For Honor è uscito da poco più di una settimana e si è guadagnato un certo favore per la sua formula rapida e competitiva e per l’innovativo sistema di combattimento.
La stessa innovazione, però, non la si ritrova nell’architettura di rete del gioco, che si appoggia su connessioni peer to peer per mettere in comunicazione i giocatori anzichè puntare esclusivamente su un server centrale.
Questo è tutt’altro che un problema da poco, soprattutto in Italia, dove uno dei maggiori provider, cioè Fastweb, nasconde dietro NAT i propri utenti, creando problemi di connessione tra gli stessi che non possono essere risolti se non passando esclusivamente attraverso un server centrale. Agli utenti Fastweb che hanno problemi, e che probabilmente stanno impazzendo nel tentativo di aprire le porte del proprio router, il consiglio è di farsi dare un IP pubblico facendone richiesta via Twitter all’account di Fastweb Help: è gratuito e dovrebbe bastare per risolvere i problemi.
I sintomi dei guai derivanti da un’architettura peer-to-peer sono molteplici: il più frequente è sicuramente l’impossibilità di unirsi alla partita di un amico, o le continue disconnessioni.
La mania del peer-to-peer nelle connessioni multiplayer non è prerogativa esclusiva di Ubisoft, sebbene sia nei suoi giochi che ha la resa peggiore. Su The Crew o su Steep, per esempio, è veramente ingiustificabile, dato che si tratta di titoli “MMO per vocazione”, in cui il mondo di gioco è persistente e perennemente condiviso con altre persone.
Chiaramente, la scelta di virare verso un peer-to-peer anzichè su un server unico risponde ad esigenze economiche: invece di pagare il mantenimento di server di grande potenza si può contenere il costo scaricando buona parte dello stress sulla singola connessione ad internet degli utenti.
Anche Rockstar ha utilizzato un sistema simile per GTA Online, ma rispetto ad Ubisoft si riscontrano meno problemi, segno che malgrado la natura sicuramente negativa dell’architettura qualche miglioria si può fare. E da questo punto di vista ci auguriamo di vedere molte migliorie, da parte di Ubisoft, perchè per alcuni utenti questi problemi possono rendere il gioco inutilizzabile, come testimonia il video di seguito.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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