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FIFA 18 – Recensione

FIFA 18 – Recensione

Nuovo anno, nuovo FIFA. Da tempo immemorabile ogni settembre un nuovo capitolo della serie giunge sui nostri schermi. Non è mai semplice riuscire a dare un’adeguata idea di ciò che giustifichi, di anno in anno, l’acquisto di un prodotto che per larga misura è uguale al precedente, salvo qualche sporadica miglioria e modifica.

Inoltre, la simulazione qui è del giuoco del calcio, ed il giuoco del calcio non cambia, VAR e introduzioni tecnologiche a parte (che però non possono che essere simulate attraverso cutscene o scene d’intermezzo e sul gameplay hanno pochissima incidenza): perchè dunque bisognerebbe dare credito a FIFA 18, quando esistono versioni precedenti molto simili, diciamo a partire da FIFA 13? È la domanda a cui cercherò di rispondere in questa recensione, riferita in particolare alla versione PC.

Va anzitutto premesso che FIFA 18 non è un vero e proprio MMO, ma la sua natura competitiva e spesso multiplayer impone qualche parola qui su MMO.it.

È inutile dilungarsi sulle tematiche del prodotto: FIFA è di sicuro la punta di diamante della simulazione calcistica “arcade” e fruibile dei nostri tempi – così come Football Manager lo è in termini simulativi e manageriali.

 

Viaggio al centro della depressione

La prima novità, rispetto agli anni passati, è rappresentata da un ampliamento della modalità Storia, la seconda stagione del cosiddetto Il Viaggio (The Journey): il cammino di tale Alex Hunter, calciatore inglese dalle alterne fortune che i giocatori dovranno impersonare. Quest’anno Hunter viene penalizzato dalla burocrazia (tipo il trasferimento di De Gea e Keylor Navas tra Manchester United e Real Madrid, saltato per via di una macchina del fax difettosa) e si trova senza squadra e senza contratto. Ricomincerà quindi dalla MLS, la lega Americana, così da aggiungere un quid di tristezza ad un percorso già sufficientemente povero di senso. Già, perchè diciamolo chiaramente: a chi può interessare una trama su FIFA? Chi mai può immedesimarsi realmente nelle alterne fortune di un giocatore del campionato americano (che poi, vabbè, ovviamente tornerà in Europa)?

Su internet qualcuno che apprezza questa svolta single player quasi GDR per la verità c’è: non sono molti, però, e la maggioranza non ha intenzione di perdere tempo su uno spezzone di gioco che francamente non ha molto da dire – proprio come accade con la trama nei giochi di corse. Qui si vuole giocare a calcio, fare la partita, diventare migliori e vedere dei bei gol: che importanza ha la trama? Nei giochi di corse, a paragone, si vuole andare veloci, sorpassare, modificare la macchina: che senso ha la trama di vendetta a là Fast and Furious così tipica dei nostri tempi?

 

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“Ehi fratello, non me ne frega un razzo se non ti piaccio, ora ti rinchiudo come un pazzo mentre rappo fino allo strazio”

Per queste ragioni, per soggettività personale del sottoscritto e per il fatto che qui siamo su MMO.it, la modalità storia non verrà considerata ai fini del voto. Si permetta solo una semplice osservazione: forse, considerando anche il cameo di alcuni giocatori famosi – sicuramente pagato – e la qualità delle cutscene – molto buona -, sarebbe stato il caso di utilizzare le risorse così spese per qualcosa di diverso.

Accanto alla modalità Il Viaggio, il single player di FIFA 18 offre le soliti opzioni Carriera e Manageriale, che consentono di utilizzare un solo giocatore e di farlo crescere nei suoi attributi e di prendere una squadra e gestirla nei trasferimenti, negli allenamenti e nelle partite per portarla sul tetto del mondo. Sempre contro il computer, ovviamente.

Invece la situazione si fa molto più interessante, almeno per noi di MMO.it, quando si parla delle modalità online.

 

Lacrime e sangue

Raramente nei videogiochi si rosica tanto quanto si rosica in FIFA. Il connubio masochistico/competitivo del titolo di EA Sports raggiunge il suo apice nella modalità FUT, o Fifa Ultimate Team. Visto che l’obiettivo dichiarato della recensione è quello di mostrare le differenze e le migliorie del nuovo FIFA, tristemente bisogna prendere nota del fatto che non ci sono significative differenze tra il FUT 2017 e quello di quest’anno. Si ha una modalità coppa ad eliminazione diretta, una stagioni, da affrontare sia in single player che in online.

Da notare, almeno al momento, che la modalità stagioni ha pochissimi giocatori su PC ed è piagata da problemi di connettività. Probabilmente verranno risolti nei prossimi giorni ma, per adesso, le Stagioni Online sono quasi ingiocabili.

Ricompare la sfida contro la Squadra della Settimana, rigorosamente gestita dal computer, alla quale si aggiunge – e qui abbiamo una novità – la possibilità di sfidare squadre di campioni scelte da altri giocatori, virtuali e reali. Ad esempio, la prima squadra che va sfidata a ridosso dell’uscita del titolo si chiama Griezmann Team, scelta, pare, da Antoine Griezmann, famoso attaccante dell’Atletico Madrid. Ve ne sono poi altre scelte da utenti – vincerle dà punti e una progressione all’interno della modalità.

Per il resto, l’Ultimate Team presenta una buona progressione ma si comporta come si è sempre comportato: c’è la questione dell’intesa, l’allenatore, le carte contratto, quelle stile e così via.

Un problema dell’Ultimate Team è sempre stato il matchmaking piuttosto ballerino, col risultato che, anche a pochi istanti dall’uscita del gioco, con una squadra di scarsoni livello bronzo usciti fuori dai peggiori spogliatoi della serie B, ci si trova spesso contro lo Spacchettatore Seriale di turno che ha già mollato un migliaio di euro in pacchetti e ha un dream team costruito scientificamente per farti imbestialire.

 

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Con una squadra di tali brocchi, il cui miglior elemento è un Dembelé in prestito per tre partite, sono andato contro una sorta di nazionale tedesca; un team full oro con CR7 punta, uno con Suarez e uno con Gotze.

A proposito di questo, in FIFA 18 è possibile arginare vagamente il problema avendo la possibilità di prendere alcuni giocatori “in prestito”. Questi, di solito grandi campioni, giocheranno un numero limitato di partite per il nostro Ultimate Team, dopodichè verranno riposti nel dimenticatoio. Non è in realtà una meccanica che aiuta, anzi: è evidente l’intento di far provare determinati campioni così che salga la voglia di averli per sempre e si metta mano al portafoglio per ottenere altri pacchetti e altre carte.

Se il fegato non ha ancora prodotto sufficiente bile, ecco che anche quest’anno torna puntuale come non mai la cospirazione del Momentum.
In più di un’occasione infatti capiterà che per periodi della partita tutto andrà bene o tutto andrà male, con tiri assurdi che entrano in porta, rimpalli vinti a ripetizione contro ogni legge fisica, autogol senza senso, colpi di testa che compenetrano le hitbox dei giocatori e in generale una sensazione incredibile di non poter controllare il corso degli eventi.
Quanto di questo sia dovuto al caso, quanto all’impressione soggettiva e quanto invece sia davvero esistente nel codice del gioco nessuno lo sa. Per quel che vale, la mia personale convinzione nei confronti dell’esistenza del Momentum è provata da decine di pugni sul tavolo.

 

Urla davanti allo schermo

Insieme al FUT, un’altra modalità decisamente interessante di FIFA 18 è rappresentata, come del resto lo era anche gli anni precedenti, dal Pro Club.

Questa parte del gioco consente di crearsi un calciatore alter-ego virtuale, e darne il numero, la corporatura e la posizione in campo. Si giocheranno poi partite insieme ad altri giocatori, per un massimo di 6 per squadra (gli altri ruoli verranno gestiti dal computer). È anche possibile creare squadre insieme ad amici che si fronteggino in tornei e stagioni nel tentativo di salire le classifiche. È questo, per una ovvia questione di organizzazione tra giocatori, magari aiutati da un software audio come Discord o Teamspeak, il modo migliore per fruire di questa modalità.

Il personaggio, compiendo determinate azioni in partita, acquisirà migliori caratteristiche e in qualche modo “livellerà”, quasi come se FIFA fosse un gioco di ruolo. A noi di MMO.it questa modalità piace molto, anche se bisogna dire che i problemi di comunicazione ed egoismo dei giocatori random con i quali si gioca nelle partite “al volo” (cioè senza far parte di una squadra classificata) limitano di molto la godibilità per chi non ha un gruppo. Urlare contro i propri compagni di squadra più ancora che contro i propri avversari è comunissimo: peccato che non serva quasi mai a nulla, dal momento che il 90% dei giocatori gioca con la voice chat disattivata a causa del continuo rumore bianco di chi la tiene attiva e degli schiamazzi urlanti di preadolescenti tipici delle stesse persone.

È davvero un peccato che al Pro Club non venga dedicata un po’ più di attenzione da parte degli sviluppatori, perchè davvero potrebbe offrire momenti interessanti e innovativi: del resto, non esiste nessun prodotto che permetta una sorta di gioco di ruolo prendendo i panni di un calciatore, o generalmente di uno sportivo in un contesto di squadra e di gruppo. Il limite non è neppure quello della mancanza di giocatori o della necessità di averne almeno 22 per partita, perchè, come il Pro Club dimostra, quelli non gestiti da umani possono essere efficacemente gestiti dall’intelligenza artificiale. Aspettatevi comunque dei futuri streaming della modalità sul nostro canale, perchè merita.

 

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La schermata del personaggio del Pro Club. Sembra proprio di stare in un MMORPG.

Tecnica e grafica

Come tutti gli anni, le differenze sostanziali di FIFA sono nel gameplay. O meglio: in alcune parti del gameplay che vengono rifinite e migliorate.

Quest’anno è stata dedicata attenzione ai cross, che in effetti hanno un feeling piuttosto diverso: questo è dovuto soprattutto ad un cambiamento nel computo delle statistiche che servono per crossare. In FIFA 18 si rinnova il tentativo di ridurre l’importanza della velocità dei giocatori, da sempre la statistica principale, e con questo nuovo sistema dei cross sono aumentate di importanza le statistiche di passaggio e di visione e simili.

Rispetto agli anni passati si deve segnalare un buon sistema di tiro, che permette di mirare bene (soprattutto in modalità semi-automatica o manuale) i palloni calciati.

La difesa, invece, dà una sensazione strana. Non saprei come altro definire un sistema che consiste nel premere “X” per avvicinarsi all’avversario e chiuderlo, con praticamente l’unico input del giocatore richiesto per sprintare o quando si tratta di fare dei contrasti. Certo, è pure possibile chiamare il raddoppio di marcatura, ma la sensazione è un po’ quella di non essere in perfetto controllo del difensore.

Non c’è dubbio sul fatto che FIFA 18 renda molto meglio in attacco, o per lo meno in fase di possesso palla. Lì le ottime animazioni e una buona sensibilità del controller permettono ai giocatori movimenti realistici, belli da vedere ma soprattutto efficaci a livello di gameplay. Stessa cosa dicasi per i dribbling: migliorati di FIFA in FIFA danno sempre soddisfazione e mantengono vero il detto “easy to learn, hard to master” per il prodotto.

La grafica, che si avvale del Frostbite (lo stesso motore di Battlefield 1), è molto buona. Una delle novità pronosticate da FIFA 18 doveva essere quella del meteo dinamico, con conseguenze anche sul gameplay. Spiace dire che in molte partite tale evenienza non si è mai verificata, per cui non è possibile considerarla in sede di giudizio. La feature, sulla carta, comunque c’è.

Va però notata una scarsa ottimizzazione, almeno su PC. A titolo di esempio su un hardware di ultima generazione ma con una scheda video leggermente datata (una GeForce GTX 770) è stato impossibile superare i 25-30 frame a dettaglio massimo con antialiasing 2X: la resa grafica certamente non giustifica tali cali di frame. Ed in effetti, il problema si presentava più che altro quando i giocatori avevano la palla, come se il loro muoversi palla al piede creasse dei buchi neri di uso delle risorse con conseguenti cali di frame.

Quando l’antialiasing è stato disabilitato e sono state abilitate le DirectX 12 anzichè le 11, il framerate è migliorato drasticamente, di più del doppio. Così drasticamente che mi sento di scrivere questo breve paragrafo per chi fosse colpito dagli stessi problemi: attivate le DX12 e disabilitate l’AA: la grafica sarà comunque buona e la fluidità eccezionale.

 

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La presentazione grafica è molto buona, anche negli stadi più sfigati.

3.5

CONSIDERAZIONI FINALI

Se alla fine di questa recensione ancora non avete capito che cosa rende FIFA 18 veramente unico, beh, benvenuti: la verità è che non c’è nulla che renda FIFA 18 “IL FIFA” da avere. Ma ogni anno è così e le piccole migliorie, unite al fatto che bisogna per forza stare al passo coi tempi, potrebbero valere l’acquisto.

D’altra parte, non si parla soltanto delle rose aggiornate delle squadre, ma anche di tutto il metagame: la community che si sposta sul FIFA più recente, le guide aggiornate, la grafica migliorata, un feeling un po’ diverso su determinate cose e tutto il rosik di sempre.

Non si può, in queste condizioni, dare un voto elevatissimo, semplicemente perchè non c’è nessuna innovazione particolare. Tuttavia il prodotto è solido e mantiene (ovviamente) tutte le caratteristiche che lo rendono apprezzabile e che da anni lo fanno rimanere fisso in cima alle classifiche dei giochi di calcio.

Nel mondo che vorrei FIFA esce ogni tre o quattro anni, e intanto le rose vengono aggiornate e le feature ridiscusse attraverso DLC, non prodotti completi da 60€, ma purtroppo (o per fortuna) il nostro mondo non è la mia istanza single-player.

 

La nostra scala di valutazione

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Avevo scaricato la demo, lanciato una partita, all’intervallo ho chiuso il gioco e disinstallato. Sono anni che oramai i vari fifa e pes non mi piacciono ( da quando hanno introdotto le combo con le levette, tutto troppo macchinoso, tutto preimpostato )
Piuttosto sarò curioso di provare sociable soccer ( dai filmati orrendo, un 2D ottimizzato sarebbe stato più semplice e avrebbe reso meglio, ma almeno dovrebbe essere gameplay puro e semplice, vedremo tra un paio di settimane i primi commenti/review )