La next-gen di console è ormai dietro l’angolo. Le ultime affermazioni rilasciate dalle software house di tutto il mondo in occasione dell’E3 2018 hanno fugato ogni ombra di dubbio.
Con ogni probabilità, The Elder Scrolls VI arriverà in concomitanza con la prossima generazione, come anche il misterioso Starfield, sempre di Bethesda. Queste informazioni, sommate ai pronostici di sempre più analisti ed esperti del settore e alle dichiarazioni di Microsoft – rilasciate in occasione della sua ultima conferenza – sembrano concordare sul fatto che il futuro sia molto vicino.
Perfetto. Ma di quale futuro stiamo parlando? La domanda è ovviamente molto più semplice della sua risposta, ma allo stesso tempo riassumibile in una sola parola: streaming. Partiamo, però, dalle dichiarazioni di uno dei “big” del settore, un signore del calibro di Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, rilasciate alla testata Vanity Fair qualche giorno fa:
Penso che ci sarà un’altra generazione, ma ci sono buone chance che, passo dopo passo, vedremo sempre meno hardware. Col tempo, credo che lo streaming diverrà maggiormente accessibile a molti più gamer e non sarà più necessario avere un grande hardware a disposizione.
Attraverso queste parole, il mecenate di Assassin’s Creed è andato a mostrare un futuro decisamente interessante, ma anche molto misterioso. Attenzione, non stiamo parlando di guardare degli streaming, ma proprio di giocare tramite streaming.
Chiaramente, moltissimi giocatori non hanno perso tempo e si sono subito schierati con Guillemot, vedendo nelle sue parole una profezia accattivante, che potrebbe abbattere i costi dell’hardware (magari, anche su PC). Al coro, inoltre, si è aggiunto anche il game director della sopraccitata Bethesda, dichiarando che anche a suo parere i giochi saranno presto tutti trasmessi in streaming.
Dall’altro lato della barricata, chi si è schierato contro ha invece sottolineato come questa eventualità potrebbe causare notevoli danni: quanto verrà a costare questo servizio di streaming di videogame? Difficile a dirsi, anche perché la cosa potrebbe non piacere ai produttori di componenti come NVIDIA, che vedrebbero sparire una grossa fetta dei loro introiti.
Ciononostante, il “game-streaming” (digital divide italiano permettendo) sarà senza ombra di dubbio una realtà, da qui a qualche anno. Disporre di una biblioteca di giochi, simile a quella dei film messi a disposizione con servizi quali Netflix, è davvero una prospettiva allettante che porterebbe con sé non poche novità.
Niente download, zero problemi di compatibilità e, potenzialmente, console sempre meno ingombranti ed economiche. Il prezzo giusto? Di sicuro sarebbe quello di un abbonamento mensile come quelli che conosciamo già adesso, ma bisogna tenere in considerazione il costo aggiuntivo che porterebbe l’azzeramento dell’acquisto dei videogame e del potenziale hardware del device videoludico. Un’altra possibilità interessante potrebbe invece essere quella di proporre un costo di “affitto” mensile per l’utilizzo dei singoli videogiochi in streaming.
Voi sareste disposti a pagare un canone (compreso di online) di magari 30 euro mensili, o un noleggio, per dire addio all’hardware? E, soprattutto, è questo il futuro che volete per le console e il gaming in generale?
Giornalista pubblicista e amante della Storia, Thessian rimane saldamente ancorato alla sua personale “Golden age” dei videogame. Approda sul web con Ragnarok Online e poi affonda le sue radici su WoW. Da lì giunge su Guild Wars 2 e vi resterà “finché gli sviluppatori non torneranno a ragionare”. Nel frattempo, si dedica agli RPG offline. Attende da anni, inutilmente, l’arrivo di Star Citizen per criticarlo… da bravo hater.
Innanzitutto, questo tipo di servizio è già usato proprio da NVIDIA (quindi perché dovrebbe opporsi?) e dalla sua console android SHIELD.
In sostanza il gioco (gli input che inviamo con tastiera/pad o quello che è) viene elaborato sul server e al giocatore arriva un video, né più né meno. Questo sistema richiede una connessione internet a banda larga efficiente, ma dal punto di vista hardware basta un televisore, un controller e qualcosa per inviare dati (come detto, a noi arriva un video).
Siccome quel che si richiede è un televisore o poco più, non ci sono più problemi di compatibilità tra le varie piattaforme e tutto viene gestito dai server.
Come vedete, è un sistema che potrebbe funzionare.
e che differenza ci sarebbe tra questo ‘game-streaming’ e un MMO? … sempre un server e un client ci sono no??
Sinceramente non so quanto possa andare in porto una cosa del genere ,troppe parti ne verrebbero penalizzate,ricordiamoci che l’industria videoludica ha un fatturato tra software e hardware di 36 mil di euro ed è in costante aumento, solo l’hardware ne fa 20 mil di euro, secondo voi tutti si prostrerebbero a 90 per passare al digitale?
La Storia ci ha insegnato che non sempre il mercato è controllato dalla legge della domanda e dell’offerta. In molti cominciano a credere in questa possibilità, soprattutto gli sviluppatori, che vedrebbero la loro vita semplificarsi di molto. Sarà un braccio di ferro tra loro e gli sviluppatori di hardware. Spero solo che l’accordo che ne scaturirà non sarà totalmente a discapito dell’utente finale…