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Blizzard risponde alla petizione per i server vanilla di World of Warcraft

Blizzard risponde alla petizione per i server vanilla di World of Warcraft

Blizzard Entertainment, per voce dell’executive producer J. Allen Brack, ha infine risposto alla lettera inviatagli dai tantissimi fan dell’ormai chiuso Nostalrius, server vanilla privato di WoW.

Purtroppo, la risposta della grande società non è stata quella sperata dagli oltre 200mila utenti che aveva deciso di supportare la raccolta di firme, ma qualche piccolo spiraglio sembra essersi aperto. Ecco un estratto del lungo post ufficiale, che potete trovare sui forum del gioco:

Il nostro silenzio sull’argomento non riflette assolutamente il nostro livello di dedizione e passione al riguardo. Vi sentiamo. […]

Abbiamo discusso dei server classici per anni e ancora di più nelle ultime settimane. Dalle discussioni dei team interni agli incontri oltre l’orario d’ufficio con i dirigenti, l’argomento è stato dibattuto a lungo. […]

Per cui, cosa possiamo fare per soddisfare la nostalgia di quando World of Warcraft venne pubblicato per la prima volta? Col passare degli anni, abbiamo discusso a lungo sulla creazione di un ‘reame immacolato’. In pratica ciò comporterebbe la rimozione di sistemi, quali l’aumento dell’esperienza, il trasferimento dei personaggi, i cimeli, i potenziamenti istantanei, i bonus di reclutamento amici, i Gettoni WoW e l’accesso alle zone multi reame e alla ricerca gruppi. Non siamo così convinti che una versione così pulita sia qualcosa che interesserebbe il grosso della comunità, per cui questo resta un argomento di discussione ancora aperto.

Si tratta di una risposta interessante perchè per la prima volta un membro del team Blizzard apre uno spiraglio, seppur piccolo, sull’idea di un server “incontaminato”, come definito da Brack.

Per quanto riguarda invece la chiusura di Nostalrius, Brack ha sottolineato la buona volontà della società affermando:

“Perché non permettere a Nostalrius di continuare a esistere? La risposta onesta è che non agire di fronte a una palese infrazione di una nostra proprietà intellettuale danneggerebbe i diritti di Blizzard. Questo si applica a tutto ciò che sfrutta la proprietà intellettuale di World of Warcraft, tra cui i server non ufficiali. Benché ne abbiamo valutato la possibilità, non esiste alcun modo legalmente chiaro per proteggere la proprietà intellettuale di Blizzard e fornire una licenza operativa a un server pirata. ”

Nel frattempo è arrivato il video annunciato la settimana scorsa da Mark Kern, ex-lead developer di WoW, che aveva promesso di rivolgere una lettera aperta sulla questione a Mike Morhaime (CEO di Blizzard) al grido di “Make Azeroth great again”. Vedremo se e come risponderà Blizzard stavolta.

 

 

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