Dopo un periodo di accesso anticipato è appena arrivato il lancio ufficiale di Torchlight 3, il nuovo capitolo del franchise che fin dal 2009 ha divertito miriadi di giocatori diventando un titolo di rilievo nel panorama degli action RPG hack ‘n’ slash.
Sviluppato da Echtra Games e distribuito da Perfect World Entertainment, dopo l’annuncio nel 2018 è passato dal chiamarsi Torchlight Frontiers, un MMO free-to-play disponibile anche per mobile, al cambio di rotta di questo gennaio che, dopo i pareri dei giocatori dell’alpha test, l’ha riportato alla sua vecchia natura.
Torchlight 3 è tradotto in italiano ed è disponibile su PlayStation 4 e Xbox One al prezzo di €39,99 e su PC via Steam (dove l’abbiamo provato noi) a €33,99, mentre su Nintendo Switch uscirà il 22 ottobre. Vi ricordiamo che se volete restare aggiornati su tutte le novità del titolo, potete entrare nel nostro gruppo Facebook dedicato.
Dopo tutti i cambi di rotta e i miglioramenti apportati durante l’Early Access, quindi, riuscirà questo titolo a sostenere il peso di un’importante eredità e convincere gli amanti del genere? Scopriamolo insieme.
Storie di Frontiera
Fin dai primi istanti del gioco verrete scaraventati in queste lande desolate in cui le poche città presenti tentano di tenere a bada le orde di mostri che minacciano la loro esistenza. Questo incremento di attacchi non è casuale ma legato alle attività di un nemico ancora più grande. Un temibile rivale ha architettato nell’ombra un piano per instaurare un regno fondato sul caos e la distruzione. Sarà vostro il compito di fermare l’oscuro burattinaio che muove i fili delle creature aberranti che infestano queste regioni.
La storia è semplice, immediata e lineare e riesce a pescare diversi elementi dal lore del franchise. Nonostante questo la narrazione è molto risicata, i dialoghi sono asciutti e lasciano il compito di approfondire l’intreccio a dei totem disseminati nelle mappe. Questi vi faranno ascoltare alcuni passaggi della storia dal punto di vista dei nemici o di personaggi differenti dai quest giver trovati in città. Se da un lato questa scelta potrebbe deludere i fan più accaniti della saga, sarà ben vista da chi preferisce l’azione alle “chiacchiere”.
L’aspetto grafico è gradevole anche se non riesce a spingere quanto dovrebbe sugli scenari e sulle animazioni, soprattutto dopo otto anni dal suo illustre predecessore. Si applica ma non eccelle, gli manca cioè quel guizzo che stupisce e incolla lo sguardo allo schermo: ne è un esempio la palette cromatica, così satura che a tratti appesantisce quel mondo cartoonesco che ha reso famoso Torchlight. Anche all’interno dei numerosi dungeon generati proceduralmente si nota una scarsa varietà nelle ambientazioni e nella tipologia di nemici, aspetti che sono solo le prime delle cicatrici che mostra il titolo dopo il cambio d’identità. Discorso simile alla grafica per le musiche, carine ma anch’esse con poca varietà.
Dal punto di vista tecnico Torchlight 3 è ben ottimizzato: non abbiamo incontrato alcun bug o crash durante le nostre sessioni di gioco. L’interfaccia, dopo le modifiche apportate nei mesi scorsi, si lascia fortunatamente alle spalle la dubbia qualità del primo design tornando ad essere funzionale e sobria allo stesso tempo.
La classe non è acqua
Le classi di Torchlight 3 sono uno degli elementi migliori del gioco. Con un’estetica piacevolmente assurda, che riesce anche in questo capitolo ad uscire dai canoni classici del gioco fantasy, queste saranno ottime compagne di viaggio nelle avventure della frontiera. Non sono classi rivoluzionarie nelle meccaniche ma sono dotate di una grande versatilità, divertono e fanno venir la voglia di provarle tutte:
- il Mago del Crepuscolo, rielaborato durante il periodo di Early Access, riesce a dominare la luce e l’oscurità e fonderle insieme. Ha potenti incatesimi ma possiede anche le skill per il combattimento melee.
- Il Forgiato è un robot steampunk molto versatile che può equipaggiare qualsiasi tipo di arma, diventando letale a qualsiasi distanza. Potrebbe essere paragonato al classico guerriero, ma le “abilità sfiato” del suo busto-caldaia vi faranno capire che è molto di più.
- Il Tiratore Scelto, l’ultima classe aggiunta nel gioco, è il ruolo ranged per eccellenza. Dà il suo meglio dalle lunghe distanze, ma possiede ottime abilità per il controllo dei nemici e alleati che possono attaccare in mischia. Attenzione perché non ha munizioni infinite e starà a voi dosarle o aspettare che si ricarichino col tempo.
- Il Mastro Rotaia è la classe più particolare del titolo: armati di un martello gigantesco, vi farete largo tra i nemici con un treno come alleato. Su delle rotaie create automaticamente questo mezzo vi sarà vicino nei combattimenti, e starà al giocatore decidere se aumentare la potenza del maglio o se aggiungere nuovi vagoni. Accumulare la risorsa “resistenza” permetterà alle skill di avere effetti ancora più devastanti.
Nonostante le classi risultino ben congegnate, arrivano altri nodi al pettine. Il cambio di rotta da MMO ad action RPG si fa sentire ancora, e non sarà l’ultima volta. Nella fase di creazione del nostro avatar ci sono poche alternative alla personalizzazione, fattore che porta irrimediabilmente ad appiattire l’estetica generale. Sarebbe stato bello vedere almeno un altro paio di classi ma, nonostante questa mancanza, quelle presenti sapranno soddisfare tutte le esigenze di combattimento che la frontiera vi metterà davanti.
Purtroppo l’assenza delle statistiche e di un terzo ramo di skill è un passo indietro rispetto a Torchlight 2. Probabilmente il vecchio progetto, che prevedeva un rilascio anche su mobile, ha fatto prendere alla compagnia delle decisioni che hanno semplificato fin troppo le meccaniche del gioco. Queste ne hanno ridotto la profondità rispetto ai predecessori, correndo il rischio di inficiare la longevità del titolo in un mercato videoludico che perdona sempre meno errori.
Fortunatamente con l’introduzione delle abilità reliquia, aspetto reworkato durante l’accesso anticipato e che approfondiremo tra poco, si raggiunge una buona differenziazione tra le build. È stata messa una buona pezza, ma si è persa l’ennesima occasione per arricchire un aspetto così importante per questo genere.
Loot e reliquie
Il sistema di reliquie introdotto da Torchlight 3 pone di fronte al giocatore una scelta molto importante. Ogni volta che creerete un personaggio, oltre alla classe dovrete scegliere di usare un potente oggetto magico che vi donerà dieci abilità speciali, cinque attive e cinque passive. Questi nuovi poteri andranno ad arricchire il pool delle vostre skill e lavoreranno in sinergia con le altre. Questa caratteristica, che era stata progettata per il crafting del titolo (inizialmente si potevano costruire tutte le reliquie e prenderne i poteri equipaggiandole come oggetti), è stata successivamente fusa durante la creazione del personaggio al fine di differenziare maggiormente le classi, producendo nuove opzioni di combattimento.
Come dicevamo questo sistema colma la mancanza del terzo ramo di skill, ma fallisce nel tentativo di innovare. Se invece di questo “scambio” le reliquie fossero diventate un quarto ramo della build del personaggio forse Echtra Games avrebbe fatto un passo avanti con pochi sforzi. Anche in questo caso, le dubbie scelte prese durante le fasi iniziali di design hanno lasciato il segno.
Per quanto riguarda il loot system, Torchlight 3 è arrivato ad un discreto equilibrio. All’inizio del periodo di Early Acces il sistema non era ben rifinito e permetteva di trovare troppi oggetti leggendari. Con alcune patch la cosa si è sbilanciata nuovamente ma al contrario, fornendo drop inutili e poco accattivanti, castrando in parte la longevità delle mappe. Fortunatamente alla fine gli sviluppatori hanno trovato la quadra e il loot system della versione 1.0 è apprezzabile in ogni fase del gioco.
I problemi di cui parlavamo prima, comunque, sono stati confermati dall’arrivo di tante recensioni negative su Steam. Molte di queste erano ingiustificate perché si riferivano a problemi ai server che sono stati sistemati quasi subito. Questo avvenimento ha però portato gli sviluppatori capitanati da Max Schaefer a spingere ancora di più sulla comunicazione con la community. Il team ha raccolto molti dei suggerimenti arrivati, migliorando in maniera considerevole un titolo che non aveva ancora deciso cosa voleva essere.
Il forte
Un’introduzione valida di Torchlight 3 sono i forti personalizzati. Questa nuova area cerca di unire le caratteristiche dell’housing a quelle di un hub contenente strumenti utili per il personaggio.
Utilizzando i materiali raccolti nelle regioni potrete decidere se abbellire il cortile interno del castello o costruire postazioni dove poter cambiare le vostre build, aumentare le resistenze agli attacchi elementali o cambiare i vostri compagni animali. Poter accumulare elementi d’arredo, ampliare la collezione di pet e cambiarli a seconda delle loro caratteristiche è un’altra peculiarità di questo capitolo che riesce ad aggiungere stimoli all’esplorazione.
Il forte personalizzabile aggiunge qualcosa in più al franchise, anche se lo fa tramite un sistema di crafting allo stato embrionale, un lascito di quelle parti di MMO che ancora il titolo contiene. Nonostante le virate tra generi diversi, Echtra Games è riuscita a riassettare questa sezione del gioco dandogli una dimensione ed un ruolo più che dignitoso. Sfugge però il motivo per cui si debba passare dal forte ogni volta che si cambia mappa: questo contribuisce a una certa sensazione di déjà vu.
“Genio!”
Infine parliamo del contenuto endgame di Torchlight 3: il Dun’djinn di Fazeer. Il genio protagonista del secondo capitolo, dopo qualche secolo di viaggi, ritorna per donare agli avventurieri una serie di sfide sempre più complesse. Creerà infatti dei dungeon di difficoltà crescente in cui si potranno applicare anche dei bonus e dei malus per movimentare la discesa nei livelli.
Questa modalità di gioco è difficile, frenetica ma molto divertente e in modalità cooperativa riesce a raggiungere l’apice delle sue potenzialità. È qui che diventano importanti le sinergie tra le skill della vostra build e quelle dei vostri compagni: un ottimo banco di prova per tutti i giocatori che vogliono misurare le proprie capacità. Appena ne avete la possibilità correte quindi a scambiare due parole con Fazeer, non ve ne pentirete.
CONSIDERAZIONI FINALI
Torchlight 3 è un titolo che diverte ed ha una buona longevità, soprattutto se giocato in multiplayer. Fa bene il suo compito, ma durante il viaggio nella frontiera diventeranno lampanti i tratti del gioco in cui lo studio aveva le idee confuse. Nonostante una genesi travagliata, comunque, Echtra Games ha saputo mettersi in discussione virando sull’unica scelta possibile: ridare ai fan della saga un titolo che ricordasse i precedenti. Anche se non è riuscita a sfornare un prodotto paragonabile all’ultima fatica di Runic Games, la software house ha saputo ascoltare la community e rimboccarsi le maniche. L’eccessiva semplificazione di alcune meccaniche ne ha appiattito un po’ il ritmo, ma nonostante questo il titolo è cambiato parecchio da quel progetto tarato al ribasso che si era visto durante le prime settimane di Early Access.
Torchlight 3 sembrava un disastro annunciato, ma si è salvato in corner. È un vero peccato veder mancare l’occasione per innovare il franchise ma del resto, si sa, stando troppo vicini all’Ember si corre il rischio di rimanerne corrotti.
Gamer Bucolico, Farmatore seriale, fin da bambino si prende una tremenda cotta per il mondo dei videogiochi. Approda su Guild Wars 2 dove, da anni, spaccia materiali T6 e pessime idee. Quando non sta su Tyria si abbuffa di serie TV o cerca di tornare giovane giocando a Magic. Coltiva Fastidio e false speranze mentre cerca di prendere un 18 all’esame di Morale Jedi.
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