Ashes of Creation si farà. Questo ha sancito la campagna Kickstarter del progetto, che ha raggiunto l’obiettivo iniziale di 750mila dollari in meno di un giorno. Nel momento in cui scrivo la raccolta fondi ha superato il milione e 450mila dollari da parte di oltre 8000 backer, e mancano ancora 25 giorni alla sua conclusione.
Un successo clamoroso, forse inaspettato visto il progressivo declino di Kickstarter, piattaforma che negli ultimi anni non fa più i numeri del 2012-2013. Quella era la primavera del crowdfunding, l’epoca di Star Citizen, di Camelot Unchained e Shroud of the Avatar, solo per nominarne alcuni. In quegli anni dominava un diffuso risentimento verso i publisher e il crowdfunding sembrava la risposta, un modo per mandare un messaggio forte alle grandi compagnie.
Purtroppo non tutto ciò che è uscito da Kickstarter si è rivelato buono. Sì, sono spuntate molte belle sorprese, quali Divinity e Pillars of Eternity, ma la maggior parte degli MMO, che presentano un ciclo produttivo più lungo, li stiamo ancora aspettando, mentre altri sono finiti in un nulla di fatto, come Pathfinder Online, che era riuscito a racimolare l’incredibile cifra di un milione di dollari. Bastava davvero poco: promesse altisonanti, qualche vaga feature, una manciata di artwork e uno straccio di video per ricevere soldi, e tanti. Oggi le cose sono cambiate, e forse è meglio così.
Per guadagnare la fiducia (e il portafoglio) dei backer bisogna svelare le carte, mostrare il proprio prodotto, dare garanzie di stabilità. Ebbene, in questi pochi giorni Ashes of Creation ha già mostrato più di quanto non abbiano fatto molti progetti massivi kickstartati in passato. Certo, non possiamo sapere se a eccellere sia il prodotto in sè o la campagna di marketing, ma di sicuro i ragazzi di Intrepid Studios non sembrano dei dilettanti allo sbaraglio. Stiamo parlando di veterani del settore, alcuni dei quali vengono da Daybreak Games (prima SOE), dove hanno lavorato su MMO come EverQuest II e Planetside 2.
Al momento gli sviluppatori coinvolti a tempi pieno sono 14, ma lo studio americano prevede di raddoppiare il team entro l’estate e triplicarlo entro fine anno. Insomma, attenzione a non commettere l’errore di pensare che questo sia un progetto di belle speranze messo su da quattro poveracci.
Dal reale al virtuale
Steven Sharif, creative director di Ashes of Creation, è diventato ricco investendo e facendo l’agente immobiliare negli Stati Uniti, e adesso ha deciso di darsi al gaming per realizzare il MMORPG dei suoi sogni. Idealismi a parte, Sharif ha dichiarato senza mezzi termini che Ashes of Creation è un MMO più ambizioso di Crowfall, e che per completare una build base del gioco con tutte le feature previste sono necessari circa 30 milioni. Che è un’enormità, per un MMO indie.
Per chi non avesse ancora chiaro che razza di gioco sia, Ashes of Creation è un MMORPG open world fantasy senza fazioni e con molti elementi sandbox, che intende riportare l’aspetto realmente massivo nel nostro genere preferito. Non a caso il logo di Ashes of Creation è l’Araba Fenice: il mitico animale che rinasce dalle ceneri sta a simboleggiare la rinascita del genere che questo titolo spera di portare.
L’esperienza di gioco sarà particolarmente immersiva grazie a un mondo virtuale vivo e dinamico. Non stiamo parlando di semplici eventi a là Guild Wars 2, ma di un mondo in continuo mutamento a seconda delle azioni dei giocatori. Tutto si regge sul sistema di nodi, che ricorda quello di Black Desert Online. Se però nel MMORPG di Pearl Abyss i nodi sono una meccanica legata al singolo personaggio, qui vanno intesi in modo comunitario. I nodi infatti sono punti focali del mondo di gioco, che livellano e progrediscono insieme ai player: un villaggio se sviluppato diventerà una cittadina, e questa col tempo potrebbe poi trasformarsi in una metropoli.
Più in generale, Intrepid Studios vuole costruire un MMORPG che incoraggi il gameplay emergente, ovvero tutti quegli eventi non scriptati ma causati dall’interazione tra i giocatori e le meccaniche ludiche. Un’altra caratteristica unica è il ciclo delle stagioni, con tutto ciò che ne consegue sulle dinamiche di gioco. Ad esempio d’inverno la neve potrebbe accumularsi sulle strade e bloccare percorsi altrimenti accessibili negli altri mesi dell’anno. Non mancherà un sistema di housing, che sarà in parte istanziato e in parte no.
Il vero focus di Ashes of Creation sarà dunque costituito dall’ambientazione, con ambienti di gioco ricchi e altamente interattivi. Questo tuttavia non vuol dire che non ci sia spazio per il PvP: al contrario, la guerra tra giocatori potrebbe portare ad enormi assedi e alla conquista di intere città. Gli sviluppatori promettono comunque un sistema PvP equilibrato, che impedirà al titolo di diventare un “gankbox”, come successo con molti sandbox negli ultimi anni.
Anche graficamente il titolo sembra all’avanguardia, con l’Unreal Engine 4 che dà vita a panorami fantasy ispirati e di ampio respiro. Davvero tanta roba per un gioco il cui sviluppo è iniziato a febbraio 2016.
Vanguard of Creation
Nei giorni scorsi la software house ha svelato i primi stretch goal, alcuni dei quali sono già stati raggiunti. A un milione sono stati sbloccati i parlor games (i giochi da taverna), seguiti dalle mount di gruppo, con creature leggendarie e funzionalità di gruppo migliorate. Al raggiungimento di 1,5 milioni avremo i contenuti navali, con tanto di esplorazione in nave degli oceani, mentre a 1,75 arriverà l’Underrealm, un’enorme regione sotterranea. I successivi stretch goal sono ancora un mistero.
Gli obiettivi già sbloccati mi rievocano il buon vecchio Vanguard: Saga of Heroes. Il MMORPG di Brad McQuaid aveva un forte focus sulla navigazione, mentre i parlor games mi ricordano un po’ la feature della diplomazia. D’altronde non può essere una coincidenza il fatto che in Intrepid Studios militino alcuni ex-developer di Vanguard.
Che l’ispirazione sia voluta o meno, sarebbe molto bello se Ashes of Creation riprendesse alcune delle idee di Vanguard che, nonostante tutti i suoi difetti, presentava delle meccaniche che non abbiamo mai più visto replicate con la stessa profondità e libertà d’azione.
Programma affiliazione o catena di Sant’Antonio?
Il gioco sfrutterà il modello pay to play senza costo iniziale: in altre parole, Ashes of Creation richiederà un canone mensile ma senza la necessità di acquistare prima il gioco. Il costo del canone potrà essere abbassato grazie a un sistema di referral: sostanzialmente guadagneremo il 15% per ogni amico che pagherà il canone usando il nostro referral (insomma, ci converrà avere più amici possibile). Questo sistema però è stato criticato da alcuni utenti su Reddit poichè ricorderebbe un modello di marketing piramidale truffaldino, stile “catena di Sant’Antonio” per intenderci.
Sharif ha rilasciato un’intervista a Massively Overpowered (che vi consiglio di leggere, inglese permettendo) difendendo questo modello commerciale, spiegando che in realtà funziona al contrario di uno schema piramidale. Infatti “gli schemi piramidali hanno un costo di entrata, non vendono un prodotto e incanalano il denaro verso i primi partecipanti”, mentre il sistema di referral per Ashes “non costa denaro per partecipare, è focalizzato sui giocatori che acquistano un prodotto reale (il videogioco) e più gente lo usa, meno denaro fanno i primi partecipanti”.
Senza scendere troppo nelle questioni tecniche, il modello è in realtà abbastanza simile al Programma Affiliazione di Amazon e non sembra una cosa losca. Ashes of Creation è un MMORPG basato sulla community e per questo gli sviluppatori dicono di voler restituire alla stessa una piccola parte del denaro guadagnato.
Parlando di date, per la persistent alpha si parla di dicembre 2018. Sono molto scettico a riguardo, contando che su Kickstarter è praticamente un’abitudine dare scadenze che poi si finisce per non rispettare. Per carità, meglio un gioco rimandato per essere completato che uno rushato in fretta e furia. Comunque non mi aspetto niente prima del 2019.
In fin dei conti, che cosa ci insegna tutta questa storia? Ci insegna che c’è modo e modo di attuare una campagna di crowdfunding, e quelli di Intrepid Studios l’hanno fatto bene. Ashes of Creation è un MMO promettente accompagnato da bei video, tanti contenuti e un’ottima chiarezza espositiva. E questo non è che l’inizio: nei prossimi mesi arriveranno panoramiche sulle classi, demo sul combat system e informazioni sul lore, nonché filmati su housing e crafting.
Ashes of Creation è la dimostrazione che il pubblico è sì più scettico e diffidente rispetto al passato, ma che di fronte a un progetto ambizioso e ben presentato si scioglie ancora come neve al sole, sotto il calore dell’hype. Nella peggiore delle ipotesi, la software house ha promesso di rimborsare tutti i backer se il progetto fallisse. Lodevole intenzione, ma speriamo che non si debba arrivare a tanto: sarebbe un altro duro colpo per Kickstarter.
E voi? Avete backato Ashes of Creation o avete intenzione di farlo, oppure prima aspettate di vedere cammello?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
Credo che sulla carta AoC sia senza ombra di dubbio il progetto massivo più interessante visto negli ultimi 10 anni, o magari forse azzarderei in assoluto. Ma è ovvio il beneficio del dubbio proprio in virtù di tutti quei retroscena legati al crowfounding. Poi mettici la scimmia che fa diventare esponenzialmente il tempo d’attesa in ere vere e proprie.
I proclami quanto le buone speranze sono un veleno sordo e subdolo che rischiano di far fossilizzare anche il migliore dei progetti, soprattutto se non è d’altra parte sostenuto da un team di sviluppatori all’altezza.
Vedi SC che nonostante i soldoni e gli altissimi standard di sviluppo vuole che i tempi di realizzazione comunque e inevitabilmente diventino enormi.