittura è meglio Fallout: New Vegas; se parliamo di dialoghi e scelte ruolistiche è meglio Baldur’s Gate 3; se parliamo di esplorare l’universo è meglio No Man’s Sky; se parliamo di simulazione e combattimenti nello spazio è meglio Elite Dangerous; se parliamo di shooting è meglio Doom Eternal (o qualsiasi altro shooter recente).

Il grande problema di Starfield, insomma, è che non esce mai dalla comfort zone: le sue ambizioni creative sono state ridimensionate da questa enorme resistenza al cambiamento di Bethesda. Sarebbe anche ora di mandare in pensione il vecchio Creation Engine per i prossimi progetti, già a partire da The Elder Scrolls VI (cosa che probabilmente non succederà, dato che Howard ha ribadito sia nel 2018 sia nel 2020 che anche TES VI userà lo stesso motore grafico, opportunamente modificato e potenziato per l’occasione).

In queste settimane tra forum, Reddit e YouTube ho visto tantissime persone cercare di giustificare le varie mancanze e lacune del titolo, e umanamente lo comprendo. Tuttavia ricordo che qui non stiamo parlando di quattro scappati di casa che hanno creato un gioco in un garage, ma di una software house miliardaria (Bethesda) che fa parte di una compagnia multi-miliardaria (ZeniMax) i cui prodotti vengono pubblicati da una multinazionale trilionaria (Microsoft) per spingere il suo settore del gaming con una campagna marketing incredibile, che ha coinvolto persino gli Imagine Dragons. È un dettaglio che non dovremmo mai dimenticare.

In conclusione Starfield è un gioco che può divertire e intrattenere, ma rimane estremamente derivativo e di innovativo non c’è praticamente niente, anzi è un passo indietro da diversi punti di vista. Secondo la mia opinione dopo 200 milioni di dollari e otto anni di sviluppo si poteva e si doveva fare molto, molto di più. E d’altronde il fatto che nelle recensioni degli utenti Steam Starfield sia stato superato persino da Fallout 76, e che ora sia il gioco Bethesda con la peggiore valutazione utenti di sempre, qualcosa vorrà pur dire.

Al momento non mi sento di consigliare di spendere 70€ per Starfield. Il mio consiglio è di giocarci tramite Game Pass, e poi se vi piace eventualmente valutarne l’acquisto.

Per questo il mio voto per Starfield è la sufficienza. Non voglio essere troppo severo, il gioco non è insufficiente, ma soppesando pregi e difetti proprio non me la sento di dargli di più. Pace.

 

Voto finale: 6/10

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Lebo86
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Recensione perfetta

PoisonLvy
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PoisonLvy

io sto aspettando di finire tutti i mod skyrim, prima di provare Starfield, ma soprattutto sto aspettando che qualche mod aggiunga magie e altre abilità di tes e magari pure le razze ( dwemer ci starebbe benissimo). In skyrim ci sono mod che migliorano la AI il combat, tutto,
quindi l’importante è che si facciano mod :)
Ormai le mod sono il gioco vero, un po’ come con le LEGO, e i modders gli unici sviluppatori interessanti e vicini all’utente, anzi a volte sono grandi artisti e pensatori che danno un contributo umanista oltre che tecnico, una figura che potrebbe diventar sempre più chiave se il livello di utenza dei videogiocatori si alzerà ed evolverà (cosa non scontata, visto che per esempio in politica dopo millenni siamo ancora ai soprusi e alle guerre…)

GamesQuitter
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GamesQuitter

Per me le mod in gioco dovrebbero essere prese come mod ed essere trattate quasi al pari dei cheat, mi spiace ma per quanto mi riguarda mi aspetto di pagare per un prodotto fatto e finito.

Miky Samurai77
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Miky Samurai77

ma si tratta di un single player non c’è nulla da cheattare, non c’è competizione con altri players, non è un MMO.
tu ti compri il gioco e sei libero di fare quello che ti pare, c’è chi si diverte a giocarlo e c’è chi si diverte a modificarlo.
i mods fanno parte della tradizione Bethesda da sempre e sono uno dei punti di forza di questi giochi, puoi modificare praticamente di tutto, io mi divertivo ai tempi di Morrowind Oblivion e Skyrim.

PoisonLvy
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PoisonLvy

le mod cheat? :’) 😂
ci sono mod che cambiano solo la grafica, i modelli e le texture, la luce, insomma l’estetica.
ci sono mod che aumentano AI dei nemici e difficoltà.
ci sono mod che aggiungono missioni e storie.
certo se conosci solo mod god mode, modalità dio che ti evitano di crepare e di permettono di instant killare, è un tuo problema, a parte che non ci vedo niente di male nemmeno in quello…se uno si diverte così. W il divertimento, non c’è solo la competizione…
poi sono d’accordo che il prodotto va valutato senza mod, ma la possibilità di moddarlo è tra le caratteristiche “senza mod”, una caratteristica CHIAVE per i miei gusti. praticamente ormai non immagino più un gioco senza mod… e siamo tanti su nexus…

Miky Samurai77
Guest
Miky Samurai77

tempo fa linkai un mod che mi aveva impressionato, praticamente ti consentiva di parlare con i compagni tramite microfono e questi ti rispondevano a tono o agivano di conseguenza, risposte e azioni complesse generate da AI, davvero immersivo.

per esempio è questo il tipo di evoluzione che mi sarei aspettate da SF rispetto ai precedenti giochi… invece siamo ancora con i dialoghetti a schermo con gli NPC che ti guardano con gli occhi sbarrati come ai tempi di Morrowind, e son passati 20 anni…

se ti interessa credo sia questo ma non ho tempo di controllare
https://www.youtube.com/watch?v=yUsbTGfObs4

Miky Samurai77
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Miky Samurai77

Grossa delusione questo SF, secondo merita un 5 su 10 come voto, è un gioco mediocre, sei anche troppo buono a dargli un 6. Avendo giocato tutti i TES del passato, saprei cosa aspettarmi da un gioco della Bethesda, quindi mi aspettavo le stesse meccaniche dei giochi precedenti, ma mi sarei aspettato anche un’EVOLUZIONE, un miglioramento delle stesse. E invece dopo 12 anni ci ritroviamo praticamente con uno Skirym spaziale, stessa AI degli NPC, stesso sistema dei compagni, stesse animazioni, stesse quest noiose e banali. Il combat è quello di Fallout anzi anche peggio, magari ai livelli + alti diventa un po’ + divertente ma devi sprecare dozzine di ore per arrivarci. Storie e ambientazione, uno dei punti di forza dei giochi Bethesda, addirittura sono un passo indietro rispetto a Skirym. Alcune novità ci sono… combat tra astronavi, il cosidetto ‘dogfight’: banale, non divertente, con la AI che rasenta la stupidità. Sistema di generazione procedurale dei pianeti: serve a creare enormi spazi vuoti che ti fanno solo perdere tempo per spostarti, ogni tanto si incontra qualche mob alieno, brutto ma brutto, con animazioni scadenti, incontri che offrono praticamente zero challange, mobs che stanno lì ad aspettare di essere ammazzati. Il… Read more »

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superfice piatta

tanto per capire a che LV hai fatto recensione esopratutto dopo quante ore?? …io lo finito 5 voltee mi sono divertito anche se sembre aun gico vecchio,le queste e le store sono fatte bene insomma come su skyrim,e sui vari pianeti se cerchi co sono cose fa fare certo che se giochi 2 ore a fai una recensione be che dire .Io con 130 mod attive e tutto me lo sono goduto e e tolti i limiti perchè ci sopno le mod per viaggiare da painetA A PIANETA E ANCHE CHE MOD CHE TOLGONO I LIMITI DI COSTRUZIONE ,ti permettonop di creare navi e avamposti assurdi,ma ripeto tutto questo lo fai con qualche ora in piu di un paio,anche avere la nave degli ASTRALI e la loro armor,tu cosa hai visto 2 pianeti? e fai una recensione PARZIALE.io sono il primo a dire che non è certo il gico del futuro ho , ma è divertente e poi moddarlo pa farte del divertimento.probabilmente tu sei uno di quelli che dice che F76 fa cagare senza sapere di cosa parli .insomma sei superficiale come sempre.quiendi su questo portale NEW WOLRLD è un capolavoro mentre qua lo bastonate senza menzionare i pregi… Read more »

Indrath
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Indrath

L’italiano, questo sconosciuto

Senryu
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Senryu

Ah certo, uno dovrebbe fare una recensione di un gioco con mille-mila mods attive?
Ma pensi anche prima di scrivere ogni tanto?
Ah, scusa…dimenticavo con chi sto parlando.

Miky Samurai77
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Miky Samurai77

ma il gioco deve essere buono anche senza mods, e onestamente SF non lo è, a detta della grande maggioranza delle recenzioni e dei voti online, se consenti c’è gente che può avere opinioni differenti dalla tua… magari senza insultare.

MFM
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MFM

A detta della stragrande maggioranza delle recensioni, veramente Starfield E’ un buon gioco, con 80% positive, 10 così-così e 10% NO.
Fatta questa correzione, continuate pure a scannarvi grazie.

Vantarsi di non capire un cazzo
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Vantarsi di non capire un cazzo

quelle stesse recensioni che davano 9 a cyberpunk, 9 a new world, 9 a diablo 4, ecc

MFM
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MFM

e danno un onesto 87-90 a cyberpunk 2077 phantom liberty.
Ma tu non preoccuparti, puoi sempre continuare a sognare il gioco che non esiste solo perchè ti piace fare il radical chic, e poi non giocare ad un cazzo ;-)

Miky Samurai77
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Miky Samurai77

@MFM
come vedi le opinioni dell’utenza sono sempre un po’ diverse da quelle di recensori giornalistiche di molti siti.
https://www.metacritic.com/game/starfield/user-reviews/

quelle su piattaforma pc sono addirittura sono sotto la sufficienza:
https://www.metacritic.com/game/starfield/user-reviews/?platform=pc

In questo senso MMO.it è generalmente + indipendente rispetto ad altri siti

A parte i voti della gente, se a te il gioco piace VA BENISSIMO, io son sempre stato un fan della serie TES con tutti i problemi che avevano, figurati.
Ma per quanto mi riguarda SF non mi ha soddisfatto per nulla, avevo molte + aspettative su questo titolo, e il mio giudizio resta negativo, semplicemente non mi diverte.

‘continuate pure a scannarvi grazie’ scusa dove vedi che mi scanno con qualcuno? ho solo espresso il mio pensiero.

Ottavio Fantasy
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Ottavio Fantasy

Chiamerei questa recensione: “il coraggio dell’indipendenza”