Capita spesso di imbatterci in prodotti e opere, videoludiche o cinematografiche, di cui riconosciamo lo scarso livello, ma che ci regalano comunque ore di divertimento. Quando le persone ti chiedono “ma come fai ad andare al cinema a vedere quel film?” oppure “ma perché stai giocando a quella roba?”, non hai risposte logiche, sai quel che stai facendo ma perseveri ugualmente.
Questo perché anche il prodotto scadente ha un fascino, un “trash sublime” direbbe Slavoj Žižek. Film come Sharknado, The Room o videogiochi tratti da opere cinematografiche e da serie TV che rinomatamente hanno uno sviluppo grezzo e poco attento.
Defiance 2050 non è da meno: il nuovo sparatutto MMO di Trion Worlds evoca esattamente questa sensazione. Ti stai divertendo, ma tutto quello che ti circonda è abbozzato e scarsamente curato. Il gioco è (o dovrebbe essere) un remake dell’originale Defiance, prodotto dallo stesso publisher nel 2013, che a sua volta era collegato all’omonima serie prodotta e trasmessa dal canale americano Syfy tra il 2013 e il 2015.
Vediamo ora perché Defiance 2050, che è disponibile su Steam, PlayStation 4 e Xbox One con la formula free-to-play, è la perfetta incarnazione del trash d’intrattenimento.
Creazione del personaggio e skill tree
La personalizzazione del PG al momento della creazione è molto varia. Dopo aver scelto la nostra razza tra Umani, Irathient e Castithan (due razze appartenenti alla specie Votans, con cui la Terra è entrata in conflitto), è possibile modificare colore della pelle, capelli, altezza del naso, eccetera. Dopo aver selezionato la razza di appartenenza, si potrà scegliere la classe con cui iniziare la nostra avventura. Tra le classi selezionabili ci sono:
- Assalto
- Assassino
- Guardiano
- Medico Combattente
- Demolitore
La selezione della classe sbloccherà un determinato skill tree, composto da abilità uniche e poteri EGO. Nessun ibrido, tutte classi pure. Il gioco impedisce poi di biclassare: è infatti impossibile far avanzare due skill tree contemporaneamente. La varietà di abilità che si possono selezionare con la singola classe è comunque buona, e si tende a favorire la rigiocabilità in termini di personaggio.
Setting e level design
Il gioco è ambientato in un futuro distopico in cui la Terra è stata completamente terraformata in seguito a una battaglia contro diverse razze di alieni, tra le quali la più conosciuta è quella dei sopraccitati Votan. Dopo la tregua ottenuta, gli umani e queste razze aliene cercano di trovare una sorta di intesa e di buona convivenza. Il giocatore vestirà i panni di un ark hunter, un cacciatore di tecnologie aliene al soldo del CEO della Von Bach Industries, Karl Von Bach. Il nostro soldato sarà inoltre potenziato con una nuova tecnologia simbiotica conosciuta come EGO (Environmental Guardian Online): essa permette ai cacciatori di acquisire ed utilizzare abilità uniche.
La storyline non è particolarmente ispirata, ma sicuramente ha un buon potenziale: potenziale che, però, in tutta la campagna di Defiance 2050 non viene mai sfruttato. Tutta la questione di integrazione e convivenza tra razze avrebbe potuto essere un punto forte per strizzare l’occhio ai problemi della realtà che ci circonda tutti i giorni. Il gioco, tuttavia, non aspira ad essere nulla di più di un titolo di sola azione.
I problemi di Defiance 2050 iniziano quando si guarda al level design. Gli ambienti sono infatti spogli e ripetitivi. Il fatto che il setting sia post-apocalittico non deve essere male interpretato: un mondo distrutto non significa piazzare detriti e infrastrutture che crollano senza un filo logico. Il modo con cui le infrastrutture sono state distribuite è privo di qualsivoglia fantasia. Anzi, il fatto che il pianeta sia stato terraformato potrebbe rendere più interessante il tutto, poiché metterebbe gli umani nella condizione di sentirsi alieni sul proprio pianeta. Ma i segni di questo terraforming sono minimi, e in generale l’ambientazione è poco percepita dal giocatore.
Grafica e animazioni
Siamo nel 2018, la tecnologia avanza. I motori grafici diventano sempre più sofisticati e sempre più facilmente accessibili, anche per sviluppatori con poco budget in tasca. Pubblicizzato come remake, Defiance 2050 dovrebbe essere graficamente migliorato rispetto al suo predecessore, eppure non sembra. L’engine utilizzato, il Gamebryo (lo stesso di Oblivion, per intenderci) rende il look generale del gioco più simile ad un titolo del 2006 che ad uno del 2018. Le texture sono poco curate, mentre le animazioni risultano mal fatte e incredibilmente goffe. Il modo con cui il nostro avatar guida il quad che ci viene dato ad inizio gioco è anatomicamente poco accurato ed esilarante, come visibile nell’immagine di seguito.
Per non parlare (ma ne parliamo) delle cutscene: animazioni facciali improbabili, labiale completamente inesistente e doppiaggio dei personaggi mediocre. Insomma, Defiance 2050 riesce a tenersi a stento in piedi con la sua storyline di base e questi strafalcioni del comparto tecnico non fanno altro che peggiorare la situazione.
Gameplay e IA
Parlando del gameplay arrivano sia buone sia cattive notizie. Partiamo con le brutte notizie, così da tenerci ciò che è buono per dopo. Lo shooting system è banale e poco ispirato. Non che questo sia necessariamente un male, ma da un TPS uscito nel 2018 mi aspettavo almeno un sistema di coperture che, in quest’ultimo periodo, si è dimostrato particolarmente funzionante anche in altri titoli online come The Division.
Ma il punto che sicuramente rappresenta la “linea comica” (cit. Boris, NdPlinious) del gioco è l’IA. I nostri nemici non posseggono nessun moveset particolare: questi spawnano, ti si avvicinano e ti sparano, fine. A volte neanche questo, saltano le tappe: spawnano e cominciano a sparare stando fermi; altri in vena di anticonformismo hippie spawnano e decidono di non sparare, restando come bloccati.
Superata questa parte, degna di un film di Renato Pozzetto, passiamo ora alle buone notizie. Defiance 2050 è un MMO senza istanze. Le quest, che purtroppo sono molto ripetitive, possono essere affrontate anche da più giocatori contemporaneamente e in maniera collaborativa. Il tutto poi alla fine si conclude con una schermata dei punteggi dove viene indicato il giocatore che ha fatto più punti nella missione. Le quest secondarie consistono principalmente nello sterminare orde di nemici e attivare dei generatori: queste possono essere ripetute tranquillamente, soprattutto nel caso in cui dei giocatori dovessero entrare nell’area di missione quando il più è già stato fatto. Le principali sono invece maggiormente articolate e richiedono più tempo.
Il comparto PvP è strutturato con un sistema di matchmaking simile a quello di altri shooter. Sono infatti presenti due modalità di gioco, il classico Deathmatch a squadre e Capture and hold (Dominio).
Microtransazioni
La sezione legata alle microtransazioni di un gioco gratuito è spesso un tasto dolente: il rischio che il titolo sia pay-to-win è alto. Defiance 2050 presenta infatti una monetizzazione più aggressiva rispetto al primo capitolo e dimostra di essere come tanti free-to-play sul mercato: spendendo soldi reali vi è la possibilità di acquistare vantaggi utilizzabili non solo in PvE, ma anche in PvP. Sono presenti oggetti come mod per le armi, un loadout per l’armamento in più e nuovi slot nell’inventario, oltre ai soliti XP booster.
È vero che la maggior parte del titolo è PvE e molte cose possono essere sbloccate giocando, ma la realtà dei fatti rimane la stessa: una persona che ci spende soldi arriva a tutto prima e molti dei vantaggi possono essere usati in PvP. Se il gioco fosse stato interamente PvE, invece, sarebbe stato considerato un pay-to-farm fine a se stesso.
Nonostante le tante recensioni negative, Trion Worlds sembra comunque voler supportare Defiance 2050 sul lungo termine. La roadmap dei contenuti futuri include tre update gratuiti in arrivo nei prossimi mesi, intitolati rispettivamente Trouble in Paradise, Shadows over Paradise e Paradise Lost. Questi introdurranno una fazione inedita, nuove missioni della storia, nemici, assedi, dungeon, Arkfall e boss end game, oltre a due classi inedite, il Crusader e l’Engineer.
CONSIDERAZIONI FINALI
Nonostante gli strafalcioni colossali Defiance 2050 rimane comunque un gioco divertente, che può regalare ore di divertimento sia in solitaria che in compagnia. Nonostante problemi dovuti anche alla latenza dei server di gioco, che in più casi fanno spawnare nemici in netto ritardo rispetto all’inizio delle missioni, Defiance 2050 rimane un discreto passatempo. Molti strafalcioni e carenze gli vengono perdonati per il semplice motivo che è free-to-play, altrimenti il discorso si conformerebbe in maniera diversa e forse avrebbe cambiato completamente il mio giudizio, dato che pagare per i contenuti di questo titolo rappresenterebbe un vero spreco di soldi e sarebbe irrispettoso verso i fan della serie. Questi ultimi sembrano in ogni caso non aver apprezzato questa mossa commerciale di Trion Worlds, poiché si ritrovano a giocare a un prodotto quasi identico all’originale Defiance, avendo perso però tutti i vecchi progressi.
Il gioco oltretutto non è tradotto in italiano, cosa che rende il titolo meno fruibile agli utenti poco sgamati con la lingua inglese.
In conclusione, Defiance 2050 esce da questa analisi con un voto brutto, ma non completamente sconfitto. Ha dalla sua parte la potenza del trash di qualità, e quello è imbattibile.
So bad it’s (almost) good.
Studente di Scienze Politiche e Sociali, Damians è appassionato di videogiochi, film, serie TV e fumetti. Ah e non dimentichiamo anche la musica e, ovviamente, la politica. Discute di queste cose in continuazione e ha sempre qualcosa da dire. Dentro MMO.it ha finalmente trovato lo spazio per continuare a parlare di ciò che gli piace senza assillare i passanti. Insomma, una fortuna per la quiete pubblica.
Meno male che “è divertente”, altrimenti quanto gli davate, -1? Comunque il problema più grosso del gioco è il sistema di matchmaking (assente/buggato/non pervenuto) per il co-op. O almeno lo era fino a pochi giorni fa, quando ho deciso di disinstallarlo, per la medesima ragione. Il gioco in sé non sarebbe nemmeno malissimo…soprattutto considerando l’assoluta mediocrità del panorama MMO attuale. Il problema è che Trion pensa più a far soldi rilasciando contenuti a pagamento, che a fixare i problemi noti (addirittura presenti nel primo Defiance). Contenti loro…