L’ottica moderna con cui si guarda alla sessualità non è più quella di una volta, anche se permangono alcuni pensieri reazionari nelle menti di qualcuno. Non è certo un mistero che tra molti medium quello videoludico sia tra i più “inclusivi”, probabilmente sia per una questione di vedute degli sviluppatori, sia per una questione di vendite, dal momento che a nessuno conviene alienarsi parte dell’utenza mostrandosi di vedute ristrette.
Da primi esempi come gli RPG BioWare che consentivano romance omosessuali (Mass Effect, Dragon Age…) forse anche sviluppate in modo più secondario rispetto alle equivalenti etero, oggi si tende ad un’inclusività manifesta, quasi a dire con forza “anche io supporto questo (giusto) cambio di paradigma”. Questo si nota, tanto per dirne una, quando molti sviluppatori modificano il loro logo aggiungendovi una bandiera arcobaleno sovraimposta in occasione delle giornate dedicate alle problematiche LGBT (viene in mente ArenaNet con Guild Wars 2).
A volte si arriva forse a livelli eccessivi, come su Overwatch, in cui alcuni personaggi sono caratterizzati proprio facendo leva sul loro orientamento sessuale (Tracer è senz’altro l’esempio più conosciuto): ecco, forse la vera parità si raggiungerà quando l’orientamento sessuale non sarà più un motivo fondamentale di caratterizzazione, ma semplicemente una normale prerogativa dell’individuo, che come altre non ha bisogno di essere sbandierata ai quattro venti, al pari del colore dei capelli, se non nelle situazioni in cui oggettivamente ha senso farlo risaltare (come, appunto, nelle romance).
Ma va anche detto che i “diversi”, per qualunque cosa essi lo siano, sono parte del pubblico. Ecco perchè non conviene alienarsi le loro simpatie – in ottica utilitaristica, prima ancora che per un credo personale.
The Sims: Come abbiamo cambiato idea sui “diversi”
In questo speciale analizziamo una serie di videogiochi nello specifico, perché per la loro natura ed il tempo in cui sono usciti sono perfetti nel mostrare un’evoluzione della concezione maggioritaria circa l’orientamento sessuale. Si tratta di The Sims, che dal 2000 ad oggi permette di simulare l’intera vita di uno o più individui, gestendone anche l’orientamento sessuale e le relazioni sentimentali.
Il titolo di questo paragrafo menziona “i diversi”, volontariamente e provocatoriamente chiamati così, ma per un buon motivo.
“Diversi”, infatti, sono tutti quelli che non sono uniformati ad uno standard di comportamento – e questo standard può variare nel tempo. L’omosessualità e ancor di più la moderna concezione di fluidità del genere non è, in molti casi, ancora considerata qualcosa di normalmente accettabile. E in passato, si sa, lo era ancora meno.
Dunque è evidente come, quando l’omosessualità soffriva di maggiore inaccettabilità sociale rispetto ad oggi (e in alcuni casi ancora oggi), l’idea di trattarla in un videogioco poteva far storcere il naso a qualcuno, che era costretto a scendere a patti tra la propria mentalità retrograda e l’inarrestabile progresso, qualsiasi cosa questo voglia dire.
Fatte queste dovute considerazioni, analizziamo la saga di The Sims, che si sviluppa in tempi diversi ed evolve con questi, mostrando come la nostra società si sia evoluta in tolleranza ed inclusività.
The Sims 1 (2000)
Nel primo The Sims i matrimoni erano cose semplici, nel senso che i personaggi si davano un bacio dopo essersi cambiati in abiti formali. Questo era, e forse a qualcuno piacerebbe che fosse così anche nella realtà. A livello ludico, non c’era differenza tra due Sims “sposati” o “non sposati”: l’atto dello sposalizio si risolveva in quel bacio solenne, ma poi non cambiava nulla.
La questione però è che questo atto solenne poteva essere svolto solo da una coppia di Sims eterosessuali. Erano forse retrogradi alla Maxis? Sicuramente no, visto che due uomini o due donne potevano baciarsi, ballare insieme, e perfino fare cose sporche in camera da letto (ops… “fiki fiki”). Tra parentesi, il sesso inteso come atto veniva esplorato soltanto da un’espansione: nel gioco base non era contemplato.
Va considerato però quanto segue: originariamente, The Sims non avrebbe dovuto prevedere la possibilità di interazioni romantiche tra personaggi dello stesso sesso. Racconta infatti The Newyorker che su tale questione si erano interrogati gli sviluppatori del gioco, ed erano giunti a due bozze differenti, e qui torniamo al discorso di sopra circa il cortocircuito mentale che si crea quando si deve decidere tra tradizione e “progresso”. La prima di queste bozze includeva ogni tipo di relazione sentimentale nel titolo, ma la seconda, successiva, avrebbe dovuto eliminare le interazioni omosessuali. Allo sviluppatore che si occupava del codice delle relazioni sentimentali, tale Patrick J. Barrett III, giunse la prima di queste bozze per errore e lui scrisse il codice del gioco in modo da permettere interazioni romantiche tra sim dello stesso sesso. La casualità volle che Barrett stesso fosse gay, e quindi, malgrado fossimo nel 2000, “l’idea gli sembrò buona”, anche se, ammette lui stesso, forse avrebbe dovuto parlarne col suo superiore per esserne sicuro.
Fatto sta che The Sims viene creato con un codice che permette interazioni tra attori senza fare distinzioni tra i sessi di questi, all’insaputa dei superiori di Barrett.
Nel 1999, The Sims viene presentato alla fiera dell’E3 di quell’anno, e guarda caso Patrick J. Barrett si deve occupare del video di presentazione. Ignaro della potenziale disapprovazione dei suoi superiori, egli realizzò un trailer in cui alla fine si osservavano due Sims uomini baciarsi sul divano.
Il successo di questo filmato fu clamoroso: forse per scalpore, forse perchè apriva il proverbiale vaso di Pandora, folle da ogni parte della fiera di Los Angeles accorsero per vederlo. Di fronte a tale evidenza, si lasciò nel gioco il codice scritto da Barrett, e The Sims uscì con questa possibilità.
Tuttavia, era inevitabile che molti storcessero il naso di fronte a questa violazione della morale tradizionale. Era d’altra parte il 2000, e i vent’anni che sono passati da allora hanno portato un cambiamento di mentalità inimmaginabile all’epoca.
Si giustificò quindi la possibilità di avere relazioni omoerotiche attraverso una spiegazione informatica: si diede la colpa a una sorta di “bug”. Il gioco, si disse (ed era vero), non faceva distinzioni tra un Sim uomo e un Sim donna, per cui tutto era permesso. Non è che gli sviluppatori si fossero schierati apertamente a favore dei gay, ma semplicemente il gioco per com’era fatto permetteva una simile interazione. Molti tacquero a seguito di questa giustificazione, che un fondo di verità lo aveva pure. Si superò quindi molto del moralismo attraverso quest’escamotage, a tutto vantaggio delle vendite del prodotto.
The Sims 2 (2004)
Da The Sims 1 a The Sims 2 passarono quattro anni, e molto progresso tecnologico e sociale. Questa volta, sposarsi divenne una cosa seria: il gioco lo trattava come un “evento” a cui si potevano invitare altri Sims, e c’era pure una cerimonia con tanto di video. Sposarsi dava anche dei “punti” ai Sims, quelli che si spendevano per comprare dei beni speciali.
E i gay? Anche loro potevano sposarsi, ma il loro “matrimonio” non era chiamato così. I Sims omosessuali che si sposavano entravano in una “unione” e i punti che ricevevano da questa erano minori rispetto al matrimonio eterosessuale. Insomma, in The Sims 2 tutti i matrimoni erano uguali, ma alcuni erano più uguali degli altri.
Un’interessante feature del gioco era la possibilità di “omosessualizzazione” o “eterosessualizzazione” dei personaggi: un sim partiva con una preferenza, maschi o femmine, e poteva cambiarla se riceveva sufficienti attenzioni da parte dell’uno o dell’altro sesso.
The Sims 3 (2009)
Il grande cambiamento sociale giunge al suo apice con The Sims 3, che nel 2009 apre la strada al matrimonio gay conclamato. Tutte le feature sono uguali indipendentemente dalla natura dello sposalizio: punteggi, possibilità, interazioni. Nulla era precluso alle coppie omosessuali, che godevano degli stessi vantaggi di quelle etero.
Anzi, il gioco base conteneva una coppia omosessuale già fatta, nella città di Sunset Valley. In un’espansione successiva una città conteneva una coppia gay con un figlio.
A nove anni dal primo capitolo, l’eguaglianza era dunque completa.
The Sims 4 (2014)
E adesso? Ad una visione superficiale sembrerebbe che con The Sims 3 il problema dell’inclusione sia stato risolto e accettato da tutti. Ma l’evoluzione sociale ha portato nuove tematiche all’interno della sfera sessuale: oggi si tende a non considerare più il genere come bipartito, ma come un ampio ventaglio, e si tende a separare il sesso dal genere, intendendo per il primo la natura dell’individuo alla nascita, e per il secondo la natura dell’individuo quando matura la sua sessualità. Un uomo biologico può pertanto sentirsi donna, e viceversa, o una commistione di essi, e provare attrazione sessuale per uno dei sessi (o generi?), per tutti e due o per nessuno. Considerazioni interessanti e spesso confusionarie, che dimostrano come la mente umana sia tutt’oggi poco studiata e la sfera sessuale ancora meno.
Problemi, questi, che vengono affrontati e risolti con un “liberi tutti” nell’ultimo capitolo di The Sims: gli uomini possono avere voci femminili e le donne maschili; gli uni possono vestire gli abiti dell’altro e truccarsi. Entrambi possono utilizzare gli stessi accessori sul vestito e si può perfino scegliere se fanno la pipì seduti o in piedi.
Non solo è rispettata l’eguaglianza: si giunge qui a una vera e propria personalizzazione del genere, che permette di crearsi di fatto il proprio.
Riassuntone e considerazioni finali
Riassumiamo quindi, con l’aiuto di un post su Reddit che ha ispirato questo articolo, le tappe della saga di The Sims:
- The Sims 1: gli omosessuali esistono, però sono una possibilità secondaria non prevista.
- The Sims 2: gli omosessuali esistono, e la loro esistenza è riconosciuta esplicitamente, ma non sono proprio uguali uguali agli eterosessuali.
- The Sims 3: tutti sono uguali.
- The Sims 4: non solo esistono gli omosessuali, ma ci sono anche un sacco di persone “a metà” il cui genere è fluido, ed esse sono rappresentabili nel gioco.
The Sims offre quindi uno spaccato della concezione che la società ha avuto negli ultimi vent’anni circa le coppie omosessuali e le loro relazioni in senso lato. Rispetto ad altri titoli, The Sims nelle sue versioni più attuali include senza escludere, nel senso che lascia totale libertà al giocatore di decidere come comportarsi e quale orientamento scegliere, senza forzarlo, ed è quindi un prodotto che dà l’esempio per quanto riguarda queste tematiche.
Ispirato da un post su Reddit di u/FinalMantasyX
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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