In un lungo articolo su Bloomberg, il famoso ed affidabile giornalista Jason Schreier ha inteso fare il punto della situazione su Grand Theft Auto 6, avendo una serie di informazioni molto interessanti da rilasciare al pubblico. E c’è effettivamente da fidarsi del noto giornalista-leaker, che difficilmente in passato ha sbagliato con le sue previsioni e i suoi dietro le quinte.
Invece di fare come si legge online ovunque su internet, e di proporvi una semplice lista di possibili informazioni su GTA 6, è più opportuno capire perchè certe feature sono ora sviluppate in un certo modo. Infatti, Rockstar Games non è più la stessa, e non saranno di conseguenza gli stessi i videogiochi che dalla software house verranno rilasciati.
Innanzi tutto, i protagonisti. Due sembrano essere i personaggi principali di GTA 6: una donna latina ed un generico uomo del quale non si sa ancora nulla: una coppia di criminali che dovrebbe scimmiottare Bonnie e Clyde. La donna latina, nello specifico, nasce come idea a seguito della trasformazione interna di Rockstar che ha dapprima modificato il suo ambiente lavorativo, e poi ampiamente rimodulato la sua satira ed il suo noto tocco ironico. Infatti, a Rockstar vigeva una cultura in inglese definita “un club per ragazzi” (boys’ club), intendendo con ciò una serie di atteggiamenti tendenzialmente maschilisti e tardo-adolescenziali, estremamente discutibili dall’iper-sensibilità contemporanea.
Ma attenzione: fu proprio questo connubio di elementi a portare alla creazione di gemme come GTA III, GTA IV, GTA V o Red Dead Redemption. Giochi che non facevano sconti e non intendevano scendere a compromessi (anche se spesso correvano il rischio di diventare parodie di se stessi). Tanto per dirne una sui tempi che cambiano, in GTA V le battute definite transfobiche sono state rimosse dalle ultime versioni. In generale, secondo Schreier su GTA 6 tutte le battute aventi a che fare con minoranze sono state ridotte drasticamente rispetto ai precedenti titoli. Sentiamo quindi le parole di Schreier:
Mosse come queste un tempo sembravano impensabili per un’azienda il cui franchise più venduto è una rappresentazione satirica dell’America che prevede l’impersonificazione di gangster che uccidono civili e in cui le donne sono per lo più rappresentate come oggetti sessuali. Grand Theft Auto V era una parodia nichilista che lanciava insulti a tutto, dai conduttori radiofonici di destra ai politici liberali. All’interno dell’azienda, il tono non era molto diverso. I dipendenti di Rockstar hanno descritto una cultura del posto di lavoro piena di bevute, risse ed escursioni negli strip club. L’azienda è stata uno dei primi simboli di un problema di settore, quello delle lunghe ore in ufficio, noto come “crunch”, in cui ci si aspettava che il personale rimanesse alla scrivania molte notti e nei fine settimana per rispettare la data di uscita fissata per il gioco.
Ora non è più così: un dipendente intervistato sempre dallo stesso Schreier ha definito la compagnia “trasformata da un club per ragazzi ad una impresa vera e propria”. Quanto di questo gioverà allo spirito dei videogiochi, ed alla loro anima, ancora resta da vederlo.
A fronte di questo, è comunque opportuno dire che i problemi di crunch a Rockstar sono ben noti, ed è un bene che vengano presi in considerazione ed eliminati – così come sta avvenendo sempre più nel mondo dei videogiochi. Questo cambiamento di paradigma per Rockstar si è riverberato anche nell’ambientazione di GTA 6.
Originariamente, pare che GTA 6 fosse stato previsto come un titolo gigantesco, ed infatti il suo nome provvisorio era Project Americas, intendendo con ciò qualcosa che avrebbe unito non solo una molteplicità di città o di stati, ma perfino entrambe le Americhe. Poi, a Rockstar ci si è detti che bisognava tornare coi piedi per terra – come del resto è avvenuto per tutto quanto aveva a che fare con la compagnia.
Così, a quanto pare GTA 6 sarà ambientato in una città ispirata a Miami (probabilmente Vice City, anche se il nome non è confermato). Se facciamo 2+2 ed uniamo i protagonisti all’ambientazione, sembra delinearsi un quadro la cui trama prenderà in rassegna i problemi, le frizioni ed i disagi che sono presenti nelle comunità ispaniche – un po’ come GTA San Andreas prendeva in rassegna le problematiche tipiche delle comunità nere.
Come in parte vi avevamo più volte anticipato nei nostri Salotti, GTA 6 si pone come un titolo soggetto a continui aggiornamenti, anche se non si sa quanti concentrati sul single player e quanti su un eventuale multiplayer che evolva la formula di GTA Online.
Secondo Schreier, il piano di Rockstar è quello di aggiornare continuamente il gioco, aggiungendo nuove missioni e persino nuove aree con una cadenza regolare. Nello specifico, il mondo non sarà tanto vasto in termini chilometrici, ma sarà molto dettagliato, e buona parte degli interni paiono essere esplorabili.
Questa faccenda del mondo piccolo e degli interni esplorabili, però, farà comparire qualche punto interrogativo sulla testa di chi ha qualche anno sulle spalle e ricorda i comunicati che venivano diramati durante la lavorazione dei vecchi GTA, a partire da Vice City, passando per San Andreas e continuando su GTA IV. Sempre in ogni circostanza prima dell’uscita di un GTA si è parlato di un mondo meno vasto ma più dettagliato, e la questione degli interni esplorabili è ormai una sorta di meme nello sviluppo di questi giochi. Chissà che con GTA 6 diventi finalmente realtà.
Infine, occorre tenere presente altri due dettagli non da poco che contribuiranno allo sviluppo di GTA 6. Il primo è che non c’è fretta. Questo, secondo Schreier, lo dicono gli sviluppatori e lo dicono i bilanci. Secondariamente, la nuova cultura di Rockstar non impone il crunch e GTA V è il prodotto d’intrattenimento più redditizio di sempre, continuando a fatturare milioni tramite GTA Online. Non c’è quindi alcun bisogno impellente di “superarsi” e di tirare fuori dal cappello, in breve tempo, qualcosa di nuovo e rivoluzionario. E pensare che sono passati quasi dieci anni da GTA V.
A Rockstar gli sviluppatori sembrano comunque tendenzialmente contenti. La nuova cultura è apprezzata – soprattutto per ciò che concerne i diritti dei lavoratori. Secondo un membro dello staff intervistato da Schreier, il fatto che Rockstar sia cambiata ha reso i giochi “migliori per tutti quelli che ci lavorano sopra, e migliori anche per quanti li giocheranno”.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Felice per la rimozione del crunch, un po’ meno per il resto e detto sinceramente ho un brutto presentimento in generale.
Già…e c’è il detto: squadra che vince non si cambia, poi anche il politically correct non mi convince, la rockstar è sempre stata irriverente e funzionava bene, lo stile: me ne frego di tutte le regole funziona bene, guardate South Park…