Continua la bufera in casa Activision Blizzard: tutto è partito a fine luglio con la causa intentata dal Department of Fair Employement and Housing (DFEH) dello stato della California contro l’azienda di Irvine, citando tra le accuse gravi casi di molestie, discriminazioni contro le donne e differenze salariali sul posto di lavoro. A questo sono seguite le testimonianze di centinaia di dipendenti e sviluppatori, che hanno organizzato una grande marcia di protesta e uno sciopero al grido di #ActiBlizzWalkout.
L’altroieri il presidente di Blizzard J. Allen Brack, probabilmente su spinta della dirigenza, ha annunciato le sue dimissioni, e verrà sostituito da Jen Oneal e Mike Ybarra. Brack era diventato presidente della compagnia nel 2018 dopo le dimissioni di Mike Morhaime, lavorava in Blizzard dal 2006 e rappresentava uno degli ultimi esponenti della vecchia guardia (fu lui ad annunciare World of Warcraft Classic alla BlizzCon 2017).
Oggi una nuova tegola di abbatte sulla compagnia: gli azionisti hanno infatti intentato una causa legale contro Activision Blizzard per aver tenuto nascosti i casi di molestie e discriminazione sul posto di lavoro. Le indagini da parte della DEFH sono durate ben due anni, durante i quali però nessuno degli investitori è stato informato del problema.
Ad occuparsi della causa è lo studio legale Rosen Law, secondo il quale chiunque sia stato un investitore Activision Blizzard tra il 4 agosto 2016 e il 27 luglio 2021 soddisfa i requisiti per prendere parte alla class action.
La tempesta che si è scatenata contro Blizzard sta avendo forti ripercussioni a livello economico e d’immagine. Oltre al boicottaggio di molti utenti, che hanno detto di voler abbandonare World of Warcraft o altri titoli della software house in segno di protesta, Kotaku riporta che alcuni importanti sponsor della Overwatch League si sono già sfilati a seguito della causa legale.
Infine ricordiamo che il team di sviluppo di WoW ha annunciato di aver rimosso contenuti, personaggi e commenti ritenuti inappropriati all’interno dell’MMO, anche nella versione Classic, a seguito delle polemiche emerse. Vi terremo aggiornati in caso di ulteriori novità.
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
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