Il 4 marzo 2000 Sony rilasciò in Giappone PlayStation 2, senza ombra di dubbio la console più influente di sempre. All’epoca il mondo era decisamente meno interconnesso di oggi, e ci vollero mesi perchè la PlayStation 2 arrivasse in occidente, cosa che avvenne poi nell’autunno di quell’anno.
Immediatamente la console fu un successone. La concorrenza all’epoca era rappresentata soltanto da Nintendo, che fu sbaragliata, dal momento che Microsoft non aveva ancora rilasciato la sua Xbox. Anche l’assenza di competitor è un fattore da considerare quando si vuole analizzare il motivo del successo planetario della PlayStation 2, che ad oggi è ancora la console più venduta di tutti i tempi, e di gran lunga.
Essa rimase in produzione ben dopo l’uscita della PS3, nel 2006: esemplari di PS2 continuavano a venire prodotti ancora nel 2013. E fu in larga misura grazie al successo planetario di PlayStation 2 se i videogiochi iniziarono ad entrare nella cultura di massa e a diventare il medium che conosciamo oggi. Forse qualche nostalgico potrebbe vedere in ciò l’inizio della fine, ma quel che è certo è che quel 4 marzo del 2000 fu uno spartiacque della storia videoludica: una sorta di scoperta dell’America.
Statista, noto sito di grafici e… statistiche, ha pubblicato un’interessantissima infografica che mostra i dati di vendita di tutte le principali console, da quando furono lanciate ad oggi. La PlayStation 2 domina la classifica con 155 milioni di copie vendute (stando ai dati Sony): più di 50 milioni di copie in più della PS4, che malgrado le critiche è in seconda posizione con 109 milioni di copie vendute. Molto più indietro si situa Microsoft con le sue Xbox.
Ricordiamo infine che a fine anno uscirà la prossima console di casa Sony, che si chiamerà ufficialmente PlayStation 5 o PS5.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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