Come vi abbiamo riportato nei giorni scorsi, The Elder Scrolls: Blades, è approdato in Early Access su iOS e Android tramite App Store e Google Play Store. Questo nuovo RPG dungeon crawler in prima persona è scaricabile e giocabile gratuitamente, quindi è giusto chiedersi quale sia la politica commerciale adottata da Bethesda.
Kotaku, che ha già avuto modo di provarlo, riferisce di un comparto grafico notevole per un gioco mobile, ma anche della presenza dei meccanismi tipici dei prodotti free-to-play, con un sistema di monetizzazione non dissimile da quello di Clash Royale.
In pratica The Elder Scrolls: Blades non è un open world come gli ultimi capitoli della saga, ma si basa sull’esplorazione dei dungeon. A differenza di Oblivion o Skyrim, inoltre, ogni volta che si trova un forziere questo non verrà aperto automaticamente, ma verrà aggiunto al proprio inventario. A questo punto bisognerà aspettare dei minuti o delle ore per poterlo aprire, come succede nel titolo Supercell.
Il tempo di attesa varia a seconda del livello di rarità del forziere: nelle prime ore di gioco è possibile aprirli immediatamente, ma andando avanti in Blades i tempi di attesa si faranno sempre più lunghi.
Per velocizzare l’apertura è possibile utilizzare le gemme, che ovviamente hanno un costo in denaro reale, come potete evincere da queste immagini.
Parlando in dollari, dunque, 160 gemme costano circa 3$, 500 gemme 8$, 1200 gemme 15$, 2500 gemme 31$, 6500 gemme 80$ e 14000 gemme addirittura 160$.
E per aprire una chest quanto è necessario spendere? È presto detto: aprire un forziere dorato costa 250 gemme, mentre un forziere Elder 750. Infine un forziere Leggendario costa ben 2500 gemme, che come visto equivale a circa 30€.
È possibile ottenere valuta premium anche giocando, ma pare che convenga spenderla per ampliare il proprio inventario e il deposito in cui tenere i forzieri da aprire.
Inoltre The Elder Scrolls: Blades presenta anche delle parti più gestionali, in cui si gestisce una cittadina fantasy: qui potenziare le varie strutture richiede materiali, come il legname. Queste risorse possono essere collezionate giocando o, guarda caso, è possibile spendere gemme per accelerare il processo. Lo stesso discorso riguarda la raccolta di materiali con cui costruire armi e armature. L’aspetto positivo è che non ci sono tempi di attesa o barre dell’energia che impediscono di affrontare nuovi dungeon e missioni.
Naturalmente bisogna tenere a mente che The Elder Scrolls: Blades è ancora in Early Access, e che molti aspetti della produzione potrebbero cambiare prima del lancio ufficiale. Tuttavia, l’ultima fatica firmata Bethesda sembra voler offrire una formula di business simile a quella di molti altri prodotti mobile sul mercato, di fatto pay-to-win. Se questi compromessi siano accettabili oppure no, spetta a voi deciderlo.
Che ne pensate?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
Che possono tranquillamente andare a ca**re come tutti i mobile, mare magnum.
Condivido, basta con sti giochi shopposi, tra un po’ che succede, ci vendono anche le bambole gonfiabili nel pacchetto PREMIUM?
BASTAAAAAAAAAAAAAAA!