Resident Evil 3 Remake è uscito ufficialmente il 3 aprile su PlayStation 4, Xbox One e PC tramite Steam, e con esso anche la modalità multiplayer REsistance. Un prodotto inaspettato all’interno del titolo di casa Capcom che ha immediatamente suscitato il mio interesse, lasciando però riecheggiare nella mia testa la domanda: è una modalità di cui si sentiva il bisogno?
La risposta è: no, non se ne sentiva particolarmente il bisogno. La modalità c’è ed è anche interessante, ma non aggiunge molto all’esperienza complessiva di Resident Evil 3 Remake. La campagna a singolo giocatore infatti è solida, per quanto poco longeva, e probabilmente sarebbe stato più saggio concentrarsi di più e meglio su di essa, piuttosto che su una modalità multigiocatore che costringe a sottrarre tempo e risorse al single player.
Prima di lanciarci nell’analisi del prodotto vi ricordo di leggere la nostra recensione del remake di Resident Evil 3 e di vedere il gameplay delle prime due ore di gioco (ovvero metà gioco) sul canale YouTube di MMO.it. Qui di seguito potete vedere il trailer ufficiale di REsistance.
An evil mastermind
Resident Evil REsistance, questo il nome ufficiale, è una modalità multigiocatore dalla struttura molto peculiare. Qui i giocatori si risvegliano all’interno di un complesso sconosciuto e devono cercare di scapparvi ammazzando gli zombie in agguato ad ogni angolo. Un altro giocatore, il Mastermind, deve invece scegliere quali creature gettare contro i player e quali trappole piazzare per rallentarli, utilizzando il sistema di telecamere presente nella mappa. La modalità è quindi caratterizzata da un gameplay asimmetrico 4v1 molto simile a quello di Dead by Daylight, survival horror prodotto da Behaviour Interactive. A livello creativo invece la compagnia nipponica sembra aver preso ispirazione dai classici dell’horror splatter (il cosiddetto genere torture porn) come Saw L’enigmista, commistionato al background e allo stile di Resident Evil.
La mappa di gioco, costruita con un level design di buon calibro, è divisa in diverse aree. Per poter passare all’area successiva i giocatori dovranno risolvere l’enigma di quella stanza entro la scadenza di un timer. All’interno delle aree è possibile trovare delle stanze sicure dentro cui riprendere fiato qualche minuto ed effettuare degli acquisti utili durante la partita. Disseminati per la mappa si possono poi trovare i Crediti Umbrella, una valuta acquisibile durante la partita e spendibile nelle stazioni per acquistare erbe curative, come l’erba verde, o armi e munizioni.
Oltre all’erba verde sono presenti altre varietà di piante, come l’erba gialla e quella blu: queste possono rimuovere status ed effetti applicati al nostro avatar da parte di trappole con veleno o morsi di qualche creatura evocata dal Mastermind. L’arsenale prevede diverse armi corpo a corpo che possiedono, a fianco della loro icona, un numero che indica la loro “vita” e resistenza: utilizzando l’arma questa si usura e quando arriva a zero si rompe e viene tolta dall’inventario. È però possibile riparare gli oggetti attraverso degli appositi kit di riparazione o usando le abilità di alcuni personaggi specializzati. Si tratta di una meccanica survival che aggiunge all’interno del gioco una componente di disagio maggiore, portando il giocatore a dover compiere un’analisi un po’ più particolare della situazione prima di ingaggiare uno scontro con degli zombie o prima di addentrarsi in luoghi senza supporto.
I survivor selezionabili possiedono caratteristiche e abilità intrinseche utili nel completamento della mappa, cosi come i Mastermind hanno dei personaggi che possono essere scelti, ognuno con le sue trappole e creature specifiche. Sono disponibili anche dei perk sbloccabili man mano che si progredisce nei rank e nell’esperienza, permettendo una personalizzazione un po’ più profonda del personaggio.
Il Mastermind, invece, possiede un deck di carte con creature e trappole da utilizzare durante la partita: questo deck può essere modificato nella schermata di personalizzazione e permette al giocatore di variare il proprio gameplay di partita in partita. In mano al Mastermind c’è una discreta varietà di creature da schierare in campo contro i giocatori: si tratta di zombie e mostri di cui si è avuto un accenno o uno scontro diretto durante la campagna di Resident Evil 3 Remake.
Il deck di un Mastermind può quindi essere composto anche dai temutissimi Licker o dai giganteschi Tyrant, di cui l’esempio più celebre è il Nemesis. L’utente possiede anche la possibilità di controllare direttamente tutte le bioarmi giocate per ostacolare i survivor, uscendo quindi dal semplice controllo delle telecamere e schieramento sul campo.
RE(sistance) Engine
Il feeling dei controlli è esattamente come quello di Resident Evil 3 Remake: i movimenti sono molto fluidi e il RE Engine è ben ottimizzato. Questo motore grafico si dimostra in grado di reggere alla perfezione anche la modalità online, mantenendo alta la qualità dell’immagine e la stabilità del frame rate.
Resident Evil REsistance risulta insomma molto interessante, sicuramente non innovativo, ma comunque in grado di intrattenere l’utenza. I problemi della modalità non risiedono tanto nel suo design, bensì nella scelta commerciale effettuata da Capcom, che ha preferito annettere REsistance alla campagna single player invece di renderla disponibile separatamente, e nel fatto che questa sembra mancare di giocatori.
Meglio Stand Alone?
REsistance è una modalità fondamentalmente neutra, che però diventa negativa nel momento in cui viene aggiunta al pacchetto Resident Evil 3 Remake. Le aspettative per il remake dello storico titolo Capcom erano altissime e ritrovarsi all’uscita con una durata media della campagna di sole 4 ore e una modalità multiplayer non richiesta è senza dubbio una fonte di disagio. Un disagio nato sostanzialmente da una scelta commerciale abbastanza infausta e poco consona al prodotto che si è cercato di riportare nel mercato contemporaneo.
Vedendo il successo di prodotti simili a REsistance, come il sopraccitato Dead by Daylight (che su Twitch racimola più di 20.000 spettatori), viene da pensare che una formula del genere possa essere molto più vincente rispetto a quella messa in campo dallo studio giapponese. Vendendo separatamente REsistance con un modello buy-to-play, oppure direttamente free-to-play con microtransazione cosmetiche, Capcom avrebbe reso il titolo decisamente più appetibile anche per gli appassionati di Resident Evil. Invece non soltanto la modalità è giocabile solo acquistando Resident Evil 3 Remake, ma contiene anche delle microtransazioni per accelerare l’acquisizione della valuta di gioco. Questo rappresenta un modello di business non attuale, accettabile solo se il gioco avesse un costo inferiore o comunque un modello più sostenibile.
La scelta non è stata delle migliori e la poca affluenza di giocatori (Steam Charts registra un picco di 1790 giocatori nelle ultime 24 ore) è probabilmente il sintomo che i consumatori si sono sentiti in qualche modo traditi rispetto alle loro aspettative su Resident Evil 3 Remake. A questo punto è logico pensare che la modalità sia stata preparata apposta per compensare i tagli avvenuti all’interno della storia principale e controbilanciare un po’ l’estrema velocità nel completamento della campagna.
CONSIDERAZIONI FINALI
A penalizzare Resident Evil REsistance non è qualcosa di intrinseco al suo design, ma qualcosa di fortemente influenzato da variabili di contesto: REsistance non è infatti una modalità mal sviluppata di per sé, ma il suo affiancamento alla campagna ha penalizzato sia la prima che la seconda. La sua uscita viene percepita come un tentativo di rattoppare la carenza di contenuti nella storia principale, senza però aggiungere granché all’esperienza complessiva.
Un gameplay asimmetrico molto interessante, un level design ben studiato e delle meccaniche complessive di buon livello non bastano ad elevare il prodotto Resident Evil 3 Remake più in alto di così. In altre circostanze e con altri modelli di business REsistance avrebbe potuto ritagliarsi una sua fetta di pubblico, ma così il suo destino non sembra essere dei più rosei, a meno di futuri cambi di rotta da parte di Capcom.
Studente di Scienze Politiche e Sociali, Damians è appassionato di videogiochi, film, serie TV e fumetti. Ah e non dimentichiamo anche la musica e, ovviamente, la politica. Discute di queste cose in continuazione e ha sempre qualcosa da dire. Dentro MMO.it ha finalmente trovato lo spazio per continuare a parlare di ciò che gli piace senza assillare i passanti. Insomma, una fortuna per la quiete pubblica.
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