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MMOscar Trash 2018: I peggiori dell’anno secondo MMO.it – Speciale

MMOscar Trash 2018: I peggiori dell’anno secondo MMO.it – Speciale

Come vi abbiamo promesso a marzo, gli MMOscar non sarebbero finiti con i migliori MMO del 2018. Anche se in colpevole ritardo, arrivano anche gli Oscar Trash 2018, i premi che nessuno studio vorrebbe vincere: gli MMO più brutti e deludenti dell’anno passato, quei titoli che che hanno deluso le nostre aspettative e ci hanno messo profondamente a disagio.

Per questa edizione abbiamo diviso gli Oscar Trash in un totale di dieci categorie, da prendere con un po’ di ironia. Ecco dunque i vincitori delle ambite statuette, anzi… statuacce. Come al solito, vi aspettiamo nei commenti a fondo articolo per sentire la vostra.

Che il disagio sia con noi e… VINCANO I PEGGIORI!

 

1) Il peggior trend videoludico del 2018

Questa categoria è dedicata alla moda peggiore che l’anno scorso ha preso piede nel mondo dei videogiochi online. E purtroppo non sono certo mancati gli esempi negativi.

Ma il vincitore indiscusso è…

L’invasione di giochi e MMO mobile

Secondo posto – Microtransazioni, lootbox e pay-to-win

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Qui gli sfidanti erano davvero molti e temibili, tra l’onnipresenza di battle royale e alpha a pagamento, per non parlare dell’ormai imperante marketing della nostalgia, che ha portato gli sviluppatori ad aprire dei server legacy per praticamente qualsiasi MMO uscito negli ultimi vent’anni. Eppure il premio non poteva non andare all’invasione di giochi mobile, che sta cambiando il panorama del nostro genere preferito: software house e publisher infatti stanno sempre più spostando i loro sforzi sul mercato mobile (immenso in Asia, e in forte espansione anche in Occidente). Il risultato è una spaventosa sequenza di prodotti che sono usciti o usciranno in esclusiva su smartphone e tablet: Lineage 2 Revolution, Aion: Legions of War, Aion 2, Lineage 2M, Blade & Soul 2Blade & Soul M e ovviamente Diablo Immortal (su cui torneremo più tardi). Si tratta di una tendenza francamente preoccupante, soprattutto se consideriamo che questi free-to-play presentano delle strategie di monetizzazione piuttosto aggressive, che spesso arrivano a compromettere la godibilità (e quindi la qualità) dell’esperienza ludica, come nel recente caso di The Elder Scrolls: Blades.

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Non abbiamo niente a prescindere contro i giochi mobile, che possono anche rivelarsi un passatempo piacevole e divertente. Ma demandare a titoli solo tascabili il futuro degli MMO… beh, no grazie.

Manco a farlo apposta, subito dietro si collocano proprio microtransazioni, lootbox e pay-to-win, ovvero il simbolo delle cosiddette “pratiche predatorie” che portano meccaniche da gioco d’azzardo nel mondo videoludico. Fortunatamente il fenomeno ha fatto registrare un calo rispetto agli anni precedenti, a causa del moto di indignazione scoppiato dopo la bolla di Star Wars Battlefront 2, con diversi developer che hanno deciso di rimuovere (o non inserire) casse virtuali all’interno dei loro titoli. Ciononostante bisogna sempre restare all’erta sulla questione, perché alcuni studi di sviluppo utilizzano le stesse tecniche psicologiche dei casinò per manipolare i giocatori e spingerli a spendere più denaro del necessario negli acquisti in-app.

 

2) L’evento MMO più triste del 2018

Talvolta nel mondo degli MMO capitano cose tristi: un gioco viene chiuso o cancellato, un altro viene rovinato da politiche scellerate, o magari gli sviluppatori non mantengono una promessa fatta alla community. Ecco, questa categoria riguarda l’evento legato agli MMO che più ci ha intristito nel corso del 2018.

Il vincitore è…

Il flop di Fallout 76 e il bag-gate

Secondo posto – Il caso Diablo Immortal e l’uso della licenza di Star Wars da parte di EA

Fallout 76 MMOscar 2018 oscar trash 2018 mmo.it peggiori MMO

Qui è stato un vero plebiscito per Fallout 76, con 10 voti da parte dei nostri redattori. L’idea di un Fallout online da poter giocare con gli amici era interessante, ma purtroppo Bethesda ha fallito su tutta la linea, consegnando un titolo raffazzonato, senza anima, pieno di problemi di design e tecnicamente disastroso. Come se questo non bastasse, ad alimentare ulteriormente le polemiche è giunto il famigerato bag-gate: in soldoni, nell’Edizione Armatura Atomica di Fallout 76 (del costo di 200 euro) Bethesda ha incluso una borsa realizzata in nylon invece che in tela, come pubblicizzato. Comprensibilmente, la scoperta non ha fatto piacere agli utenti che avevano preordinato l’edizione. Inizialmente la compagnia americana ha risarcito i consumatori delusi con 500 Atom da spendere nel negozio in-game, ma questa soluzione non ha fatto altro che buttare sale sulla ferita, dato che la cifra non era sufficiente neanche per acquistare una borsa in tela da postino.

Alla fine, forse capendo l’enorme danno di immagine che stava subendo, Bethesda ha fatto marcia indietro, annunciando che gli acquirenti dell’edizione da collezione avrebbero ricevuto una borsa di tela com’era stato promesso. Della serie, poche idee ma confuse.

Al secondo posto si collocano a pari merito altri due eventi a dir poco discutibili, ovvero l’uso della licenza di Star Wars da parte di EA e il caso Diablo Immortal. Di quest’ultimo abbiamo già abbondantemente parlato su MMO.it: tutti si aspettano di vedere Diablo 4 alla BlizzCon, e invece Blizzard annuncia un gioco mobile chiaramente indirizzato al mercato orientale… che cosa potrà mai andare storto?

Per quanto riguarda Star Wars, finora il comportamento di EA è stato da denuncia: negli ultimi otto anni il publisher americano ha tirato fuori solo due prodotti tripla A con questa licenza, Battlefront e Battlefront 2: il primo era praticamente una demo, il secondo è diventato un esempio per tutta l’industria su come NON implementare le microtransazioni in un gioco. Nel frattempo, in questi anni sono stati cancellati almeno due progetti in cantiere estremamente promettenti, un action sulla falsariga di Uncharted e un open world ambientato nell’universo di Guerre Stellari. Insomma, uno spreco di potenziale immenso… Che tristezza.

Speriamo almeno che le cose cambino con Star Wars: Jedi Fallen Order, nuovo action/adventure single player sviluppato da Respawn Entertainment, in uscita entro fine anno.

 

3) L’MMO più sopravvalutato del 2018

Questo Oscar Trash è dedicato all’MMO che, secondo noi, non si merita tutti gli elogi che si prende. Non per forza uscito quest’anno.

Il vincitore è…

The Elder Scrolls Online

Secondo posto – World of Warcraft

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Non ce ne vogliano i fan e i giocatori di Elder Scrolls Online, ma per noi tutti questi elogi non se li merita. E non certo per la mancata traduzione in italiano, sia chiaro: il sistema di combattimento di ESO è rigido e poco responsivo, la narrazione è estremamente verbosa e viene portata avanti in modo pigro, tramite NPC statici che recitano decine di righe di dialogo stando fermi sul posto, mentre il mondo di gioco presenta dei grossi problemi di design, soprattutto nelle zone iniziali, che ZeniMax non ha mai rivisto. In aggiunta il titolo è molto esoso se si vuole avere accesso a tutti i contenuti: oltre ad acquistare il gioco base è necessario pagare l’ESO Plus (il canone mensile) per sbloccare tutte le decine di DLC (a meno di non prenderli singolarmente, opzione caldamente sconsigliata), mentre le espansioni vanno acquistate separatamente. In un’epoca di titoli free-to-play di altissima qualità (come Warframe e Path of Exile), troviamo difficile giustificare un esborso così impegnativo. The Elder Scrolls Online offre sicuramente una vagonata di missioni e cose da fare, ma la quantità non sempre corrisponde alla qualità, e per questo lo riteniamo l’MMO più sopravvalutato del 2018.

A seguire si trova proprio lui, World of Warcraft, il re incontrastato del genere: è ovviamente una provocazione, ma la dice lunga sul periodo storico in cui ci troviamo. Se l’MMO più giocato e seguito rimane un titolo di quasi quindici anni fa, forse c’è un problema… A peggiorare la situazione giunge l’ultima espansione uscita, Battle for Azeroth, che non ha convinto come Legion ed è stata fortemente criticata da buona parte della community.

 

4) L’MMO col peggior modello commerciale del 2018

Questo Oscar Trash è per l’MMO che presenta il peggior modello di business, inconveniente, insostenibile, magari pay-to-win. Non necessariamente uscito nel 2018.

Il vincitore è…

Fallout 76

Secondo posto – Destiny 2

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Torniamo a parlare di Fallout 76 in questa categoria, anche se in un’ottica un po’ diversa: il titolo firmato Bethesda ha infatti vinto questa statuaccia non perché sia particolarmente caro o insostenibile, ma semplicemente perché non vale il prezzo che costa. Quando il gioco è arrivato sugli scaffali, lo scorso ottobre, è stato lanciato a prezzo pieno, sebbene fosse praticamente in alpha. In questi casi le possibilità sono due: o lanci un gioco in Early Access, e allora dev’essere a prezzo ridotto, oppure lo rimandi finché non è pronto. Pubblicare un prodotto in questo stato non è giustificabile per una compagnia multimilionaria.

Come se non bastasse, nelle scorse settimane è stata annunciata la prossima introduzione dei Repair Kit nell’Atomic Shop, che permetteranno di ripristinare la condizione degli oggetti al 100%. Bethesda si è quindi rimangiata la promessa di inserire esclusivamente microtransazioni cosmetiche e non influenti sul gameplay, a favore di una temuta deriva pay-to-win. Male, molto male, malissimo.

Al secondo posto Destiny 2, che presenta una formula commerciale troppo esosa: ormai nel 2019 non si può chiedere all’utente di spendere 70€ per avere solo le fondamenta del gioco, e poi di acquistare una secchiata di DLC venduti a caro prezzo (e nemmeno sempre riusciti) per godersi un po’ di contenuti. Cosa che ci porta direttamente al prossimo Oscar Trash…

 

5) L’espansione MMO più deludente del 2018

Questa categoria è dedicata all’espansione, aggiornamento o DLC che più ci ha deluso nel corso del 2018. Sia espansioni gratuite che a pagamento.

Il vincitore è…

Destiny 2: La maledizione di Osiride

Secondo posto – The Elder Scrolls Online: Summerset

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La Maledizione di Osiride, la prima espansione di Destiny 2, si è rivelata davvero deludente in termini di storia, contenuti e longevità, dato che si completa in una manciata di ore. Più in generale, Destiny 2 paga una gestione miope e poco lungimirante da parte di Bungie, poiché i DLC hanno la malsana meccanica di sottrarre contenuti alla versione precedente del gioco. Probabilmente la software house di Bellevue sta già concentrando i suoi sforzi sullo sviluppo del vociferato Destiny 3, dopo la scissione con Activision dello scorso gennaio, ma non è bello voltare le spalle alla propria fedele community.

Subito dietro si piazza Summerset, la seconda espansione/capitolo di ESO. Proprio come Morrowind nel 2017, Summerset si è rivelata poco più che un grande DLC, incapace di intrattenere quanto avremmo voluto e senza particolari guizzi creativi. Speriamo che le cose migliorino quest’anno con Elsweyr

 

6) L’MMO più deludente del 2018

Come da titolo, questa statuaccia è dedicata all’MMO che ha più deluso lo scorso anno. Può essere un gioco che prometteva il mondo e poi si è rivelato una mezza ciofeca, o semplicemente un gioco brutto oltre ogni aspettativa.

Ma il vincitore è…

Bless Online

Secondo posto – Atlas

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Diciamo la verità, Bless Online è stato una bella delusione. Non che ci aspettassimo un capolavoro, anzi avevamo messo in guardia più volte dal rischio di trovarci con un MMO già vecchio, ma il prodotto finale è stato persino inferiore alle aspettative. Nella sua recensione il nostro Nolvadex parla di un titolo poco ispirato, con un levelling grindoso e monotono, dei dungeon banali, un PvP sbilanciato e senza senso, un comparto grafico datato e un’ottimizzazione completamente assente. Un themepark che forse avremmo potuto accettare nel 2010, ma che oggi risulta decisamente fuori tempo massimo. Non a caso il titolo ha visto un brusco declino in popolarità da quando è uscito in Early Access, declino che non si è invertito nemmeno col rilancio del gioco come free-to-play: al momento Bless Online presenta numeri bassissimi, con una media di giocatori connessi su Steam inferiore ai 400. Complice anche la chiusura di Neowiz Studio, il destino sembra ormai segnato per Bless.

A breve distanza si colloca Atlas, che ha fatto registrare uno dei peggiori lanci del 2018: il survival MMO piratesco open world di Grapeshot Games è approdato in Early Access su Steam dopo ben tre rinvii, solo per mettere in mostra infiniti problemi ai server, un’ottimizzazione carente e un evidente downgrade rispetto ai trailer mostrati fino a quel momento. Il fatto che nel gioco sia stato trovato il menu principale di ARK: Survival Evolved, come a provare la natura di reskin di Atlas, non depone a favore della buona fede degli sviluppatori. Nonostante gli ultimi aggiornamenti la situazione non pare molto incoraggiante, con appena il 33% di recensioni positive da parte degli utenti sulla piattaforma Valve.

Menzione anche per Shroud of the Avatar: l’RPG single/multiplayer di Richard Garriott non ci ha convinto, e certamente non se la sta passando granché bene.

 

 

7) Il gioco più deludente del 2018

La più grande delusione in generale tra i giochi usciti nel corso dell’anno scorso, compresi quelli offline.

Il vincitore è…

Fallout 76

Secondo posto – Battlefield V e Underworld Ascendant

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Abbiamo già detto fin troppo su Fallout 76, per cui eviteremo di ripeterci. Sappiate comunque che qui il titolo ha ricevuto ben nove voti da parte dei nostri redattori, con una “vittoria” schiacciante mai in discussione.

Dietro si collocano a pari merito Battlefield VUnderworld Ascendant: il primo non è assolutamente un brutto gioco, ma si è rivelato un capitolo della serie Battlefield abbastanza deludente, con pochi contenuti e scelte stilistiche discutibili. Anche dal secondo ci aspettavamo di più considerati i nomi illustri coinvolti nel progetto, come quello di Warren Spector e Paul Neurath: Underworld Ascendant avrebbe dovuto essere il successore spirituale del leggendario Ultima Underworld, invece si è rivelato un action RPG mediocre e graficamente superato. Quando è uscito su Steam lo scorso novembre, inoltre, il titolo presentava una valanga di bug e problemi di ottimizzazione. Per fortuna alcuni di questi sono stati risolti con le ultime patch, ma ci saremmo comunque aspettati di più dal ritorno dell’Avatar nello Stygian Abyss.

 

8) Il peggior studio del 2018

Questa statuaccia è per la software house che nel 2018 si è rivelata la peggiore nel supportare o sviluppare uno o più giochi.

Il nostro vincitore è…

Bethesda

Secondo posto – Electronic Arts

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Dopo tutte le statuacce collezionate da Fallout 76, non si poteva non assegnare il premio di peggior studio dell’anno alla cara Bethesda. La compagnia, fino a qualche anno fa famosa per giochi come Oblivion, Skyrim e Fallout 3 (titoli non perfetti, ma comunque potenti e immersivi), sembra ora aver smarrito la dritta via.

Non è solo una questione di qualità del gioco in sè. Con Fallout 76 Bethesda ha dimostrato a più riprese di non avere rispetto per i suoi utenti e clienti: ne sono un esempio prima il blocco dei rimborsi della versione PC, poi il sopraccitato bag-gate che ha portato la compagnia americana ad essere indagata per pratiche commerciali ingannevoli, e infine le promesse non mantenute sulle microtransazioni.

Fallout 76 rappresenta il parto di uno studio che da anni appare in fase calante e che dovrà cercare di tornare alla ribalta con Starfield e The Elder Scrolls VI. Certo, non sarà facile se Bethesda continua testardamente a voler usare il Creation Engine, motore rigido e obsoleto, ormai inadatto a gestire gli open world di attuale (e prossima) generazione. Ma la speranza è l’ultima a morire.

Seconda posizione per Electronic Arts, che ne sta combinando di tutti i colori. Aver imposto ai suoi studi interni l’uso del Frostbite Engine ha causato grosse difficoltà ad alcuni team, in particolare BioWare, che ha anche resettato lo sviluppo di Dragon Age 4 per favorire Anthem. Il publisher americano sta dunque facendo disastri sia nel comunicare i suoi prodotti che nel gestire i vari studi, svuotati e privati dei loro elementi migliori in favore dell’andamento finanziario.

A noi giocatori, però, di quanto sia quotato in borsa il titolo EA non ce ne frega niente. Noi vogliamo giocare, e possibilmente a roba bella.

9) L’MMO in sviluppo che farà flop

Questa statuaccia è dedicata al gioco online che secondo noi nei prossimi anni flopperà. Quale sarà il prossimo “epic fail”?

E il vincitore è…

Skull & Bones

Secondo posto – Chronicles of Elyria

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Se l’anno scorso aveva vinto Sea of Thieves, quest’anno la spunta Skull & Bones: insomma, sembra proprio che i titoli pirateschi portino male. Skull & Bones è un open world multiplayer ambientato nell’Oceano Indiano. Nonostante i roboanti trailer, tuttavia, il progetto targato Ubisoft non ci ha ancora convinto: pare infatti che il gioco non avrà una campagna single player e che non si potrà scendere dalla nave (a differenza di Assassin’s Creed IV: Black Flag). Skull & Bones sarebbe dunque limitato alla sola navigazione e al combattimento con gli altri vascelli (guidati da NPC o giocatori umani): troppo poco per giustificare un prodotto che verrà venduto a prezzo pieno.

A seguire Chronicles of Elyria, MMORPG sandbox dalle ambizioni sconfinate che però si è dimenticato di fare i conti con la realtà. Nel gennaio 2018 Soulbound Studios ha dovuto licenziare diversi dipendenti, e da allora lo sviluppo del gioco sembra procedere a rilento, con tante parole e pochi fatti da parte dei creatori. Speriamo ovviamente di essere smentiti, ma al momento non siamo particolarmente ottimisti.

 

10) L’MMO che non viene lasciato riposare in pace

Concludiamo con un premio scherzoso dedicato a quegli MMO che vengono continuamente resuscitati, solo per poi scoprire che nessuno ci vuole giocare.

E il vincitore è…

Hellgate London

Secondo posto – Darkfall

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Hellgate London è l’equivalente videoludico degli zombie: l’action RPG dark fantasy di Flagship Studios è stato chiuso e resuscitato così tante volte che abbiamo perso il conto. L’ultimo tentativo è stato lo scorso novembre, quando il publisher coreano HanbitSoft ha avuto la brillante idea di rilanciare il titolo su Steam, ma tagliando diversi contenuti e rimuovendo il comparto multiplayer. Complimenti.

Il motto originale di questo povero gioco uscito nel 2007 era: “Ricorda i morti, combatti per i vivi“. Ecco, appunto: Hellgate London è morto e sepolto, lasciatelo riposare in pace.

Anche Darkfall, l’MMORPG sandbox lanciato da Aventurine nel 2009, si merita una menzione d’onore grazie a non uno, ma ben due tentativi di rilancio, chiamati Darkfall: Rise of Agon e Darkfall: New Dawn, che non hanno riscosso il successo sperato. Chi l’avrebbe mai detto eh?

 

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In conclusione

Dominatrice incontrastata di questa edizione è stata senza dubbio Bethesda con il suo Fallout 76, ma non solo. Anche Neowiz Bless Studio, Electronic Arts e Bungie si sono distinti in negativo.

Tirando le somme, gli MMOscar Trash 2018 hanno visto:

  • una statuaccia per gli MMO mobile
  • una statuaccia per Bethesda e ben tre per Fallout 76
  • una statuaccia per Bless Online
  • una statuaccia per The Elder Scrolls Online
  • una statuaccia per Destiny 2: La maledizione di Osiride
  • una statuaccia per Skull & Bones
  • una statuaccia per Hellgate London

Si concludono qua anche i nostri Oscar dell’infamia. Complimenti vivissimi ai vincitori! Come da tradizione, di seguito mettiamo un fulgido esempio del nostro apprezzamento.

E per voi quali sono stati i peggiori del 2018? Fateci sapere la vostra!

 

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Lorenzo "Plinious" PliniButeo Recent comment authors
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Buteo

In disaccordo riguardo Chronicles of Elyria.Lo studio quest’anno ha fatto nuove assunzioni e si sono trasferiti in un nuovo studio.Inoltre hanno fatto vedere immagini e ”gif” riguardo il pre-Elyria,il sistema di combattimento,interazioni con gli npc e altro.Lo avete descrivete come uno studio in bancarotta tra licenziamenti e altro mentre e tutto il contrario.