La modalità competitiva di Overwatch è uscita da poco e già si sono manifestati alcuni problemi di bilanciamento ai quali Blizzard sta cercando di porre rimedio.
Sicuramente il più grande cambiamento che verrà apportato a breve è quello di limitare i vari personaggi ad uno per squadra, eliminando i doppioni. “One hero limit” è la denominazione ufficiale del cambiamento, che non sarà presente nelle partite rapide non competitive.
Se alcuni approvano la modifica e la ritengono una giusta soluzione per far fronte al problema dei doppioni e dei team composti da un unico personaggio clonato cinque volte, altri ritengono che si potrebbe creare una situazione nella quale ognuno prenderà istantaneamente il personaggio con il quale si trova meglio, complice anche la paura di fare brutta figura, creando problemi per l’equilibrio dei team. Inoltre questo dovrebbe disincentivare chi è meno esperto a giocare un certo personaggio a prenderlo in competitiva, ma a ciò viene risposto che non è certo la modalità competitiva quella fatta per apprendere a fondo i meccanismi di un certo eroe, e che se si gioca competitive si dovrebbe già dare per scontata una certa competenza del giocatore: una buona riposta, ma anche molto utopica.
Da GameStop giungono ulteriori indiscrezioni circa i prossimi aggiornamenti attraverso la voce di Scott Mercer, designer Blizzard. In particolare viene ventilata la possibilità, nella prossima stagione, di permettere ad alcune partite di finire in parità, invece che solo in vittoria o sconfitta. La questione che assilla gli sviluppatori è quella di riuscire a bilanciare sufficientemente bene il pareggio, così da non far percepire ai giocatori di aver buttato il loro tempo: dare loro la soddisfazione di potersi portare a casa anche un sudato 0-0.
Fonte: Gamespot
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
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