Quello che ora è a tutti gli effetti definito “scandalo Daybreak Games” era iniziato a fine aprile a seguito di una serie di licenziamenti che erano stati comunicati a 70 impiegati della software house, ma nel giro di poco si erano chiamati in causa oligarchi russi colpiti da sanzioni internazionali, e si era temuto molto per lo stato dei giochi gestiti dallo studio.
Oggi torniamo sull’argomento perchè di mezzo è finito niente meno che l’FBI, gestito da Robert Mueller, noto per aver indagato sull’influenza russa nelle ultime elezioni americane.
Proprio questa influenza russa pare abbia portato gli investigatori a interrogare Viktor Vekselberg, oligarca russo nonché amministratore del Renova Group di cui Daybreak Games fa parte, anche se non direttamente, bensì attraverso la holding Columbus Nova.
Questo gioco di scatole cinesi (o forse sarebbe meglio dire matrioske russe) sembra nascondere al suo interno numerosi segreti, al punto che “gli agenti dell’FBI hanno fatto a Vekselberg domande riguardo la sua compagnia americana, Columbus Nova“, in relazione al fatto che paiono essere partiti degli ingenti pagamenti da essa a Michael Cohen, l’avvocato di Donald Trump. Insomma, per qualche ragione Vekselberg avrebbe utilizzato Columbus Nova come copertura per pagare Donald Trump.
È sempre più chiaro che Daybreak Games, puramente una casa di sviluppo di videogiochi, sia stata attratta suo malgrado nell’occhio del ciclone pur senza essere protagonista delle vicende di cui si racconta. Lo studio responsabile di EverQuest, H1Z1, PlanetSide 2, DC Universe Online è rimasto inevitabilmente coinvolto ed è sempre più probabile che patirà delle ulteriori conseguenze a seguito di questa storia, anche al di là dei licenziamenti delle settimane scorse.
La trama continua ad infittirsi e, come sempre, ad ogni novità corrisponderà un nostro piccolo approfondimento.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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