A circa un mese di distanza dall’inizio della beta più attesa dell’anno, ci troviamo davanti a un foglio Word bianco e avido di inchiostro virtuale. L’uscita di Red Dead Redemption 2 ha indubbiamente lasciato il segno, producendo una lunga scia di notizie e commenti che tuttora continua a dilungarsi su internet, arricchita delle esperienze giornaliere di milioni di web-pistoleri che hanno cominciato a testare con mano un’esperienza multiplayer decisamente interessante.
La premessa è però d’obbligo: Red Dead Online è attualmente un versione beta, un campo di prova di quel grandissimo parco giochi che Rockstar Games ha promesso alla sua miriade di fan. Non ci sarà tuttavia alcun reset di progressi e personaggi prima del lancio, quindi è possibile buttarsi nella mischia senza timore di perdere nulla.
Tra video online e prove in prima persona, il giudizio che sta unendo i pensieri di moltissime persone è quello di avere tra le mani un vero e proprio “diamante allo stato grezzo”. Nonostante i frequenti crash, ora più sopportabili grazie alle prime patch, la versione online del gioco che a lungo farà parlare di sé risulta a buon punto sulla tabella di marcia.
Il comparto grafico, quello che più di tutti ci aveva impensierito, è il primo a dar sfoggio di sé, dimostrando di non aver perso quasi nulla rispetto al suo alter ego single player. A permettere il miracolo è la riduzione significativa del numero complessivo di NPC, animali compresi, che lascia le mappe che tanto avevamo esplorato nei panni di Arthur Morgan un poco sguarnite di vita.
Allo stesso modo, anche il numero di missioni a disposizione non è minimamente paragonabile alla versione offline di Red Dead Redemption 2, ma stiamo pur sempre parlando di una prima fase di test di un videogioco che vuole essere incredibilmente vasto. Al contrario i sistemi di base, come quello del matchmaking automatico per cercare compagni di avventure, risultano solidi e funzionali, gestendo ottimamente il grande flusso di dati degli utenti in coda.
A lasciare più perplessi è la trama. Dopo aver creato alla bell’e meglio il nostro alter ego, variando tra le scelte molto limitate di un editor ancora acerbo, ci ritroviamo catapultati in un incipit caro a tutti i fan della saga The Elder Scrolls: quello del fuggiasco appena fatto evadere di galera. Da subito stupisce il già citato comparto grafico, inferiore a quello del single player, ma comunque appagante. Lasciano impietriti, invece, la pochezza della trama e la totale assenza di voce del nostro protagonista, che si limiterà ad annuire ad ogni NPC che deciderà di intrattenere un qualche dialogo con noi (come in GTA Online, NdPlinious).
La mappa a nostra disposizione è la stessa che abbiamo potuto visitare in lungo e largo nelle vesti del caro Arthur, con la differenza che è completamente accessibile fin dal primo istante di gioco. Ovviamente Rockstar Games ha pensato a coloro che decideranno di partire proprio dal comparto online, presentando eventi e missioni completamente inedite e prive di riferimenti alla trama di Red Dead Redemption 2.
A fare la vera differenza è, invece, il sistema di progressione del personaggio, che si basa sull’accumulo di punti esperienza ottenibili attraverso qualsiasi tipologia di attività. Commettere omicidi, cucinare e andare a caccia sono solo alcuni esempi di cosa è necessario fare per accrescere il proprio potere e aumentare di rango, così da poter accedere a sempre più equipaggiamento e abilità, le quali potranno poi essere sbloccate attraverso delle carte acquistabili mediante la valuta in-game. Sotto questo punto di vista Rockstar deve ancora apportare qualche miglioria al sistema di bilanciamento, che nelle scorse settimane ha ricevuto forti critiche dalla community a causa dei prezzi estremamente alti degli oggetti, dell’avanzamento particolarmente lento e del grind necessario per progredire. Eppure, Red Dead Online resta un gioco da godere con pazienza e tranquillità, così come lo è stato il suo alter ego single player.
Da dicembre la software house statunitense ha introdotto nel comparto online le famigerate microtransazioni: ora è dunque possibile acquistare valuta di gioco (i lingotti d’oro) con del denaro reale per velocizzare il gameplay, ma saranno i riflessi e la propria abilità di mira ad avere la meglio negli scontri tra giocatori.
Nonostante queste piccole magagne, allo stato attuale Red Dead Online è estremamente godibile. Migliorare il proprio accampamento, dare vita a una gang e cimentarsi con scontri a fuoco tra bande è qualcosa di meraviglioso, sebbene il titolo sia ancora grezzo. Tante sono infatti le aggiunte che Rockstar deve ancora implementare, ma è già possibile godere di varie modalità di gioco: oltre al free roaming ad esempio abbiamo gare di cavallo, scontri PvP all’ultimo uomo e con regole da definire, ma si tratta di prove che gli sviluppatori stanno ancora sperimentando con l’aiuto dei giocatori e che sarebbe prematuro giudicare ora, che sono in completo divenire.
Prime conclusioni
In definitiva, Red Dead Online è un giovane adolescente tutto sogni e brufoli. Le speranze per il futuro sono decisamente alte e molto è il lavoro che gli sviluppatori devono ancora effettuare per rendere il gioco pronto per il lancio. Dato il costante impegno che Rockstar sta continuando a dimostrare con gli aggiornamenti periodici di GTA Online, è certo che il 2019 sarà un anno decisamente interessante per Red Dead Online, che già da ora pare pronto per stabilire un nuovo livello nel mondo dei multiplayer, stracciando la concorrenza per l’offerta di contenuti sempre freschi e ben strutturati.
Nel frattempo non ci resta che continuare a imbracciare il fucile, correre con il vento tra i capelli a cavallo del nostro destriero e sventare le rapine dei giocatori meno onorevoli… o, magari, unirci alla loro banda di fuorilegge!
Se volete saperne di più potete leggere la nostra recensione di Red Dead Redemption 2 o la notizia di un video leakato dalla presunta versione PC.
Voi avete provato Red Dead Online? Che ne pensate?
Giornalista pubblicista e amante della Storia, Thessian rimane saldamente ancorato alla sua personale “Golden age” dei videogame. Approda sul web con Ragnarok Online e poi affonda le sue radici su WoW. Da lì giunge su Guild Wars 2 e vi resterà “finché gli sviluppatori non torneranno a ragionare”. Nel frattempo, si dedica agli RPG offline. Attende da anni, inutilmente, l’arrivo di Star Citizen per criticarlo… da bravo hater.
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