Interessante cambio di politica commerciale da parte di Valve, che ha aggiornato la propria policy sostanzialmente disinteressandosi dei contenuti dei videogiochi pubblicati sulla propria piattaforma, a patto che non violino le leggi o siano “manifestamente trolling”.
Ogni tipo di prodotto sarà quindi commercializzabile su Steam, indipendentemente dal grado di violenza, nudità, messaggi di odio o incentivi al giuoco d’azzardo.
Questo chiarimento arriva dopo anni di polemiche e di giochi tagliati, censurati o la cui vendita fu proibita sulla piattaforma Valve. Da sempre, infatti, è stato difficile tirare una linea netta su quali prodotti potevano o non potevano essere diffusi con il più grande dei sistemi di digital delivery per i videogiochi.
In molti hanno commentato la notizia criticando Valve, che un po’ come Ponzio Pilato si laverà da adesso in avanti le mani e controllerà soltanto l’eventuale violazione di norme di legge o il “trolling manifesto”, concetto in effetti piuttosto blando che potrebbe dare origine a nuove polemiche.
Se infatti da una parte è da applaudire la decisione di non mettere bocca sul “gusto” dei videogiochi e dei videogiocatori, lasciando libero il mercato e vincolandolo soltanto al giusto rispetto delle leggi dei vari paesi, che sono oggettive, dall’altra parte il concetto di “trolling” è del tutto aleatorio, dipendendo dalle abitudini e dalla sensibilità di chi si troverà a dover giudicare i prodotti.
Ci si trova qui di fronte a due diversi elementi: l’uno riguardante l’etica e il gusto, l’altro riguardante la legge. E se l’etica e il gusto sono opinabili, la legge non lo è: Steam sarebbe responsabile della pubblicazione di un gioco che violi norme imperative, di paese in paese, ed è pertanto comprensibile il suo atteggiamento.
Rimane un po’ di preoccupazione per il futuro della piattaforma, dato che già adesso Steam è letteralmente invasa di migliaia di titoli più o meno discutibili, trend che, a questo punto, non potrà che aumentare. Che ne pensate della nuova politica di Valve?
Fonte 1, Fonte 2, Fonte 3, Fonte 4
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
Non mi cambierà nulla.
Di fatto, a chi dovrebbe cambiare qualcosa?
– Ai genitori che sono così preoccupati per i loro figli da lasciargli una carta di credito a disposizione per comprare videogiochi?
– Ai maggiorenni vergini?
– Ai malati del gioco d’azzardo che non giocheranno più su “pokersito.com”?
– Ai telegiornali che potranno dire più spesso “ecco, quel mostro ha ucciso N persone perché giocava a quel gioco violento!” ?