È iniziata ieri sera l’open beta di Destiny 2, scaricabile gratuitamente per tutti i giocatori PlayStation 4 e Xbox One. Noi di MMO.it abbiamo messo le mani sulla closed beta con qualche giorno di anticipo, provandola su una PS4 Pro. Abbiamo così potuto gustare in prima persona questo primo assaggio del seguito di uno dei giochi più chiacchierati degli ultimi anni, realizzando lo streaming di cui potete vedere la replica di seguito.
Ecco dunque le nostre impressioni e conclusioni del momento sulla beta di Destiny 2.
Destiny 1, Destiny 1.5, Destiny 2…
Iniziamo subito col dire che Destiny 2 restituisce lo stesso identico feeling, pad alla mano, del suo predecessore. In questo Bungie riesce sempre a non deludere i fan, modificando determinati aspetti più o meno sensibilmente, ma senza snaturare mai il gameplay. Sappiamo bene quanto la community sia affezionata a questo brand e quanto pericoloso sarebbe stato rimescolare troppo le carte in tavola e, su questo, non c’è assolutamente nulla da temere.
Le novità più succose e che incidono maggiormente sulle dinamiche di gioco sono essenzialmente due. Oltre alle due abilità classiche (granata e colpo melee) se ne aggiunge una terza, attivabile quando disponibile tramite la pressione prolungata del tasto Cerchio. Questa cambia effetto in base alla classe del personaggio e permette di attivare temporaneamente dei poteri speciali, come pozze di cure o muretti energetici protettivi. Questa novità non compromette le solite dinamiche tipiche di Destiny, anzi viene assorbita in maniera estremamente naturale.
La seconda novità riguarda la nuova catalogazione delle armi. Se prima eravamo abituati ad armi primarie, secondarie e pesanti, ora la musica è notevolmente cambiata. Le primarie occupano due slot, suddivisi tra armi semplici e quelle con danno elementale. Le armi speciali vengono inglobate con quelle pesanti e unite in una sola categoria, che offre varietà di gran lunga superiore al duo lanciamissili-mitragliatrice pesante. Tutti i fucili (da cecchino, a fusione e a pompa) sono stati ribilanciati al rialzo ma restano adesso molto più difficili da utilizzare a causa della scarsa disponibilità tipica delle munizioni “viola”. Resta dunque da capire se la community deciderà di affidarsi a queste nuove proposte per lo slot dell’arma più potente, oppure continuerà a spadroneggiare il lanciamissili, che a noi sembra assolutamente la scelta più ovvia ancora adesso. Inoltre è piuttosto preoccupante che questo potrebbe, in assenza di un precisissimo e difficilissimo bilanciamento, segnare la fine delle vecchie armi secondarie, relegate a prendere polvere in inventario. Perchè, detto in parole povere, potendo scegliere tra un fucile a pompa e un lanciamissili, chiunque opterebbe per quest’ultimo.
Parlando invece di un tema a noi più vicino, ossia gli elementi ruolistici, possiamo notare che anche lo sviluppo delle classi ha subito uno snellimento molto accentuato, probabilmente addirittura eccessivo, che riduce le possibilità di personalizzazione alle sole abilità, ai salti e ad altri (pochi) perk che si potranno sbloccare non più con l’esperienza ma con oggetti speciali e rari, sicuramente difficili da ottenere e da lootare. Ci duole però constatare che non solo manca una classe inedita, oltre i soliti Stregone, Cacciatore e Titano, ma che queste mantengono anche le due sottoclassi base già presenti all’inizio del primo capitolo, senza tener conto delle altre tre arrivate con l’espansione Il Re dei Corrotti.
Per quanto riguarda l’aspetto grafico del titolo, si nota subito una miglioria visiva d’impatto, probabilmente dovuta ad un miglioramento del sistema di illuminazione e dell’utilizzo degli effetti particellari. Tuttavia, andando a guardare il pelo nell’uovo, ci si accorge che in realtà la sostanza è rimasta pressoché invariata. I modelli poligonali sono tutti ripresi dal primo capitolo, sia per i Cabal che per i Vex, con giusto un paio di aggiunte al roster dei mob nemici e qualche novità nelle animazioni. Le texture e le ambientazioni sono quasi identiche a quelle già viste: solo piccoli dettagli sembrano essere stati ritoccati, come l’HUD in sovrimpressione e poco altro non troppo rilevante.
Da questo punto di vista ci sentiamo di ipotizzare che, per quanto riguarda il comparto tecnico, questo discorso sia limitato all’esperienza console di Destiny 2. Il vero upgrade grafico lo potremo vedere su PC, che riuscirà anche nell’impresa di portare il framerate ben oltre i canonici 30 visti finora su PlayStation 4 e Xbox One. Quanto alla varietà di ambientazioni o di unità nemiche, possiamo solo affidarci a Bungie e al prodotto finale ma, almeno per ora, non abbiamo molte conferme.
Tra PvE e PvP
La beta di Destiny 2 ci ha offerto quattro tipi di contenuti. Il primo è una missione in single player, più precisamente il prologo della campagna principale, Homecoming, che ci mette davanti allo straziante scenario di una Torre messa a ferro e fuoco dai Cabal e ci consente di prendere un po’ confidenza col gioco.
Finita la missione vengono svelati gli altri tre contenuti: un assalto PvE da affrontare con altri due giocatori e due modalità PvP, che vedremo tra poco. L’assalto ha una durata media di 25 minuti e una struttura molto lineare, con il solo boss finale a rappresentare una reale sfida, limitata però alla difficoltà e non a dinamiche particolarmente interessanti. In sostanza, niente di nuovo rispetto ai vecchi standard già visti nel primo Destiny, cosa che ci ha suscitato una certa delusione.
La parte PvP invece risulta un po’ più interessante. Le due modalità a disposizione sono Controllo e Detonazione. Controllo non necessita presentazioni, e non a caso mantiene una struttura classica in cui le due novità marginali riguardano la conquista delle piazzole: ora entrambe le squadre iniziano già con un punto conquistato a testa e un terzo da contendersi, mentre in fase di conquista ogni punto viene direttamente convertito senza passare dallo status di neutrale. Novità che dovrebbero rendere l’esperienza un po’ più dinamica e che apprezziamo.
Detonazione è un po’ il classico Cerca&Distruggi, con due team da quattro che si alternano tra fasi di attacco e difesa. Qui il respawn automatico è disabilitato ma è possibile “ressare” i propri alleati caduti dopo un certo periodo di cooldown. Le condizioni di vittoria riguardano non solo l’eliminazione totale dei membri dell’altra squadra, ma anche disinnescare l’ordigno (per i difensori) o riuscire a distruggerlo (per gli assalitori).
Qui il discorso diventa molto più complesso e ci risulta impossibile dare un verdetto ora, poichè è ancora tutto da vedere. L’elemento sorprendente è che finalmente viene valorizzato molto di più il gioco di squadra, la strategia e la cura degli obiettivi, singoli e di squadra, per poter vincere. Ciò fa ben sperare in vista di un comparto competitivo avvincente e che, magari, riesca anche a trovare una sua dimensione in ambito eSport. Ma bisognerà valutare quante modalità verranno rese disponibili dal lancio, quali arriveranno in seguito e come potranno essere gestite le partite private.
In conclusione, che dire di questo Destiny 2? Sicuramente quanto visto è poco, sotto tutti gli aspetti possibili, e questo alimenta un po’ di timore. Forse sarà dovuto al fatto che lo sviluppo del primo Destiny è stato piuttosto travagliato e lo spettro che tutto questo possa ripetersi inizia a dare molto fastidio, anche in assenza di prove concrete. Resta il fatto che come primo assaggio non siamo rimasti particolarmente soddisfatti. Da una parte le novità intraviste lasciano a desiderare, dall’altra abbiamo una stabilità dei server approssimativa che ci ha creato non pochi grattacapi durante tutti i giorni di test.
Activision e Bungie conoscono bene il settore, la propria community e molti dei suoi desideri. Confidiamo che vogliano offrire la migliore esperienza di Destiny possibile ad oggi, ma resta purtroppo il dubbio che, per farlo, possano avvalersi di futuri DLC ed espansioni (due quelle già annunciate), così da ricavare il massimo possibile da quegli stessi giocatori che, forse, ripongono una cieca fiducia in loro e che potrebbero chiudere un occhio sul ripetersi della storia.
Se per la stabilità dei server siamo molto ottimisti in vista del day-one, per la “ciccia” vera e propria non possiamo fare altro che aspettare il prodotto completo, disponibile dal 6 settembre su PlayStation 4 e Xbox One e dal 24 ottobre su PC, in merito al quale noi di MMO.it cercheremo di offrire una recensione più chiara, esaustiva e completa possibile per i giocatori.
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