Grazie a una nuova inchiesta di Kotaku torniamo a parlare di Skull & Bones, il misterioso progetto piratesco di Ubisoft annunciato per la prima volta all’E3 2017. Secondo il giornalista Ethan Gach, il titolo è un tipico caso di “development hell”, ovvero un gioco con uno sviluppo estremamente lungo e complicato.
Skull & Bones è infatti nato nel 2013 come un aggiornamento post-lancio di Assassin’s Creed IV: Black Flag, di fatto un’espansione multiplayer, per poi diventare un progetto a se stante, un MMO a tutti gli effetti.
Secondo fonti interne all’azienda che sono volute restare anonime, nel corso di questi otto anni Ubisoft sarebbe arrivata a stanziare oltre 120 milioni di dollari per lo sviluppo del titolo, un budget enorme da tripla A che, però, finora non ha ancora portato a risultati concreti. Questo è dovuto a diverse ragioni, tra cui Gach cita una mancanza di visione, un’idea confusa sul modello da adottare, numerosi rifacimenti e rinvii dello sviluppo e addirittura una “cultura del lavoro tossica”. D’altronde lo scorso maggio un’indagine ha messo in luce diversi casi di molestie sessuali avvenute all’interno della compagnia.
Queste informazioni, sebbene manchi qualsiasi conferma ufficiale, sono state condivise anche da altre fonti negli scorsi mesi, quindi non giungono come inaspettate. Ricordiamo che già un anno fa era emerso che il concept di Skull and Bones era stato totalmente ripensato per diventare un live service, decisione che aveva di fatto resettato lo sviluppo del gioco, notizia confermata anche lo scorso settembre, quando il publisher francese ha dichiarato che il titolo godeva di una “nuova visione” e che sarebbe stato necessario più tempo del previsto per completarla. Sono avvenuti anche alcuni cambi nei vertici del team di sviluppo, come per il ruolo del creative director, passato dalle mani di Justin Farren a quelle di Elisabeth Pellen, una veterana dell’industria che ha diretto il level design di Splinter Cell: Pandora Tomorrow e ha partecipato allo svliuppo di vari Assassin’s Creed e Far Cry.
Adesso, tuttavia, la situazione per Skull & Bones sembrerebbe più positiva. Un portavoce di Ubisoft ha infatti dichiarato:
Il team di Skull & Bones è orgoglioso del lavoro svolto su questo progetto e non vede l’ora di condividere maggiori dettagli quando sarà il momento. Dall’ultimo aggiornamento, la produzione del gioco ha raggiunto e superato la fase Alpha. Detto questo, qualsiasi speculazione infondata sul titolo o sulle decisioni prese può soltanto contribuire a demoralizzare il team. Stanno lavorando molto duramente per inaugurare un nuovo franchise e fare sì che l’IP sia all’altezza delle aspettative dei nostri giocatori. […]
Nell’ultimo anno, abbiamo apportato modifiche significative alle nostre politiche e ai processi decisionali, con l’intento di creare un ambiente di lavoro più sicuro e inclusivo che sappia offrire ai nostri team gli strumento per creare giochi che riflettano la diversità del mondo in cui viviamo.
Secondo la multinazionale francese, quindi, lo sviluppo di Skull and Bones procede a gonfie vele: il prodotto è finalmente entrato in fase alpha e potremmo saperne di più già quest’anno. Rimane da vedere come sarà il gioco alla fine, dopo tutte queste revisioni e reboot.
Qui di seguito vi lasciamo il video gameplay mostrato all’E3 2018, anche se ormai non ha più molto valore. Voi siete interessati al nuovo sandbox multiplayer piratesco di Ubisoft?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
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