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Per EA le loot box sono “meccaniche a sorpresa”, come gli ovetti Kinder

Per EA le loot box sono “meccaniche a sorpresa”, come gli ovetti Kinder

EA: una ne fa e mille ne pensa. Credevate che il publisher americano avesse imparato qualcosa dal caso Star Wars Battlefront 2, quando a fine 2017 si scatenò un enorme putiferio che coinvolse anche il mondo della politica per via dell’inserimento aggressivo delle loot box in un gioco a prezzo pieno? Beh, non è così.

Electronic Arts è ancora convinta che le casse premio non danneggino l’industria videoludica e che non vadano considerate come anti-etiche. Queste dichiarazioni arrivano da Kerry Hopkins, vicepresidente degli affari legali della compagnia.

Durante un recente dibattito che ha coinvolto il comitato per la cultura, i media e lo sport presso il Parlamento del Regno Unito, la Hopkins ha spiegato che le loot box andrebbero chiamate “meccaniche a sorpresa“, un po’ come i Kinder Sorpresa.

In risposta a una domanda di Brendan O’Hara (parlamentare del Partito Nazionale scozzese), la Hopkins ha dichiarato: “Funziona così con i giocattoli da anni, come ad esempio gli ovetti Kinder”, per poi continuare: “Se pensiamo a come abbiamo implementato questo genere di meccaniche (e naturalmente FIFA è il nostro più grande esempio, con l’Ultimate Team e i nostri pacchetti), in realtà è piuttosto etico e divertente, molto godibile dalla gente”.

Secondo l’azienda americana i giocatori amano essere sorpresi, ed è per questo che le casse premio hanno così tanto successo nel pubblico. Insomma, verranno pure criticate, ma vendono.

“Concordiamo con la commissione per il gioco d’azzardo del Regno Unito, con la commissione australiana e con molte altre commissioni secondo cui non si tratta di gioco d’azzardo. In aggiunta, non siamo d’accordo sul fatto che ci siano prove che dimostrino il nesso col gioco d’azzardo. Crediamo invece che le persone apprezzino in modo sano il fattore sorpresa, come succede con molti altri prodotti”, ha concluso la Hopkins.

Com’è ovvio, Electronic Arts dice di non concordare con le autorità belghe e olandesi, che nel 2018 hanno dichiarato illegali le casse premio e ne hanno chiesto la rimozione da titoli come Overwatch, Counter-Strike: Global Offensive e FIFA. Tuttavia sempre più studi sembrano dimostrare che le loot box possono essere paragonate al gioco d’azzardo, soprattutto se si parla di adolescenti: questo paper scritto dal ricercatore David Zendle per l’Università di York è l’ultimo esempio, ma gli studi in merito sono ormai decine.

Inoltre è interessante notare come gli studi sviluppatori e produttori di videogiochi usino le stesse tecniche dei casinò per manipolare e spingere gli utenti a spendere più denaro di quanto potrebbero su microtransazioni e acquisti in-app.

Se credete che le parole della vicepresidente EA siano troppo audaci per essere vere, potete guardare voi stessi il video dell’intervento nel tweet di seguito.

Voi che ne pensate? Le loot box sono come i Kinder Sorpresa? Almeno quelli te li puoi mangiare, e sono anche buoni.

 

Fonte 1, Fonte 2

 

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