Shitstorm da manuale per Guild Wars 2, perchè contiene al suo interno molti di quei semi della discordia che oggi su internet fanno divampare gli animi come poche altre cose. Andiamo per ordine.
In questo caso la protagonista è Jessica Price, in arte Delafina777, sviluppatrice di ArenaNet, che su Ttwitter recentemente ha formulato un lungo post per spiegare alcuni retroscena sul suo lavoro riguardo al Living World di Guild Wars 2.
Nello specifico, il post prende in esame il problema dei personaggi, ritenuti in larga misura troppo anonimi nell’MMORPG di Arenanet. La ragione di ciò, spiega la Price, è che in un MMO inevitabilmente si scende a dei compromessi, soprattutto perchè il protagonista non può essere definito sin dall’inizio ma deve essere creato dal giocatore. In altre parole, tutti vogliono giocare a Tomb Raider per impersonare Lara Croft, o a The Witcher per impersonare Geralt di Rivia, e così via. Se questi personaggi si comportano in modo diverso da ciò che ci si aspetta, dice la sviluppatrice, siamo inclini a perdonarli, perchè sono “altri” rispetto a noi. Se invece, come in GW2, il personaggio principale è fatto da zero da un giocatore, ecco che la questione cambia perchè ognuno ha la sua idea di come il suo personale personaggio dovrebbe affrontare le varie situazioni. È ovvio che per esigenze di gameplay e di sviluppo non si può realizzare una libertà infinita e neppure una paragonabile ai single player (Star Wars: The Old Republic ci aveva provato, ma siamo comunque ben lontani dalle scelte causa/effetto dei più begli RPG offline).
A proposito della personalità del protagonista di Guild Wars 2, il Commander, cioè ciascuno di noi in quanto giocatore col suo personaggio, la Price dice: “Noi insinuiamo la personalità del Commander a partire dalle interazioni che gli ALTRI NPC hanno nei suoi confronti”. Il che è comprensibile, visto che i developer possono agire soltanto sugli NPC e mai sul PG, che è prerogativa del player.
Tutto bene, tutto giusto. Tuttavia un utente, tale Deroir, ha fatto notare in maniera diplomatica e garbata alcune cose: che la Living Story soffre di questo problema perchè ha un disegno narrativo troppo bloccato, stringente e in definitiva poco entusiasmante; che si potrebbe lasciare da parte l’uniformità per ogni giocatore delle scelte compiute e permettere conclusioni o svolgimenti diversi a seconda di ciò che si è scelto; che si potrebbero aggiungere anche solo poche scelte di dialogo così da imprimere maggiore controllo alla personalità del personaggio del giocatore. Obiezioni, per quanto utopiche se si considera il costo di produzione, corrette e ben espresse.
Tuttavia, la Price, punta nel vivo, invece di motivare ha risposto semplicemente così: “Grazie per avermi detto come lavorare”.
Dietro alle critiche che piovono a seguito di questa risposta, anche solo per il fatto che i giocatori di Guild Wars 2 si mostravano interessati a questo scambio, e di fronte allo “sconforto” di Deroir, che si dispiace molto di non aver avuto che una frecciatina come risposta invece che un discorso nel merito delle sue proposte, la Price rincara la dose: “Ecco cosa significa essere donna nel mondo dei videogiochi oggi: lasciare che chi non lavora con te ti spieghi cosa voglia dire fare il tuo lavoro”.
La shitstorm è servita: oltre ad essere arrogante, la risposta tocca il tema del sessismo a cui molti giocatori sono ormai iper-sensibili, dall’uno e dall’altro capo del tema.
Su Twitter la community è andata in rivolta, con utenti che accusano la Price di aver trattato Deroir, uno dei più grandi appassionati di GW2, come un sessista invece di rispondergli. “I don’t want to be a fan anymore” e simili frasi campeggiano nei tweet di risposta, mentre su Reddit un post con migliaia di upvote nella subreddit ufficiale di Guild Wars 2 sentenzia: “Dev’essere proprio bello lavorare con questa sviluppatrice” – e i commenti non sono più magnanimi.
Insomma, la storia insegna che non importa quanto le critiche siano serrate (anche se in questo caso Deroir è stato decisamente diplomatico): mai, mai e poi mai tirare in ballo un argomento che può sfociare nel sessismo, altrimenti al di là delle proprie ragioni se ne uscirà sempre distrutti in termini di immagine.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Fuori di capoccia questa qua, quello le ha dato un consiglio e lei risponde col sessismo? E’ proprio andata!
Ora almeno mi spiego questo post che avevo visto xD https://www.reddit.com/r/Guildwars2/comments/8w6fnb/anet_delivering_new_content_already/