Che Battlefield 2042 non fosse un capolavoro questo era evidente. Ma che fosse così brutto, forse no. In ogni caso, continua il trend discendente che l’ha portato ad avere ora meno giocatori su Steam del precedente capitolo, Battlefield V, già deludente.
La delusione della community è tale che Valve ha dovuto correre ai ripari, cercando di arginare le polemiche garantendo un rimborso al di là delle sue stesse regole. Normalmente, infatti, per ottenere un rimborso su Steam è richiesto che siano passati meno di 14 giorni dall’acquisto del gioco e che questo non sia stato giocato per più di due ore. Ma nel caso di Battlefield 2042 i rimborsi sono attualmente garantiti anche al di là di queste limitazioni. Indubbiamente, un pessimo segnale per il titolo, ma apprezzato dagli utenti.
Ma nemmeno questi rimborsi così generosamente elargiti hanno placato la community. Anzi, in alcuni casi la polemica è stata accesa ancora di più: gli utenti PlayStation, ad esempio, sono inviperiti dal fatto che sulla loro piattaforma non sia possibile ottenere un rimborso a condizioni simili a quelle di Steam.
A meno di due mesi dal lancio ufficiale, quindi, la situazione per Battlefield 2042 sembra molto negativa. Il noto insider Tom Henderson ha scritto su Twitter che persino un distributore di cheat a pagamento ha annunciato che interromperà la vendita di “servizi relativi al gioco”: la motivazione sarebbe sostanzialmente legata al fatto che “Battlefield 2042 sta morendo“, e il numero di utenti attivi è talmente basso che offrire cheat a pagamento non è più remunerativo.
Qui di seguito trovate la replica dell’ultimo streaming di Plinious. Voi avete provato Battlefield 2042? Cosa ne pensate?
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Ben gli sta, così imparano a fare giochi decenti invece di monetizzare a qualunque costo…