Dopo ben otto anni di attesa, Rockstar Games torna a premere il grilletto riportandoci nel Vecchio West con Red Dead Redemption 2, prequel di quel titolo che quasi una decade fa suscitò moltissimo scalpore e riportò in auge un’epoca storica poco blasonata nel mondo dei videogiochi. Quella che ci viene raccontata non è, però, la storia di John Marston da giovane, personaggio che comunque non mancherà di far capolino, bensì quella di Arthur Morgan, altro pistolero della banda di Dutch van der Linde.
Ciak, azione
Al pari di una produzione cinematografica, Red Dead Redemption 2 sembra aver goduto di un lungo periodo di gestazione prima del suo arrivo sulle nostre console. Stando alle dichiarazioni di Rockstar Games, il gioco ha richiesto agli sviluppatori almeno sei anni di sviluppo, cosa che ci porta a pensare che un terzo capitolo della saga potrebbe già essere nella testa di qualche programmatore. Nel tempo così trascorso, la software house ha dimostrato di saper gestire ottimamente i suoi dipendenti – nonostante qualche recente accusa di “schiavismo” – tanto da riuscire a lanciare sul mercato anche un titolo del calibro di Grand Thef Auto V, comprensivo della sua parte multiplayer, Grand Thef Auto Online.
Una grandissima dimostrazione di forza, premiata da incassi strepitosi, che per Red Dead Redemption 2 sono stati pari a 725 milioni di dollari solo nei primi tre giorni dal lancio ufficiale (secondo soltanto a GTA V, per cui la cifra si attestò circa su un miliardo di dollari). Cifre da far venire i brividi anche alle grandi case cinematografiche, molte delle quali sono state addirittura superate, in quanto a storytelling, dagli eccezionali scrittori e sceneggiatori della nuova avventura firmata Rockstar.
Una nota di merito va inoltre alla colonna sonora e al doppiaggio, entrambi eccellenti e in grado di incrementare l’immersione del giocatore nel mondo. Certo, l’assenza totale di voci nostrane si fa sentire, ma ci si abitua in fretta, apprezzando di ora in ora sempre di più le voci anglofone, impreziosite da accenti, slang e altri fattori caratterizzanti per ognuno dei personaggi che incontreremo. Per chi non mastica bene la lingua del Nuovo Mondo non c’è però problema, perché in suo aiuto accorreranno i sottotitoli.
Il crepuscolo di un’era
Prima di lanciarci in un’analisi più tecnica, è doveroso spendere qualche riga virtuale per l’eccellente narrativa prodotta in Red Dead Redemption 2. L’anno è il 1899. Siamo in un periodo di mezzo, all’alba di una nuova era di modernità che sembra voler spazzare via completamente il passato e la storia raccontataci fino a oggi. Valori come onore, fedeltà e sacrificio non trovano ormai che un minuscolo spazio in quest’epoca, ed è proprio in questo ristretto recinto che si muove la sfaccettata psiche del nostro protagonista, Arthur Morgan, che dovrà affrontare tematiche molto importanti, come razzismo, emancipazione femminile e dilemmi etici di varia natura.
Come dicevamo Arthur è un pistolero della banda di Dutch van der Linde, figura che chi ha giocato il primo capitolo della serie ha già potuto incontrare. Il protagonista non è un giovane nel pieno della sua vitalità, ma di un “cavaliere” maturo, un uomo adulto stufo di premere solo il grilletto quando si tratta di risolvere una disputa, un personaggio che Rockstar Games ha accuratamente scelto per suscitare rispetto e smuovere mente e cuore dei giocatori. Proprio per questo motivo è quasi impossibile non riuscire a calarsi nei suoi panni, vivendo con lui una storia dalle tinte drammatiche che, in tutto e per tutto, saremo noi a dirigere, scegliendo tra una via illuminata e una fatta di ombre. Nostro sarà il compito di decidere come Arthur vorrà vivere questo passaggio tra due epoche, in un’America centro-orientale pronta a scacciare tutti gli ultimi “mostri senza legge” provenienti dal West. Prepariamoci quindi a sentirci come uno degli ultimi samurai all’alba dell’era Tokugawa, conscio di essere ormai prossimi ad essere spazzati via e dimenticati da tutti.
Preda e predatore
Fin dalle prime battute, è chiaro come l’intento di Rockstar sia quello di catapultare il giocatore in un luogo dal clima ostile e inospitale. Dalle tempeste di neve che imperversano sulle montagne del nord, fino alle rigogliose isole del sud, l’enorme mappa di Red Dead Redemption 2 è ricolma di luoghi dove la pace è una sfuggente utopia. In tale luogo viene sviscerata la trama principale che segue gli spostamenti, da un temporaneo rifugio all’altro, di tutta la banda di Dutch, gruppo formato da molti membri, ognuno dei quali sarà sempre pronto per raccontarci storie e coinvolgerci in una miriade di side-quest.
Ognuno di loro rappresenta per Arthur un amico o un rivale, un innocente da proteggere o un antagonista con cui attaccare ripetutamente briga. Ne sono un perfetto esempio Micah Bells, sanguinario pistolero che incarna l’anima più oscura della banda, e un giovane John Marston, per il quale onestà e fedeltà sono le fondamenta della civiltà.
Seguendo le sotto-trame di ciascuno di essi, potremo esplorare luoghi dove la natura è incontaminata e visitare alcune delle prime vere città dell’America orientale, come la grande Saint Denis, alter-ego della reale New Orleans, luogo che metterà non poco a disagio il nostro Arthur con tutte le sue fabbriche e diavolerie meccaniche.
Old Wild (w)Est
Quello compiuto da Rockstar Games è senza dubbio uno sforzo magistrale, un impegno che ha permesso a Red Dead Redemption 2 di conquistarsi da subito un posto nell’Olimpo degli open world. Il mondo di gioco che abbiamo a nostra completa disposizione è, infatti, vibrante e rigoglioso di vita. Le attività con cui cimentarsi sono molteplici e ognuna di esse assolve a un preciso compito, non solo al mero scopo di intrattenerci. Andare a caccia di animali (ce ne sono anche di leggendari, difficilissimi da braccare e abbattere) è però quella che forse ci ha colpito più di tutte, grazie alla sua profondità di sviluppo. Arthur può infatti seguire le tracce attraverso l’abilità “Occhio dell’aquila”, che gli permette di rallentare il tempo per mettere in risalto orme di animali, piante officinali e indizi di vario genere. Inutile dire che ci siam fatti prendere la mano più volte, cosa che ci ha portato ad addentrarci in zone seminascoste, utilizzare trappole ed esche di vario genere per attirare pericolosissimi predatori e rischiare più volte la vita del nostro povero avatar. Il tutto ha però assolto allo scopo di reperire materiali e cibo necessari per migliorare l’accampamento, sbloccare nuove side-quest e offrire sempre più servizi (come la fondamentale possibilità di radersi, evitando di somigliare troppo a un Robinson Crusoe a cavallo).
Eccezionale risulta anche il comportamento dei tantissimi NPC che incontreremo sul nostro cammino. Da fanciulle rapite a malintenzionati pronti ad assalirci di soppiatto, le avventure nell’open world non mancheranno di stupirci e intrattenerci, anche con divertenti incontri casuali come quello con un fantomatico assassino che ci ha ricordato da vicino Jack lo Squartatore.
Il buono, il brutto e il cattivo
Poco fa si accennava alla possibilità di decidere liberamente il comportamento e l’evoluzione psicologica del nostro Arthur Morgan. Per questo, in Red Dead Redemption 2 è presente una barra riportante l’onore corrente del protagonista, un sistema che richiama quello già visto in giochi come Mass Effect, dove potevamo far oscillare l’indole del nostro eroe tra buona e cattiva. Nel titolo Rockstar il funzionamento è sostanzialmente lo stesso: rispettando nel limite del possibile la legge, aiutando innocenti e risparmiando vite ogni volta che ci è possibile, Arthur diverrà sempre più rispettato, cosa che gli farà guadagnare degli ottimi sconti presso i tanti negozi disseminati nella mappa e sbloccare dialoghi aggiuntivi in momenti cruciali della storia. Allo stesso modo, comportandoci da malviventi l’onore di Mr. Morgan continuerà a scendere, portandolo non solo ad essere ricercato e braccato dagli agenti di governo di ogni Stato, ma anche temuto e letteralmente odiato da tutti gli NPC che avranno modo di riconoscerlo. Proprio per questo motivo è importante prestare particolare attenzione alle nostre azioni in pubblico: se commetteremo un reato davanti a dei testimoni, questi potrebbero cominciare a scappare verso il più vicino sceriffo per denunciarci e dar vita a una vera e propria caccia all’uomo. In ogni caso, se riusciremo a farla franca e a far perdere le nostre tracce potremo dirigerci verso il più vicino ufficio postale e pagare la taglia sulla nostra testa per tornare a fare sonni tranquilli, seppur mantenendo lo stesso livello di onore.
Eppure, non finisce qui. A rendere tutto questo ancora più realistico e incredibilmente sfaccettato vi è l’elemento estetico. Vestire panni sporchi e non prendersi cura delle proprie pelurie facciali garantirà ad Arthur una nomea non eccezionale. Pur senza influenzare il nostro onore, un portamento trasandato attirerà su di noi gli occhi di tutti i passanti, che potrebbero, nella peggiore delle ipotesi, cominciare ad attaccare briga e dar luogo a delle divertenti scazzottate davanti a un saloon.
Tutto un altro livello
Dopo aver esplorato per decine e decine di ore lo sconfinato mondo di Red Dead Redemption 2, tra uno stallo alla messicana e qualche incontro ravvicinato con strani riti voodoo, possiamo affermare che il gioco è su un altro livello rispetto a quanto visto fino a oggi. Se fino ad ora Grand Theft Auto V è stata la punta di diamante di Rockstar, RDR2 riesce ulteriormente ad alzare l’asticella della qualità dei videogame open world, inserendo in un unico contesto tutti i migliori elementi visti in azione fino a oggi. Housing, tempo atmosferico, flora e fauna, NPC, storytelling, crescita psicologica del protagonista ed evoluzione della trama in base al comportamento sono solo alcuni dei particolari che rendono Red Dead Redemption 2 un gioco eccezionale sotto praticamente ogni punto di vista.
Ad accrescere maggiormente il livello di immersività vi sono, tuttavia, altri particolari non da trascurare, come il sistema di manutenzione delle armi e soprattutto la gestione della cavalcatura. Grazie ad essa possiamo prenderci cura del nostro fido destriero, occuparci della sua alimentazione e del suo addestramento, acquisendo con il tempo e la pazienza sempre più dimestichezza e fiducia e migliorandone le prestazioni generali.
Secondo, ma non per importanza, il sistema di interazione tra personaggi e ambiente. Essere disarcionati a causa di un tuono improvviso e ravvicinato che ha fatto imbizzarrire il nostro cavallo, essere schiacciati da una frana o dall’improvvisa caduta di un albero, o osservare da lontano una volpe a caccia di conigli sono solo alcuni dei meravigliosi imprevisti nei quali potrete incappare durante il vostro peregrinare. Per non parlare della possibilità di scegliere tra circa 50 armi a disposizione, ognuna delle quali personalizzabile e in grado di offrire un approccio differente al gioco, che sia il nostro uno stile violento o furtivo. Il risultato raggiunto da Rockstar, seppur contaminato da numerosi bug e glitch (inevitabili in un mondo così vasto), è superlativo e di incredibile caratura.
Chi va piano, va sano e va lontano
Uscire con una recensione “a giochi fatti” non è sempre uno svantaggio. In questo particolare caso ci ha permesso di analizzare da vicino alcune delle critiche che una parte della community (molto piccola) sta avanzando al titolo, accusandolo di essere troppo noioso e, in linea generale, lento. Con più di ottanta ore di gameplay dalla nostra (e un completamento della storia al 100%) è stato possibile verificare con mano queste presunte lamentele, sviscerando il più possibile quegli elementi che sembrerebbero aver portato a queste affrettate conclusioni un gruppo di gamer. Red Dead Redemption 2 è effettivamente un gioco molto lento, ma così deve essere.
Ognuno degli elementi sviluppati da Rockstar Games sembra essere stato appositamente pensato per rallentare il più possibile il gameplay, in particolare quello fuori dal combattimento. Il motivo di questa scelta? Semplice: avvicinare il più possibile RDR2 alla realtà. È esattamente in questo modo che gli sviluppatori sono stati in grado di rendere lo spostamento da un luogo a un altro un’incredibile cavalcata tra panorami mozzafiato, o la caccia di un animale una lunga apnea per paura di spaventare la nostra preda. Perfino frugare tra le tasche di una vittima richiede degli istanti preziosi, alcuni dei quali saranno spesi per accertarci che nessun ficcanaso si trovi nei paraggi. Red Dead Redemption 2 è un gioco che ci porta a stipulare un contratto di credibilità con una realtà fittizia, ma il più possibile veritiera. Non è un titolo per persone frettolose, è un’esperienza di vita che vuole spingerci a soffrire, amare ed esultare assieme al nostro protagonista, ai membri della banda di Dutch e a tutti gli altri personaggi che incontreremo lungo il cammino. Proprio per tale motivo, non sarebbe saggio fare troppi paragoni tra questo prodotto e Grand Theft Auto V, decisamente più votato all’azione e, non a caso, ambientato nei nostri, frenetici tempi.
Questo è il Far West, un terra dove ogni scelta può portare a una ripercussione futura e imprevedibile. Questa è la Frontiera, un luogo dove noi siamo solo degli ospiti stranieri. Questo è il 1899, il tramonto di un’era e l’alba di un’altra.
Tecnica da vendere
Tecnicamente parlando, Red Dead Redemption 2 non ha nulla da invidiare a nessun altro titolo del genere, anzi. Un frame rate stabile, sia su PlayStation 4/Xbox One che su PlayStation 4 Pro/Xbox One X, garantisce un’ottima fluidità anche nelle battaglie più concitate. Ovviamente, la resa grafica vuole premiare il migliorato hardware che Microsoft e Sony hanno introdotto nelle loro ultime arrivate ma, nonostante tutto, il gioco regge bene il confronto anche nelle versioni standard (la nostra prova è stata su PS4 standard).
Non mancano ovviamente delle note dolenti riguardo bug e glitch vari, che imperversano un po’ ovunque nel gioco. Basta una veloce ricerca su YouTube per rendersi conto di quanti siano i divertenti ma spiacevoli problemi che affliggono RDR2; eppure, a conti fatti, sembrano dei dettagli facilmente trascurabili, che vengono spazzati via in pochi secondi. A deludere un poco è solamente il sistema di comandi su gamepad, decisamente complesso viste le innumerevoli combinazioni di tasti che dovremo imparare a utilizzare in fretta per ottenere il massimo. Anche la corsa a cavallo risulta lievemente ostica data la scomoda combo di pulsanti da premere assieme all’utilizzo delle leve analogiche per decidere la direzione, ma ciò non toglie che gli sviluppatori siano riusciti a realizzare un prodotto di pregevole fattura, equilibrato, immersivo e decisamente appagante sotto ogni punto di vista.
Molto interessante è infine la possibilità di giocare completamente in prima persona. Se da un parte la visuale in soggettiva aumenta ulteriormente l’impersonificazione con il protagonista, dall’altra riduce l’angolo di visione, facendoci a volte perdere alcune delle scenografie più mozzafiato.
Ed ora, attendiamo l’online
Come se non bastasse tutto questo per meritarsi un voto eccezionale, Rockstar Games si appresta a lanciare anche la modalità online di Red Dead Redemption 2. Attualmente prevista entro la fine di novembre, Red Dead Online ricalcherà il già assaporato GTA Online. La differenza, sostanziale, sta nel fatto che stavolta il titolo è stato pensato e sviluppato per la corrente generazione di console, cosa che permetterà agli sviluppatori di donare alla community un comparto multiplayer eccellente, almeno in teoria.
Ciò che è lecito aspettarsi è che i giocatori potranno esplorare il mondo di RDR2 in compagnia, creando bande e affrontandone altre. Anche l’acquisto di proprietà in grado di generare una rendita, così come la possibilità di trovare dei rifugi per la propria gang, sembrano elementi ormai scontati. A contornare il tutto, come se questo non fosse già sufficiente, vi sarà il supporto continuo della software house che, ancora oggi, si sta dimostrando molto appagante su GTA Online, con contenuti aggiuntivi continui nel tempo e con cadenza regolare anche dopo anni dall’arrivo sul mercato. E poi, sarà completamente gratuito per tutti i possessori del gioco… cosa volere di più?
CONSIDERAZIONI FINALI
Non si può non amare Red Dead Redemption 2. Così come non è possibile non prendersi a cuore le sorti del protagonista, Arthur Morgan, un personaggio virtuale così sfaccettato che sembra quasi voler uscire dallo schermo per conoscerci di persona.
Qualche preannunciato bug non riesce a rovinare minimamente l’esperienza videoludica generale, che tiene con il fiato sospeso fino alle ultime battute di gioco, quando l’immedesimazione sarà ormai a livelli esagerati. L’unico “pagamento” che ci richiede in cambio Rockstar Games è di avere pazienza. Essere calmi e non voler correre è, infatti, l’unica cosa che dovremo tenere a mente dal primo all’ultimo istante. Red Dead Redemption 2 è un gioco magistrale, una rarissima oasi in un deserto, dove quasi ogni software house ha ormai deciso di arrendersi e abbandonare la sua natura pur di massimizzare il profitto con il minimo sforzo possibile.
Artisticamente, tecnicamente e soprattutto narrativamente parlando, siamo di fronte a una pietra miliare per il genere videoludico. Da qui in poi, chiunque vorrà superare Red Dead Redemption 2 dovrà inventarsi qualcosa di davvero rivoluzionario, perché il massimo è già stato raggiunto.
Giornalista pubblicista e amante della Storia, Thessian rimane saldamente ancorato alla sua personale “Golden age” dei videogame. Approda sul web con Ragnarok Online e poi affonda le sue radici su WoW. Da lì giunge su Guild Wars 2 e vi resterà “finché gli sviluppatori non torneranno a ragionare”. Nel frattempo, si dedica agli RPG offline. Attende da anni, inutilmente, l’arrivo di Star Citizen per criticarlo… da bravo hater.
anch’io aspetto PC
E abbiamo il secondo 5/5 nella storia di MMO.it! Complimenti a Thessian e a Rockstar :D