Gli sviluppatori di Siege Camp, già autori di Foxhole, l’MMO sandbox di guerra totale persistente con conquista territoriale ambientato nella seconda guerra mondiale disponibile su Steam, hanno annunciato il loro prossimo titolo: Anvil Empires.

Questo sembra una sorta di versione medievale di Foxhole, con caratteristiche simili nel senso di basarsi su una guerra totale in cui ogni soldato è un giocatore, ma con maggiore libertà dal punto di vista della costruzione degli avamposti e delle città. Se infatti su Foxhole i giocatori possono usufruire di un sistema di building piuttosto embrionale, su Anvil Empires dovrebbe esserci un’ampia possibilità di costruzione.

I giocatori potranno quindi creare intere città a partire dal nulla, a quanto pare ovunque vorranno all’interno del mondo medievale di Calligo. In seguito, questi stessi giocatori si faranno la guerra.

Anvil è un gioco multigiocatore di massa in cui migliaia di giocatori collaborano per costruire imperi, fare guerra e conquistare in un mondo online persistente. Marciate al fianco di eserciti di giocatori in massicce battaglie corpo a corpo e assedi su larga scala.

Non è ancora chiaro se Anvil Empires avrà alcune fazioni prefissate al lancio, come su Foxhole, o se permetterà maggiore libertà di diplomazia anche a seguito del rinnovato sistema di costruzione.

Anvil Empires entrerà in pre-alpha ad aprile, quindi la strada è ancora lunga. Al momento non è stata svelata una finestra di lancio. Gli sviluppatori precisano che la pre-alpha sarà completamente gratuita per chi sarà interessato a partecipare.

Per maggiori dettagli potete consultare la pagina ufficiale del gioco su Steam, mentre qui di seguito trovate il trailer di presentazione del gioco.

Fonte

Giacomo "Asczor" Conti

Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.