What Lies Beneath è il titolo del primo capitolo che apre un nuovo arco narrativo all’interno di Guild Wars 2: End of Dragons, la terza espansione uscita esattamente un anno fa. Il nuovo contenuto, annunciato a metà febbraio insieme a nuove importanti novità nella fruizione delle espansioni, è ora live sui server.
Questa nuova release è a tutti gli effetti un’aggiunta all’espansione e quindi gratuita per tutti i possessori di End of Dragons, indistintamente che si usi il client ufficiale o quello Steam.
Come succede ormai da anni ArenaNet ha invitato la redazione di MMO.it, in esclusiva italiana, a provare in anteprima il capitolo insieme ad una parte del team di sviluppo! Abbiamo avuto l’onore di testarne la storia, i suoi contenuti e di provare con loro la nuova mappa. Ringraziamo ArenaNet e i ragazzi di Guild Wars 2 Italia – Pessimismo & Fastidio per la collaborazione.
Come di consueto, non scenderemo troppo nei dettagli per evitare spoiler. Dopo una breve parentesi di pace si torna nel Jade Sea, perchè nelle sue profondità sta capitando qualcosa di grosso.
La crisi della Giada
What Lies Beneath parte poco dopo gli eventi che hanno portato alla battaglia che ha concluso il ciclo dei draghi di Guild Wars. Tyria è libera da questa minaccia, ma Cantha deve fare i conti con l’assenza della fonte che stava alla base del suo balzo tecnologico ed attualmente è in balia di una crisi energetica senza precedenti.
In questa fase di smarrimento la Jade Brotherhood, la fazione di malavitosi capeggiata da Chul Moo ormai integrata nel tessuto economico della società canthiana, ha trovato l’opportunità di guadagnare da questo scompenso energetico. Con le trivelle della compagnia rivale ferme e l’estrazione della giada bloccata, loro sono passati senza troppi indugi alle vecchie soluzioni: migliaia di minatori armati di pale, picconi ed esplosivi.
Il piano per incrementare i già floridi affari sembra perfetto, ma molti minatori tornano dalle profondità del mare di giada in preda a tosse convulsa, comportamenti violenti e allucinazioni. Ancora una volta l’avidità dell’uomo l’ha portato a scavare troppo a fondo e qualcosa di molto antico si è risvegliato.
Non è morto ciò che in eterno può attendere…
Dopo un breve rendez-vous con alcuni degli alleati conosciuti in End of Dragons ci dirigeremo a Gyala Delve, una cava di giada a est dell’Harvest Temple in cui si stanno verificando strani casi di pazzia e morti improvvise. Dopo aver parlato con i minatori, per lo più reticenti davanti alle nostre domande, dovremo scendere nelle profondità del Jade Sea. Prima di farlo dovremo munirci di filtri per i respiratori, perché nelle grotte e nei cunicoli al di sotto di questo mare solidificato aleggia una strana nebbia.
Da questo punto in poi scopriremo la mappa, la sua particolare suddivisione e il suo meta event.
Dal punto di vista del design Gyala Delve è realizzata davvero bene. ArenaNet riconferma la sua capacità di dar vita ad una mappa che dai pacifici esterni illuminati dal caldo sole canthiano e avvolti da una leggera foschia passa ad interni grandi e ricchi di particolari.
Notevoli le imponenti volte verdi, che mostrano cosa si cela sotto il Jade Sea, spezzate solo dai buchi fatti dalle gigantesche trivelle, da cui fa capolino la luce che va scomparendo man mano che si scende nelle profondità. Abbandonato ogni chiarore si fa spazio una vegetazione che duella con l’oscurità, casa per funghi di ogni genere e altro void.
Esatto, proprio quella forma di magia grezza e primordiale composta da tutti e sei i domini della magia. Il caos incarnato che riesce ad infrangere le regole della realtà. La scintilla che ha dato vita al mondo di Tyria e che mira a riportarlo ad uno stato primordiale al pari delle Mist. Non pensate che sia uno spoiler perché il nemico “che cercate” non è affatto questo, ma si cela alla fine del meta event della mappa.
Meta grande o piccolo? L’importante è come lo usi
Gyala Delve è suddivisa in quattro sezioni e a queste parole il pensiero dei veterani di Guild Wars 2 sta già andando a Drizzlewood Coast, la mappa dell’Icebrood Saga che ha inaugurato una strana commistione tra le meccaniche del PVE e quelle del WvW. Quell’esperimento, certamente interessante, non riuscì del tutto a causa di un eccessivo numero di sezioni da conquistare e la conseguente durata del meta che fiaccava l’entusiasmo dei farmer più incalliti, i quali, visto il dispendio di tempo, completavano solo la parte sud della mappa.
Questa volta ArenaNet sembra aver fatto tesoro degli errori commessi: il meta di Gyala Delve deve essere completato in 45 minuti, pena la sconfitta dei partecipanti per intossicazione da gas nocivi e il conseguente reset della zona. Capirete presto perché non è casuale l’uso dell’espressione “vai a lavorare in miniera” per augurare un’attività molto poco salutare.
Per far partire l’evento sarà necessaria una squad composta da almeno 10 giocatori che dovranno avanzare attraverso le caverne e sottrarre alla Jade Brotherhood il dominio di due avamposti. Dopo la conquista si deciderà la strategia: si può dividere la squadra in due e mentre una parte scende verso le profondità della mappa, l’altra rimane a difendere le due fortezze e fare upgrade, oppure dopo l’occupazione degli edifici scendere compatti nelle profondità verso lo scontro finale incuranti delle ondate di nemici che cercheranno di reimpossessarsi delle loro sedi.
Un ruolo importante ce l’avrà la mount Siege Turtle, che permette di affrontare più agilmente alcuni scontri e buttare giù alcune pareti che sbarrano la via verso il confronto finale. Altro consiglio che ci sentiamo di darvi, e che ci hanno dato gli sviluppatori di ArenaNet durante la prova, è di avere un Jade Bot equipaggiato con un power core di tier alto, così da avere più vitality e quindi più punti ferita. Questo perché i nemici sono tanti, ci sono gruppi di veterani ed elite che arrecano colpi in grado di controllarvi rendendo i combattimenti a tratti ostici.
Ogni incontro verrà ricompensato da diverse chest apribili grazie a delle chiavi specifiche che si ricevono da ogni evento completato. Se rimanete a corto di queste potete comprarle anche da un vendor dedicato presso l’accampamento principale scambiandole per materiali di uso comune. Tra le ricompense di fine meta troviamo un nuovo set di armi esotiche ispirate alla cultura Luxon, due daghe e una spada ascese di cui una con impugnatura reverse, due elmi, due bracciali e la nuova sedia chiamata Mining Rig.
Il rapporto di materiali/oro per ora, metro con cui si misura in maniera purtroppo impietosa il “valore” di un meta, sembra buono anche se è ancora presto per capire se sostituirà quelli di altre mappe. Un punto a suo vantaggio è una durata tutt’altro che eccessiva che lo contrappone a quello di Dragon’s End che brilla per epicità ma si dilunga troppo. Probabilmente questo meta non prenderà il posto di altri, ma si aggiungerà alla lista di farming dei giocatori portando ancora più gente a frequentare Cantha.
Conclusioni e riflessioni sul futuro
What Lies Beneath porta con successo un nuovo arco narrativo che espande le dirette conseguenze del finale di End of Dragons, andando andando inevitabilmente a rispolverare alcune vicende del primo Guild Wars. La storia è corta, di fatto è un primo capitolo che innesca una nuova trama con tanti possibili sviluppi e si conclude lasciando più domande che risposte. Durante il suo svolgimento il pensiero va alle Montagne della Follia di Lovecraft, ritorna una critica al progresso scellerato che non tiene conto dell’impatto ambientale e pone qualche dubbio sulle azioni del Commander che, dopo 10 anni, deve ormai affrontare il fatto che attira attorno a sé morte e distruzione, tema che per certi versi ricorda l’inizio del film Marvel Captain America: Civil War.
Per quelli meno inclini alla storia e più desiderosi di azione c’è un meta ben pensato che occuperà loro e la community per diverso tempo, anche se è ancora presto per giudicarne il grado di longevità di Gyala Delve. È comunque un buon episodio dove un meta equilibrato va a colmare la mancanza di una storia più lunga e strutturata. Facendo una metafora col mondo della ristorazione diciamo che il locale è molto bello, abbiamo mangiato bene ma ci siamo alzati dal tavolo con ancora un po’ di fame.
Ed è a questo punto che sorge un dubbio: è abbastanza per essere il primo contenuto che esce ad un anno dal lancio di End of Dragons? Senza dubbio c’è da riconoscere il lavoro fatto per il ritorno della prima stagione del Living World, con cinque episodi ben realizzati e apprezzatissimi. Quelli non si sono certo fatti da soli e hanno sicuramente richiesto un bel po’ di risorse. Allo stesso tempo non va dimenticato che per una grande fetta di giocatori quelle storie non erano proprio un “nuovo contenuto”.
Alle luce delle nuove comunicazioni di ArenaNet quel dubbio prende la forma di un timore. Da quel che sappiamo le prossime espansioni saranno più piccole, con uscite più frequenti, a un prezzo ridotto e con aggiornamenti trimestrali, e parole loro “alla prossima grande uscita mancano solo pochi mesi”. Quindi, alla fine, sommando tutti i fattori, come si colloca il capitolo What Lies Beneath all’interno di questa nuova visione? È la prima parte della transizione, l’incipit che ci porterà ad una patch più corposa nei mesi estivi? Ancora non lo sappiamo.
Ovviamente noi e i colleghi della stampa estera abbiamo chiesto informazioni in merito ma i developer non si sono sbottonati più di tanto e ci hanno salutato con un cordiale “vi faremo sapere”. La speranza ora è che oltre ad essere chiari nella comunicazione, terreno spesso accidentato per la compagnia di Bellevue, siano loro i primi ad avere idee solide sul rilascio di nuovi contenuti che, oltre tutto, devono scacciare il pensiero (diffuso nella community) che d’ora in poi si pagheranno i contenuti del Living World, che prima invece sono sempre stati gratuiti.
Queste ad oggi sono solo le preoccupazione di chi non vuole screditare il titolo ma lo apprezza, di chi dopo un 2022 da record spera di vedere Guild Wars 2 fare ancora meglio e allontanare dalla memoria quella sventurata parentesi chiamata Icebrood Saga. Insomma l’avventura dei nostri eroi, come quella di ArenaNet, è (ri)cominciata: se c’è una cosa certa è che questo 2023 sarà particolarmente importante per tutto il franchise di Guild Wars.
Voi che ne pensate? Fateci sapere la vostra opinione su questo nuovo contenuto.
Gamer Bucolico, Farmatore seriale, fin da bambino si prende una tremenda cotta per il mondo dei videogiochi. Approda su Guild Wars 2 dove, da anni, spaccia materiali T6 e pessime idee. Quando non sta su Tyria si abbuffa di serie TV o cerca di tornare giovane giocando a Magic. Coltiva Fastidio e false speranze mentre cerca di prendere un 18 all’esame di Morale Jedi.
Per me che non ho mai seguito con molto interesse la storia, poco importa se è più breve, mi auguro che serva a produrre più contenuti ripetibili in futuro. Sono contento che abbiano proposto un meta innovativo e che richiede una maggiore coordinazione…Oltre a quello è stato aggiunto qualche contenuto pve (strike o frattale) ?
Hanno introdotto un nuovo meta, ben fatto ma di certo non innovativo. Hanno riutilizzato alcune meccaniche in una formula più snella rispetto a quanto visto nella mappa citata di Icebrood Saga. Nell’anteprima non ho scritto di Strike Mission e Fractal perché in questa patch non sono stati aggiunti. ArenaNet ha detto che arriveranno ma senza specificare una data.
mmm peccato, mi aspettavo qualcosa di più. Quantomeno potevano aggiungere una nuova strike.