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Che cos’è Dragon Lord? – Speciale

Che cos’è Dragon Lord? – Speciale

La scorsa settimana ci siamo occupati di un’interessante curiosità dell’internet, cioè il MMORPG browser-based League of Angels, le cui pubblicità si trovano spesso navigando per i siti ma di cui pochissimi sanno effettivamente qualcosa. Il ritratto che ne è uscito scongiura qualsiasi intento truffaldino e mostra il gioco per quello che è: un MMO dal sapore molto orientale, che punta su dei gusti estremamente diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati, fortemente incentivante al pagamento microtransazionale, ma che onestamente svolge il suo lavoro.

Oggi ci occupiamo di un altro di questi titoli peculiari, Dragon Lord. Anche su di esso si vede talvolta della pubblicità in giro per l’internet, e anche esso, come League of Angels, è un browser game progressivo con un’enfasi sul gruppo (di NPC) e sul PvP, sviluppato e distribuito da Esprit Games. La grafica cerca di spingere al massimo per la tecnologia che le è concessa (si tratta pur sempre di un gioco che deve funzionare su un browser…) ma risulta inferiore rispetto a League of Angels, che è dagli appassionati di questo genere di giochi ritenuto il capostipite in tal senso.

Dragon Lord sembra voler puntare maggiormente su una formula simil-gestionale, dando la possibilità ai giocatori di creare una città e gestirla, reclutando nel frattempo eroi per il proprio esercito. La trama? Molto semplice, ce la fornisce il sito ufficiale: “Il signore dei draghi oscuri semina distruzione e caos sulle tue lande”. Così è.

A sancire il successo, almeno in Oriente, di Dragon Lord sembra essere stata la possibilità di tamare i draghi, rendendoli amici e potendoli potenziare e modificare. Il combat system, come tipico dello stile orientale, è simile a quello che si poteva vedere su Final Fantasy, e alla lontana ricorda persino Heroes of Might and Magic: un sistema a turni con il nostro party a sinistra e quello dei nemici a destra.

 

Dragon Lord Che cos'è Dragon Lord

La schermata di combattimento di Dragon Lord: è interessante notare l’interfaccia, tipicamente orientale con i numeroni, ma anche occidentalizzata, con le spell in basso e i globi di vita e mana simili a quelli di Diablo. Una commistione peculiare.

Deve esserci un qualche gusto che noi occidentali non comprendiamo appieno che si rileva nella fortissima automazione: tutti questi giochi di cui ci stiamo trovando a parlare, e Dragon Lord non fa eccezione, hanno insiti in essi strumenti per automatizzare il gameplay. Il combattimento è per buona parte automatico, addirittura.

Questa feature, che a noi sembra così strana, in realtà pare molto diffusa nei prodotti orientali, e viene apprezzata perché sembra sgravare il giocatore dalle parti tediose del gameplay. Ora certamente uno potrebbe chiedersi come mai esistono proprio delle parti tediose, e se non fosse meglio eliminare quelle piuttosto che creare il bot che le autocompleta, ma noi siamo parte di una cultura videoludica molto diversa rispetto a quella nella quale sono nati titoli come Dragon Lord. È quasi superfluo riportare come anche Dragon Lord faccia moltissimo leva sulle microtransazioni, per consentire al giocatore di fruire appieno il titolo e per evidenti motivi commerciali.

Il motivo per cui è interessante l’analisi di titoli come questo o League of Angels è che non appena si va un minimo in profondità ci si rende conto di come innanzi tutto non siano degli scam o dei prodotti truffaldini (anzi, forse dovremmo iniziare a considerare più rischioso in tale senso il nostro Occidente, viste le attuali degenerazioni dell’Early Access): essi sono prodotti onesti, con il loro gameplay e con un business model molto aggressivo e votato alle microtransazioni. In questo senso sembrano essere una sorta di estremizzazione di alcuni dei sistemi di monetizzazione che ritroviamo nei giochi a cui siamo abituati, nel bene (per esempio in quanto a varietà) e nel male (per esempio in base alla loro necessità).

Al di là dell’appeal che questo Dragon Lord ed i giochi ad esso affini possano avere per noi, è comunque interessante saperne un po’ di più su una cultura videoludica diversa dalla nostra, con le sue manie, le sue evoluzioni, i suoi progressi e i suoi peculiari stili. Da segnalare, infine, è la discreta diffusione di questo titolo in Russia, oltre che in Oriente.

Anche al fondo di questo articolo, comunque, come già avvenne per League of Angels, l’augurio è che si sia compresa la natura del titolo e che si sia consapevoli di ciò che è la prossima volta che si vedrà una pubblicità su di esso.

 

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