Già nelle scorse ore vi abbiamo riportato l’inchiesta di Jason Schreier su Kotaku, che di base si interessa del travagliato lavoro svolto su Anthem. Adesso giungono nuovi interessanti retroscena sullo sviluppo di Dragon Age 4, che è stato annunciato ai Game Awards dello scorso dicembre.
I due giochi sembrano avere un destino intrecciato: Anthem nel 2017 ha causato il riavvio dello sviluppo di Dragon Age 4 – che è stato affidato ad un nuovo team di BioWare, nell’ottica di potenziare al massimo la forza lavoro su Anthem.
Pare infatti che nel 2017 lo sviluppo di Anthem fosse molto indietro rispetto alla tabella di marcia concordata con Electronic Arts. Per questo motivo BioWare ha dovuto rilocalizzare su di esso buona parte del team al lavoro su Dragon Age, che è stato affidato ad un piccolo team di sviluppo dietro il nome in codice Morrison.
La conseguenza diretta di questo è che il futuro Dragon Age 4 avrà notevoli somiglianze tecniche con Anthem: utilizzerà lo stesso motore grafico e almeno una parte del codice, per evitare che il lavoro di questi anni appaia “sprecato” in un unico titolo, che tra l’altro non starebbe neppure avendo il successo sperato.
Malgrado la notizia faccia apparire BioWare come una software house ormai non più in grado di gestire tali e tanti progetti, e in qualche modo anche un po’ sottomessa ad EA, che detta i tempi di sviluppo e di uscita dei suoi titoli, non bisogna dimenticare che il riutilizzo di parti di codice tra un gioco e l’altro non implica assolutamente una diminuzione qualitativa del prodotto successivo: è infatti usanza dagli albori dei videogiochi “riciclare” la tecnologia già adoperata su titoli precedenti, magari migliorandola qua e là, nel tentativo di contenere i tempi e i costi di sviluppo.
Alla luce di queste rivelazioni, siete fiduciosi nel futuro di Dragon Age?
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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