“Spargere benzina sul fuoco” non sembra una metafora sufficiente a rendere il danno di immagine che Electronic Arts sta ricevendo in questi giorni a seguito del caso Star Wars Battlefront 2.
Dopo le enormi polemiche riguardanti il sistema pay to win percepito da molti, il publisher americano ha ridotto il costo di sblocco degli eroi, anche se c’è qualcuno che, calcolatrice alla mano, si è reso conto che non è stato ridotto solo il costo dello sblocco ma anche la quantità di crediti ottenuti, col risultato che alla fine non è per forza più veloce sbloccare il medesimo eroe.
Nel frattempo oggi, con una mossa che verrà ricordata come l’esempio di comportamento da non tenere, è stato rimosso il pulsante che permetteva di cancellare il proprio preorder dal sito di Origin.
Adesso, per eliminare il preorder, il giocatore deve sottoporsi a una lunga e tediosa procedura con il servizio clienti di EA, che pare duri più di mezz’ora e presenta code che superano anche i 60 minuti.
Dire che la community non ha preso bene una simile notizia sarebbe poco: oltre alle solite accuse verso il publisher, in questo caso si rileva anche un certo disfattismo. I giocatori sono evidentemente stanchi di un simile trattamento e in molti stanno lo stesso facendo la trafila per rimuovere il preordine, forse ancora più convinti di prima proprio a seguito di questa cattiva mossa.
Davvero nessuno tra i principali commenti che si leggono su internet sembra difendere EA. Il post su Reddit in cui il community manager provava a difendere la scelta di nascondere gli eroi dietro una progressione è il più downvotato di tutti i tempi.
Da più parti emerge la presa di coscienza del fatto che le cose non possono cambiare fintanto che non ci sarà una conseguenza economica per i creatori. Mai come in questo caso, la frase “votare col portafoglio” si adatta all’occasione.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
La frase che “non potra’ cambiare nulla fintanto che ci sara’ un ritorno economico per i creatori…” mi suona strano…..ma non hanno un ritorno dalle vendite del gioco, che da quello che ho capito sono e saranno sicuramente altissime…..?…..non gli basta, vogliono mangiarci molto di piu’ sopra?…….come tutti ormai del resto……una volta compravi un game ed eri sicuro che ti portavi a casa un titolo finito e senza molti problemi, oggi sembra che ti compri sempre e soltanto demo giocabili, demo grafici per mettere alla prova le schede video, o titoli abbozzati e non finiti completamente……….Season Pass, dlc, patch gigantesche due giorni dopo l’uscita del titolo, pay to win, microtransazioni……e basta, non sarebbe ora che le case pensassero seriamente di sfornare titoli belli ma anche giocabili e senza guadagnarci per forza ulteriormente sopra……?…..se fai un titolo bello e valido, stai tranquillo che ci guadagni sicuro, e ti fai una buona reclame per i prossimi…….qui la EA non si e’ fatta di certo una bella posizione con i player…..
Certo che gli sviluppatori hanno un ritorno dalle vendite del gioco.
Il punto è proprio quello: nulla potrà cambiare finchè i giocatori non smetteranno di comprare prodotti palesemente incompleti.