Mancano pochissimi giorni all’uscita dell’atteso Star Wars Battlefront II, quarto capitolo dell’omonima saga videoludica ambientata nell’universo creato da George Lucas, ma il secondo sviluppato da DICE sotto l’egida EA. È dunque il momento di fare una panoramica e fornire qualche opinione scaturita dalla nostra prova del gioco.
Innanzitutto bisogna dire che il Battlefront del 2015 ha deluso sia la critica che i giocatori, accumulando recensioni tremende soprattutto da questi ultimi: le motivazioni sono molteplici, ma le crepe più grosse del titolo si trovano soprattutto a livello di gameplay, troppo arcade e superficiale, e nella povertà assoluta di contenuti, che azzerano la rigiocabilità e la godibilità del titolo (non va neppure dimenticata la presenza del Season Pass, da acquistare a parte).
Ciò che ha invece meravigliato la player base sono stati, come da tradizione DICE, i comparti grafici e sonori, entrambi di gran livello (d’altronde l’engine usato è il Frostbite 3).
Risulta dunque legittimo chiedersi se il team di DICE abbia ascoltato il feedback dei giocatori nel confezionare il sequel a questo mezzo fiasco: la risposta per ora è un deciso sì. Dall’esperienza nell’open beta si è reso evidente il cambio di passo di DICE in quasi tutti i comparti del titolo, ma andiamo con ordine.
Gameplay & gunplay
A differenza del primo Battlefront si nota un deciso allungamento del tempo tra respawn, dovuto principalmente a una riduzione dell’effetto instagib (un colpo = un morto) del titolo precedente per mezzo di un ripensamento del potenziale letale delle armi presenti che giova molto, a mio parere, al gameplay. D’altra parte non si tratta di un Quake III Arena, ma di un gioco che vuole essere più tattico e ragionato, privilegiante le meccaniche di squadra e di fazione.
Il gunplay è molto godibile, con un’inedita modalità di ricarica delle armi laser (rappresentata da un mini quick-time event che parte all’atto della pressione del tasto di ricarica e il cui risultato influisce sulla durata del reload stesso) che premia il giocatore preciso e dotato di buoni riflessi. Per quanto riguarda la balistica e l’hit detection, bisogna farci la mano: chi è abituato a parametri realistici à la Battlefield dovrà farsi l’occhio nelle prime ore di game. DICE ha dovuto fare i conti con la necessità di preservare il più possibile la fedeltà al lore di Star Wars con la godibilità delle armi, e pare esserci riuscita.
Classi e veicoli elite
A differenza del predecessore Star Wars Battlefront 2 presenta un sistema di classi con quattro classi normali per i soldati (Ufficiale, Specialista, Assalto e Soldato pesante).
Fa inoltre ritorno la feature, molto discussa dal suo esordio nel capitolo precedente e in Battlefield 1, delle classi Elite. Anche qui bisogna notare che il sistema è pensato decisamente meglio e per certi versi ricalca le killstreak di Call of Duty: per spawnare in un veicolo o nei panni di uno degli eroi della saga bisogna infatti disporre di un determinato quantitativo di punti accumulati. Questi punti altro non sono che lo score che si fa man mano che si gioca in un round. La disponibilità di tali classi o veicoli varia a seconda della fase del game in cui si è (ad esempio, nella mappa di Theed, una volta che i droidi sfondano le porte del palazzo e il combattimento si sposta in interno i veicoli logicamente non sono più disponibili).
Da segnalare come alcuni veicoli, per loro stessa natura, siano sui binari e quindi non “guidabili” ma molto più simili ad una cannoniera/postazione di artiglieria (pensate all’AC-130). La scelta di veicoli ed eroi è abbastanza varia: mezzi corazzati, starfighter, bombardieri, droidi d’assalto, Wookie incazzati e Sith con tendenza a cadere nei baratri.
Questa feature risulta dunque ben pensata e valorizza l’abilità del giocatore piuttosto che il dito più veloce a premere sull’icona del veicolo (e la pazienza di aspettarlo nella schermata di respawn).
Le tre C: customizzazione, casse, carte
Il sistema di customizzazione del gioco ricalca per certi versi il sistema di mod di Warframe: giocando si guadagnano crediti spendibili in casse, contenenti al loro interno “carte” di potenziamento relative ad una specifica classe o veicolo e disponibili in diverse rarità.
Qui si trova, a mio parere, la grande pecca del gioco: EA ha tolto il Season Pass e reso i futuri DLC di Battlefront 2 gratuiti, ma la decisione di compensare questo mancato guadagno con microtransazioni che permettono di ottenere in anticipo Star Card, in grado di influenzare notevolmente la performance del player, è decisamente riprovevole. Altri titoli di enorme successo (come Overwatch o Counter-Strike: Global Offensive) che utilizzano il sistema a casse hanno preferito, giustamente, limitare i contenuti ad oggetti cosmetici o di utilità per non intaccare il gameplay. Va comunque fatto notare che i giocatori potranno ottenere le stesse carte di chi paga, sebbene il tempo richiesto sia notevolmente maggiore.
Al di là di questo, il sistema offre comunque ai player la possibilità di specializzarsi e modificare le abilità innate della propria classe e dei propri strumenti di morte, oltre a fornire una ragione per continuare a giocare.
Le mappe e le ere
In Battlefront 2 si potrà finalmente combattere in tutte le ere e in gran parte delle location più importanti dell’universo di Guerre Stellari: dai prequel (Naboo, Kamino, Kashyyk) alla trilogia originale (Hoth,Tatooine, Yavin 4, la seconda Morte Nera) fino all’ultima serie (Jakku, Takodana, Base Starkiller).
Nell’open beta abbiamo visto principalmente la mappa ambientata a Naboo: deliziosamente decorata e modellata, offre un combattimento a medio-corto raggio nei giardini antistanti il palazzo della capitale Theed e dentro di esso. Sapienti giochi di luce donano volume e credibilità agli interni in marmo e alle finestre di vetro colorato, mentre gli effetti particellari dominano gli esterni, dove raffiche di vento improvvise giocano con le foglie cadute dagli alberi decidui dei giardini reali e la polvere sollevata dai carri dei Droidi riempie l’aria. Se la qualità delle altre mappa sarà pari a questa, si potrà tranquillamente dire che DICE ha svolto un ottimo lavoro.
Oltre alle varie modalità multiplayer, è opportuno ricordare che Battlefront 2 presenterà anche una storia single player ambientata tra Il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza. La campagna ci metterà nei panni di Iden Versio, comandante dell’Inferno Squad, che dovrà combattere contro la Ribellione e vendicare la morte dell’Imperatore. Si preannuncia dunque un interessante cambio di prospettiva rispetto alla stragrande maggioranza delle storie di Star Wars.
Le battaglie spaziali
Star Wars Battlefront 2 prevede una modalità esclusivamente dedicata al combattimento veicolare nello spazio, grande punto di forza d’ogni gioco basato sull’universo di Lucas. Sin dai tempi di X-Wing vs. TIE Fighter (a cui personalmente ho dedicato più tempo che agli studi elementari) pilotare le varie astronavi dell’Impero Galattico e dell’Alleanza Ribelle è stato uno spasso.
Da grande appassionato della saga e delle simulazioni spaziali, posso dire che lo space combat di Battlefront 2 diverte moltissimo: entrare in un TIE Interceptor, passare alla modalità in soggettiva (e sì, non c’è solo l’HUD: gli interni della cabina sono modellati nave per nave, con grande fedeltà sia al lore che ai vetusti simulatori) e devastare i ribelli a colpi di missili a concussione e raffiche di laser verdi è assolutamente divertente. Anche in questa modalità compaiono i veicoli Elite: navi appartenute a leggendari piloti (il Millenium Falcon di Han Solo, lo Slave I di Jango e Boba Fett) che risultano ancora più incredibili nel gameplay che offrono. Lo Slave I presenta ad esempio la possibilità di sganciare la Bomba Sismica (o Bomba Sonica) che emula perfettamente la sua controparte cinematografica, con grande soddisfazione del giocatore e grande incazzatura degli avversari che si ritrovano disintegrati e consegnati direttamente alla schermata di respawn. Ottima anche la varietà dei veicoli “classici”: Y-Wing, X-Wing, A-Wing, TIE/ln, TIE/I, TIE/B, TIE/A e via discorrendo.
Comparto tecnico
Il gioco, già dalla beta, risulta fluido e ben ottimizzato su macchine anche di media potenza e qualche annetto alle spalle. L’interfaccia utente è abbastanza semplice e immediata, consentendo al giocatore di passare dall’avvio dell’eseguibile alla partita con gli amici in meno di un minuto. Il comparto grafico, come il suo predecessore, è superlativo, alla pari di quello sonoro. Non abbiamo riscontrato bug o crash e il matchmaking ha sempre funzionato velocemente ed è risultato affidabile.
Conclusioni
Volendo essere solo un’anteprima, in questa sede non esprimeremo un voto all’ultimo titolo DICE. Siamo però di fronte a un deciso miglioramento rispetto al precedente capitolo della serie in quasi tutti i comparti. Se il Battlefront del 2015 risultava piatto come la Pianura Padana, qua siamo già sui Colli Euganei: DLC gratuiti, buona varietà di modalità, mappe e veicoli, a cui si aggiunge la campagna single player, il sistema a classi, un gunplay più interessante e tattico e tanto altro da scoprire.
Battlefront 2 sarà disponibile dal prossimo 17 novembre su PC, PlayStation 4 e Xbox One, ma prenotando il titolo è possibile iniziare a giocare il 14 novembre, con tre giorni di accesso anticipato.
Staremo a vedere. Nel frattempo che la Forza sia con voi, e anche con gli sviluppatori.
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