Second Life, come si sa, non è un MMORPG tradizionale. È più che altro una simulazione di vita, o meglio, di seconda vita, nella quale un po’ tutto e permesso e funge da piattaforma sociale sulla quale costruire ciò che gli utenti vogliono.
Proprio per via dell’assoluta libertà concessa e della possibilità di creare ciò che si vuole, questo ecosistema non poteva rimanere immune dalla campagna elettorale statunitense, che sta regalando, com’era già accaduto nel 2016, aneddoti di grande potenzialità – al netto dell’inquietudine dagli stessi provocata a noi europei.
Sui cieli, a ridosso degli edifici ed in giro ovunque per Second Life recentemente c’è stata una vera e propria invasione di pubblicità pro e contro Trump. Ci sono stati utenti che hanno creato modelli apposta per pubblicizzare il proprio candidato di riferimento, ed altri che hanno comprato appezzamenti di terra e li hanno tappezzati di cartelloni pubblicitari. Sono nati molti personaggi pseudo-fake il cui unico obiettivo è stato quello di andare in giro per la mappa di gioco a spammare slogan politici.
Più di tutto, com’è costume su internet, si è fatta sentire la cosiddetta “alt-right”, con tanto di slogan razzisti ed un “Police Lives Matter” di gran gusto declamati ad ogni piè sospinto. Dall’altra parte, qualche sagace utente ha affisso cartelloni modificando il logo di Trump per far leggere “TRUMP/PUTIN”, come se entrambi fossero candidati alla Presidenza. Lo slogan? “Make America Hate Again”.
Eventi simili erano già accaduti nel 2004, nel 2008, nel 2012 e soprattutto nel 2016, quando ci fu una prima esplosione su Second Life di merchandise politico sparso qui e là per il mondo.
Ma adesso, pare che Linden Lab ne abbia avuto abbastanza: ha proibito l’affissione di messaggi politici nelle lande pubbliche, relegandoli solo agli spazi privati.
In molti si sono dimostrati d’accordo con il provvedimento: più di tutto, la motivazione è che la politica già permea le vite di ognuno ed è sgradevole portarsela dietro anche in un videogioco.
Dall’altra, c’è chi non solo ha subito un pregiudizio economico dalla proibizione (un utente scrive di aver comprato ben 47 cartelli pro-Trump e di averli dovuti rimuovere, non sapendo più cosa farsene), ma anche chi lamenta una limitazione della libertà di espressione.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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