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EVE Online: CCP Games banna un politico americano per violazione di NDA

EVE Online: CCP Games banna un politico americano per violazione di NDA

Dietro lo pseudonimo Brisc Rubal su EVE Online si celava tale Brian Schoeneman, un politico americano (repubblicano) che aveva in tale ambito fatto fortuna pure nel gioco. Egli infatti era diventato membro del CSM, il Council of Stellar Management, e si era occupato quindi della “cosa pubblica” anche su EVE.

Tuttavia la sua ascesa politica è stata frenata, almeno sul titolo CCP, da un ban definitivo.

L’accusa? Aver utilizzato le informazioni riservate che aveva potuto carpire grazie al suo ruolo all’interno del CSM per avvantaggiare sé e i suoi compagni di gilda (o corporazione, come si usa su EVE).

Pare infatti che egli avesse avuto accesso a numerose indiscrezioni sui prossimi cambiamenti nel gioco: indiscrezioni, queste, coperte da NDA. Questi cambiamenti avrebbero modificato i valori di alcune merci all’interno del mercato di EVE Online: sapendolo già in anticipo, Brisc Rubal e i suoi amici si sarebbero fatti vagonate di soldi grazie a quello che di fatto è stato un atto di insider trading (e non di corruzione, come si legge in giro su internet).

La situazione è poi ulteriormente degenerata a seguito della risposta ufficiale di Brisc Rubal nella subreddit di EVE: un post lungo e parzialmente delirante, ma non senza qualche fondamento. Ne diamo qui alcuni esempi:

Ho ricevuto una mail da un GM questa mattina informandomi che sono stato rimosso dal CSM e bannato permanentemente da EVE Online per aver rotto l’NDA. Ma la mail non ha provveduto a spiegare alcunché circa le accuse che mi vengono mosse, né ci sono prove a supporto del ban.

[…] Io sono un avvocato e una figura pubblica, e pertanto la mia etica e reputazione sono regolate da un codice di condotta molto stringente, a differenza di quanto accade nell’opaco team CCP. Mai in dieci anni di lavoro ho ricevuto un complaint sul mio operato. Le accuse che mi vengono mosse […] sono false.

Queste accuse peraltro hanno anche inficiato non solo la mia reputazione nel gioco ma anche fuori dal gioco. Ho passato l’ultimo anno a lavorare molto duramente per la community rappresentandone gli interessi al CSM. Non c’è ragione per cui io debba mettere in pericolo tutto questo lavoro violando la mia parola e buttando la mia reputazione, rischiando tutto peraltro solo per dare un vantaggio ad un altro giocatore.

Bisogna peraltro evidenziare come in tutto questo casino la community di EVE Online non abbia certo dato prova di grande maturità: a seguito del post si è scatenata un’autentica shitstorm in cui gli utenti sembrano più intenzionati a massacrare la figura dell’avvocato e del politico in quanto tali, piuttosto che a scoprire quale fosse la verità.

La figura barbina fatta sia dalla maggior parte della community di EVE sia dallo stesso Brisc Rubal, che in un post dai contorni Trumpiani cerca di difendersi un po’ come riesce, di certo non fanno grande pubblicità al gioco.

Non solo: il processo di ban della CCP è già stato messo in discussione in passato, perché opaco e scarsamente motivato. Anche in questo caso, effettivamente, siamo di fronte ad un ban le cui prove non sono state mostrate a nessuno – neppure al diretto interessato.

In più, la legge statunitense garantisce ad un cittadino la cui notorietà sia pubblica la possibilità di difendersi contro accuse infamanti compiute da imprese private. Sembra proprio questo il caso, con una figura pubblica che si difenderà contro l’incrinamento della sua reputazione ad opera di una compagnia privata, CCP.

Insomma, è il caso di dire che da questa storia non ci esce bene nessuno. Non esce bene Brisc Rubal, perché il suo post delirante è risibile, ma escono altrettanto male gli utenti inferociti, ignoranti delle leggi americane e pronti a brandire il forcone senza porsi domande, così come esce malissimo anche CCP, la cui politica di ban, già più volte sotto accusa, si riconferma fumosa e discrezionale – ben lontana quindi dagli ideali di giustizia a cui perfino gli americani sono abituati (non parliamo poi di noi europei).

Di seguito potete leggere il tweet di Schoeneman sulla questione. Che ne pensate?

 

Fonte 1, Fonte 2

 

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