Inutile che ci prendiamo in giro: Astellia Online è un prodotto che ha palesato fin da subito l’obiettivo di fare cassa facile, essendo peraltro stato chiuso in Oriente proprio in concomitanza con la release occidentale su Steam.
La situazione di oggi, però, è così grave da essere con ogni probabilità al di là della legalità. Astellia viene infatti venduto su Steam come se fosse un grande DLC, e i DLC, essendo contenuti esclusivamente digitali che non potrebbero funzionare da soli, ma richiedono un altro gioco completo, non sono rimborsabili.
D’altra parte, questa deroga che i DLC hanno all’usuale politica di Steam di refundare i giochi entro 14 giorni reali o 2 ore di tempo effettivo di gioco è comprensibile. Si pensi ad esempio ai vari bonus in-game che si possono ottenere comprando i DLC più disparati: nel caso di un MMO, chiunque potrebbe accedere ai vantaggi dati dai DLC e poi, nel giro di due ore, farsi rimborsare il prodotto – mantenendo però ciò che ha ottenuto sul suo personaggio.
Ecco quindi che è arrivata l’idea tanto geniale quanto illecita degli sviluppatori di Astellia, che hanno deciso di puntare, economicamente parlando, il tutto e per tutto sui giocatori che loro malgrado hanno deciso di spendere soldi sul titolo: pubblicarlo come DLC esclude questi ultimi dal diritto al rimborso. Se il gioco poi fa schifo, sono problemi di chi l’ha comprato – e intanto i soldi sono entrati a titolo definitivo nelle tasche degli sviluppatori.
Chiaramente, dopo che si è diffusa la notizia e la gente è rimasta allibita da questo comportamento, Barunson E&A è uscita allo scoperto spergiurando di “essere al lavoro con Valve per un fix rispetto a questo problema”, che comunque “non è mai stato un qualcosa di voluto”. Verrebbe da chiedersi com’è possibile che migliaia di sviluppatori hanno pubblicato i loro giochi su Steam e mai nessuno ha avuto una storia come questa.
Insomma, il sospetto che Astellia sia una sorta di scam è sempre più plausibile. Questo errore non è perdonabile e dimostra l’intenzione degli sviluppatori, che puntavano a fare cassa sul gioco in Occidente dopo averlo chiuso in Oriente, negando a chiunque la possibilità di ottenere i propri soldi indietro. Sono congetture troppo pesanti? Forse, ma come diceva un noto uomo di Stato, a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Voi avete provato questo MMORPG? Che ne pensate?
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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