Cupe ombre sembrano allungarsi su Artifact, il gioco di carte di Valve disponibile dallo scorso novembre su Steam. Il titolo non è mai decollato, anche a causa del prezzo di lancio (a differenza di quasi tutti i TCG free-to-play, Artifact costa 17,95€) e di un’accoglienza piuttosto fredda da parte del pubblico.
Come se non bastasse, gli ultimi numeri mostrano cifre tutt’altro che positive: a febbraio la media dei giocatori attivi era pari a 1.261, contro i 2.790 di gennaio e gli 11.000 di dicembre: Artifact avrebbe dunque perso quasi il 90% degli utenti attivi in pochi mesi.
La community ha chiesto a Valve di supportare il gioco con nuovi annunci o aggiornamenti. La compagnia americana ha invece risposto comunicando una serie di licenziamenti che colpiranno il team di sviluppo. Tra i programmatori licenziati c’è anche Richard Garfield, designer di Artifact, noto per essere il creatore di Magic: The Gathering.
In un’intervista Garfield non si è detto stupito dalla decisione di Valve: “Non siamo sorpresi del licenziamento, considerando quanto sia stato duro il lancio. Il team era entusiasta del gioco ed era sicuro di aver realizzato un buon prodotto, ma fu subito chiaro che non sarebbe stato facile portarlo dove volevamo”, ha dichiarato il designer.
Garfield ha aggiunto che lasciare Artifact in mano a un team più piccolo ha senso ora che il gioco è sul mercato da mesi. Tuttavia è evidente che il TCG ambientato nell’universo di Dota 2 non ha avuto il successo sperato, e al momento non è chiaro se e quando Valve abbia intenzione di rilanciare il titolo.
Avete provato Artifact? Che ne pensate?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
La cosa che poteva davvero essere la svolta , non è tanto la vendita di carte ma lo scambio di carte fra player , cosa che manca nel mondo di TCG .
Tanti errori da principianti son stati scommessi: il vendere il gioco a 20€, il non poter far droppare carte durante i match e quindi l’obbligo di comprarli manco fosse un gioco fisico…con tutta la concorrenza in ambito CCG davvero pensavano di sfondare con una cosa a pagamento solo perchè utilizza il marchio Dota? Non hanno ben capito allora il motivo del successo del loro moba mi sa. Fosse stato a pagamento anche quello, nessuno se lo sarebbe filato. Il f2p per certi generi è d’obbligo se si vuole sperare di manterli in vita a lungo. Tanto più che poi ti mettono comunque le micro, quindi non vedo il motivo di pagare quando la concorrenza mi da un’esperienza simile a gratis. Bho…