Hearthstone mantiene le promesse fatte e l’espansione I Cavalieri del Trono di Ghiaccio (in uscita tra poche ore) è ormai alle porte. A brevissimo potremo aprire le buste gelosamente custodite ed avventurarci nelle gelide terre del Nord.
Si tratta dell’ennesima fatica per Blizzard, un set da tempo in cantiere e pieno di idee interessanti. I giocatori più attenti avranno sicuramente notato che l’intera espansione è già interamente consultabile nel menù Collezione: quali spunti possiamo trarre da una prima analisi delle carte?
Nel passato, in occasione di ogni nuovo set, molti pro si sono sbilanciati nel tentativo di tracciare una via, indicare una potenziale linea di sviluppo del meta. Carte giudicate estremamente valide sono risultate indigeste in ranked mentre meccaniche dapprima snobbate hanno visto un largo impiego. Sicuramente la creatività dei player riveste un ruolo fondamentale poiché sta a loro individuare la giusta formula chimica: è compito delle persone mettersi letteralmente in gioco e sperimentare il più possibile.
Da questo semplice ragionamento prende forma il mio primo consiglio: non abbiate paura di provare (e fallire). Stiamo parlando di ben 135 nuove carte… come resistere alla tentazione di mettere in campo mix arditi e idee strampalate? La ripetizione uccide la novità e introduce una sorta di routine alienante. Mi auguro che da qui a qualche mese ci sia ancora spazio per la sperimentazione e che il meta non risulti irrevocabilmente uniformato, cosa purtroppo già accaduta con puntualità.
Blizzard ha dato il meglio nel creare un set di carte originale, insistendo in parallelo anche su meccaniche note, vedi Rantolo di Morte e gridi di battaglia. E penso che la genialità del processo risieda proprio nella volontà di ridare lustro a elementi di gioco esistenti, integrandoli con ingredienti nuovi. Non siete emozionati all’idea di giocare una versione non morta del vostro Eroe preferito? Stiamo parlando di Poteri Eroi innovativi, abilità in grado di stravolgere lo stato del partita.
Forse proprio il carattere singolare di questa espansione la rende così unica e ciò non potrà che pesare sul portafoglio dei giocatori: si tratta di un set dentro/fuori, nel senso che tutti coloro che non investiranno nelle nuove carte si vedranno tagliati fuori dal gioco. Parametro per parametro, effetto per effetto, quasi tutti gli elementi introdotti sembrano avere quella marcia in più, un quid capace di garantire win rate superiori. Specie in ambito standard, privo quindi dell’intero arsenale di Hearthstone, un mazzo estraneo al mondo dei Cavalieri del Trono di Ghiaccio potrebbe registrare performance pessime, specie dopo il periodo di rodaggio tipico di ogni nuova espansione.
Il meta del Lich King
Ma entriamo più nello specifico e cerchiamo di capire verso quale meta si stia dirigendo Hearthstone. Il primo dato importante su cui riflettere è l’abbondanza di carte con Rantolo di Morte. Si tratta di un’abilità tendenzialmente “passiva” visto che richiede ulteriore tempo per essere attivata. E quale effetto sortisce Furto Vitale se non garantire extra-turni, alla luce dei punti vita guadagnati? Questi due elementi, in aggiunta all’apporto degli Eroi non morti (rimozioni/armatura) fa propendere verso un’ipotesi di meta tendenzialmente control. In questo senso, la card quality e la capacità di sfruttare al massimo il valore delle proprie carte diverranno fattori determinanti in numerosi scontri.
Siamo quindi all’epilogo per i mazzi aggro? Non credo proprio. Il tool di carte messo a disposizione è così ampio che le menti più acute sapranno certamente riorganizzare vecchi archetipi di mazzo in costrutti attuali ed efficaci: d’altronde non mancano carte “buff” per i minion, come magie in grado di mettere l’avversario sotto pressione in termini di board presence. Probabilmente sarà più difficile aggredire sin dai primi turni il nemico costringendolo a prendere scelte forzate ma solo il futuro potrà più o meno contraddirci.
Sino ad ora abbiamo fatto riferimento alle carte generiche, ovvero gli elementi di gioco comuni ed utilizzabili da tutti gli Eroi. Per una trattazione dei singoli rimanderò a speciali successivi ma da subito è emerso un elemento importante: Blizzard ha deciso di creare carte con un forte orientamento verso un determinato archetipo di mazzo. È sufficiente scorrere la lista delle new entry del Paladino per ritrovare spesso lo Scudo Divino/Jaina sembra fossilizzata sul concetto di congelamento/Valeera pensa alle armi e al veleno… e via dicendo. Non è questa la sede adatta per giudicare la bontà di tale orientamento, ma penso sia importante constatare che Hearthstone ha deciso di percorrere una strada ben determinata. Ciò lascia presumere che anche per il futuro il gioco punterà su concept di mazzi forti e appositamente studiati.
Potrebbe sembrare una contraddizione alla sperimentazione prima accennata, ma è doveroso registrare come sino ad ora i player abbiano avuto la possibilità di seguire percorsi alternativi. Le idee proposte dal team creativo, insomma, non hanno fatto da ostacolo alla creatività.
Onestamente non vedo l’ora di lanciarmi a capofitto in questa nuova avventura e godermi appieno ogni pacchetto aperto. Siamo ad un momento di svolta ed è come se si resettassero i valori in campo. Hearthstone ha deciso di rimescolare le carte in tavola e ci invita a fare lo stesso, ancora una volta.
Non resta che darvi appuntamento a presto e salutarvi con il consueto… In bocca al Murloc!
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