A tre settimane dalla BlizzCon non si sono ancora placate tutte le discussioni e le polemiche riguardanti il franchise di Diablo: dopo aver annunciato Diablo Immortal come titolo esclusivamente mobile, infatti, si è scatenata la protesta dei fan storici (e non solo), a cui Blizzard ha risposto assicurando che altri capitoli della saga sono già in sviluppo.
A questo punto si sono scatenate le indiscrezioni, con in prima fila due presunti fonti anonime interne secondo le quali la software house di Irvine avrebbe inizialmente programmato di annunciare Diablo 4 alla BlizzCon, salvo poi disdire il reveal all’ultimo minuto (rumor però smentito dalla compagnia).
Nelle scorse ore tuttavia il portale Kotaku è tornato alla carica pubblicando un lungo articolo, sempre ad opera del noto giornalista Jason Schreier. Nel pezzo intitolato “Il Passato, Presente e Futuro di Diablo” giungono nuovi retroscena sullo sviluppo del franchise e di altri titoli dello studio. Schreier ha intervistato undici dipendenti (ed ex dipendenti) Blizzard. Ovviamente queste indiscrezioni non sono ufficiali, ma provengono da voci abbastanza affidabili. Facciamo una sintesi di cosa ne è emerso.
A quanto pare negli anni scorsi Blizzard ha cancellato una seconda espansione di Diablo 3, che avrebbe dovuto seguire Reaper of Souls. La compagnia era infatti insoddisfatta dell’andamento del gioco, sebbene la prima espansione sia stata un successo di critica e pubblico. “Nel momento in cui si sono trovati ad avere il team di sviluppo di Diablo più forte di sempre, hanno disperso tutto ai quattro venti”, dichiara una fonte.
Subito dopo questa cancellazione sarebbe iniziato lo sviluppo del quarto capitolo della saga, chiamato in codice “Hades”. Per questo titolo era stata presa come ispirazione Dark Souls, con tanto di telecamera in terza persona. Tuttavia anche questo progetto sarebbe stato cancellato, con il team che si è invece concentrato su Ascesa del Negromante, il DLC di Diablo 3 uscito l’anno scorso.
Nonostante questo, comunque, Diablo 4 sarebbe in lavorazione dal 2016 con il nome in codice “Fenris”. Il titolo dunque è attualmente in sviluppo, anche se dovrebbe arrivare sul mercato non prima del 2020. Inoltre gli sviluppatori avrebbero deciso di tornare alla tradizionale visuale isometrica e a uno stile più lugubre e dark.
“Molti pensano che Diablo 3 si sia allontanato da ciò che ha reso Diablo quello che è, in termini di stile artistico ed effetti magici”, ha spiegato un dipendente Blizzard. “Vogliono rendere tutto più denso e oscuro, rimuovere ciò che in Diablo 3 è stato considerato cartoonesco”, ha commentato un altro developer. Aspettiamoci quindi un cambio di tono per Diablo 4, la cui atmosfera e direzione artistica dovrebbe ricalcare quella più gotica di Diablo 2.
In aggiunta Fenris dovrebbe introdurre diversi elementi social nella serie, prendendo ispirazione da “semi-MMO” come Destiny e forse lo stesso Path of Exile. Più di uno sviluppatore si è detto ottimista della direzione intrapresa dal progetto, che verrà presentato al pubblico nei prossimi anni.
Per quanto riguarda Diablo Immortal sarebbe in sviluppo presso un team diverso da quello di Diablo 4, perché c’è una grossa richiesta nel mercato orientale. “La Cina lo vuole davvero”, ha commentato un dipendente anonimo.
Parlando invece di Titan, l’ambizioso MMORPG che Blizzard ha tenuto in lavorazione per anni, salvo poi scartarlo e creare al suo posto Overwatch, molti sviluppatori hanno dichiarato che “Blizzard è perseguitata dallo spettro di Titan”. Questo avrebbe portato l’azienda ad assumere un atteggiamento molto più prudente con i suoi progetti, per la paura di rivelarli e bruciarli troppo presto.
Non manca inoltre una parte dedicata al cosiddetto “Warcraft GO”, che altro non sarebbe che una “versione in salsa Warcraft di Pokémon GO”, il giocatissimo titolo in realtà aumentata di Niantic. “Questi giochi mobile potrebbero non affascinare molti fan hardcore di Blizzard – coloro che preferiscono giocare soprattutto su PC – ma hanno affascinato molto gli sviluppatori”, nota Kotaku.
Infine, un lungo pezzo dell’articolo è dedicato ad Activision, che secondo le fonte sta esercitando un’influenza eccessiva sull’attuale cultura aziendale di Blizzard. Se prima lo studio era diretto da Mike Morhaime, CEO famoso per il suo obiettivo di “creare buoni giochi a qualsiasi costo”, pare che adesso il taglio dei costi sia uno degli obiettivi principali della compagnia. Come riporta una fonte, dopo l’acquisizione di Blizzard da parte di Activision “ho sentito dire per la prima volta ‘Dobbiamo mostrare una crescita’. Questo è stato incredibilmente deludente per me.”
Insomma l’intervista mette un sacco di carne al fuoco, ed è probabilmente più interessante dell’intera BlizzCon 2018.
Che ne pensate di queste rivelazioni? Voi giochereste a un eventuale Warcraft GO? Ma soprattutto, avete fiducia nel futuro della saga del Signore del Terrore?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
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