Non si tratta di un buon periodo per Valve: l’azienda proprietaria del celebre marketplace digitale è infatti nuovamente nel mirino legale per “abuso del potere di mercato della piattaforma Steam”. L’accusa mossa alla corporation americana è quella di aver abusato del potere del suo negozio digitale per impedire ad altre piattaforme di distribuzione di poter competere sui prezzi.
Secondo quanto riportato dall’Hollywood Reporter, ad essere sotto accusa è una particolare clausola dello Steam Distribution Agreement, il contratto proposto da Valve agli sviluppatori che intendono pubblicare sulla piattaforma. Si tratta di una Clausola della Nazione più favorita (CNPF), ovvero le software house che pubblicano nel negozio acconsentono che il prezzo impostato da Steam sarà uguale a quello degli altri rivenditori. Ciò implica poca concorrenza sui prezzi, isolando completamente la piattaforma Valve dalla competizione e mettendo una barriera artificiale di entrata a potenziali nuovi concorrenti.
Questa azione legale mossa dallo studio dell’Ohio Vorys Sater, quindi, sottolinea come la sopraccitata clausola stia aiutando a mantenere i prezzi alti dei videogiochi, danneggiando potenzialmente anche altri negozi come Epic Games Store e Microsoft Store.
Qui di seguito riportiamo un estratto dell’azione legale, ma se masticate un po’ di inglese potete visionare l’intero documento di 27 pagine direttamente nell’articolo a cura di Eriq Gardner. In alternativa potete fruire solo del documento a questo indirizzo.
Invece, Valve abusa del potere di mercato della piattaforma Steam imponendo agli sviluppatori di giochi di stipulare una disposizione “Most Favored Nations” (n.d.r. in italiano conosciuta come Clausola della Nazione più favorita) contenuta nell’accordo di distribuzione di Steam, in base al quale gli sviluppatori del gioco concordano che il prezzo di un gioco per PC sulla piattaforma Steam sarà lo stesso prezzo al quale gli sviluppatori vendono i loro giochi per PC su altre piattaforme.
Nel documento è possibile visionare anche esempi concreti su titoli molto conosciuti, come The Outer Worlds, Borderlands 3 e Sea of Thieves, evidenziando come a parità di prezzo Steam applichi commissioni più alte rispetto ai suoi diretti competitor.
La decisione sul prezzo non è dettata arbitrariamente dagli operatori di ogni singola piattaforma, bensì è contrattata dagli sviluppatori e dal publisher in accordo con gli operatori della piattaforma di vendita. Rimuovendo la sopraccitata clausola viene concesso più potere contrattuale agli sviluppatori e ad altri negozi digitali che, in questo caso, possono offrire incentivi e prezzi migliori agli sviluppatori stessi.
Secondo la rivista britannica Rock, Paper, Shotgun non si hanno ancora risposte da parte di Valve sulle accuse legali mosse dalla Vorys Sater. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della storia.
In queste ultime settimane la corporation di Gabe Newell ha ricevuto anche una maxi multa dalla Commissione Europea, questa volta per aver violato le regole antitrust dell’Unione Europea. La Commissione, nello specifico, sanziona Valve e altre grandi publisher dell’industria videoludica per aver praticato geo-blocking all’interno dell’Area Economica Europea (EEA). È inoltre necessario segnalare un’altra causa che ha riguardato il colosso americano, accusato di essersi appropriato di informazioni presenti in un brevetto SCUF per lo sviluppo dello Steam Controller. Cause e accuse a cascata che, se ufficializzate, potrebbero cambiare radicalmente le modalità di operazione di Valve negli Stati Uniti, con ripercussioni anche nel nostro panorama europeo.
Fonte 1, Fonte 2, Fonte 3, Fonte 4
Studente di Scienze Politiche e Sociali, Damians è appassionato di videogiochi, film, serie TV e fumetti. Ah e non dimentichiamo anche la musica e, ovviamente, la politica. Discute di queste cose in continuazione e ha sempre qualcosa da dire. Dentro MMO.it ha finalmente trovato lo spazio per continuare a parlare di ciò che gli piace senza assillare i passanti. Insomma, una fortuna per la quiete pubblica.
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