Benvenuti nella prima puntata di Plinious Ex Machina, l’editoriale di MMO.it in cui dico la mia senza prendermi troppo sul serio su tutto ciò che concerne la sfera MMO, e non solo. Qui potrete infatti leggere dissertazioni, riflessioni e viaggi mentali del sottoscritto sui videogiochi con tutti gli annessi e connessi del caso. O forse la verità è che in questo spazio esprimo idee e parole in libertà. A voi la scelta.
Perchè questo nome astruso? Secondo la tradizione il “Deus ex machina” (letteralmente “divinità che scende dalla macchina”) è una tecnica teatrale usata nella tragedia greca che prevedeva l’entrata in scena dall’alto tramite una carrucola di un personaggio importante (come una divinità, appunto) al fine di risolvere un intreccio narrativo bloccato. Per estensione questo termine è passato a indicare tutte le volte che la trama di un’opera (teatrale, letteraria o cinematografica) viene inaspettatamente risolta dall’intervento di un personaggio fino a quel momento esterno al racconto. Si tratta di una tecnica narrativa vecchia come il mare che, nel corso dei millenni, è stata (ab)usata oltremisura, dato che permette di risolvere con facilità trame apparentemente inestricabili. La compagnia di Nani de Lo Hobbit è in trappola? Et voilà, interviene Gandalf il Grigio a salvare tutti quanti. Luke Skywalker sta per essere silurato da Darth Vader durante l’attacco alla prima Morte Nera? Oplà, dal nulla compare Han Solo a rimettere le cose a posto e permettere a Luke di “far saltare questo affare”.
Certo, a giudicare dal titolo verrebbe da pensare che io mi consideri alla stregua di una divinità o che mi voglia paragonare a quel figo di Gandalf. Niente di tutto ciò: molto più semplicemente, in queste pagine cercherò, non senza un pizzico di ironia, di offrire delle soluzioni alternative alle questioni videoludiche che pongo, soluzioni derivanti da congetture teoriche o da esperienza personale.
È inoltre evidente l’ispirazione a Deus Ex evocata, ancor più che dal titolo dell’editoriale, dalla bellissima immagine di copertina soprastante disegnata da EmberEye sullo stile della cover del gioco del 2000: elicotteri, luci notturne e una Statua della Libertà in rovina si stagliano su un’ambientazione urbana insieme malata e affascinante come solo la New York di Deus Ex sa essere. D’altra parte lo stesso videogioco di Warren Spector non richiama certo casualmente il “Deus ex machina” greco, come dimostrato dall’introduzione del gioco in cui un personaggio misterioso declama: «Abbiamo dovuto sopportare molte cose, ma presto tornerà l’ordine, una nuova epoca. Tommaso d’Aquino parlava della mitica Città Celeste. Presto quella città diventerà reale, e noi saremo incoronati come re… Anzi, ancor più che re: Dèi».
Il titolo di questo editoriale dunque deriva da due influssi diversi: il mio amore per la cultura greca classica e la mia passione viscerale per la serie Deus Ex e, più in generale, il cyberpunk. Due concetti così lontani nel tempo e nello spazio, apparentemente estranei tra loro, eppure legati da un gioco sincretico di rimandi e citazioni. La divinità a governare il mondo nel primo caso, la tecnica e più in particolare la macchina (intesa come Intelligenza Artificiale) a prendere il sopravvento nel secondo. D’altronde, come recita l’I.A. Morpheus in uno dei dialoghi più illumina(n)ti di Deus Ex, «il bisogno di essere osservati e capiti era un tempo soddisfatto da Dio. Ora possiamo svolgere la stessa funzione con algoritmi di recupero dati».
In fondo, pur se con linguaggi e stili diversi, tragedia greca e cyberpunk non fanno altro che parlare di noi uomini: le nostre origini e le nostre pulsioni, da dove veniamo e cosa potremmo diventare… Insomma, terreno fertile per suscitare spunti di riflessione interessanti, per parlare e confrontarsi.
Probabilmente vi starete chiedendo perchè questo pippone. Beh, volevo spiegare perchè ho scelto di chiamare così questo editoriale, poi da lì a farsi prendere la mano è un attimo. Ma d’altronde, se non mi facessi prendere la mano neppure nel mio spazio personale che tristezza sarebbe?
Facciamo così: oggi è andata com’è andata, e dalla prossima volta iniziamo a parlare davvero di MMO (e MMO.it). Che poi, ripensandoci, avrei potuto sintetizzare il tutto dicendo che Plinious Ex Machina suona maledettamente bene. Di sicuro JC Denton approverebbe. E voi?
Giornalista pubblicista, Plinious trova che non esista niente di più comunicativo dei videogiochi, in particolare quelli online. Da sempre appassionato di gioco di ruolo e MMORPG, ama immaginare ed esplorare mondi fantastici in cui perdersi dieci, cento, mille e una notte. La sua storia online inizia con Guild Wars Nightfall e prosegue con decine di MMO occidentali, da World of Warcraft a Warhammer Online, da Guild Wars 2 fino a Sea of Thieves.
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[…] Nella prima puntata di Plinious Ex Machina, avevo promesso che dalla prossima volta avrei parlato di MMO. In verità mi trovo però costretto a rimandare, dal momento che è successa una cosa troppo grande per essere ignorata. Dopo sette anni di onorata carriera Tommaso Valentini e Aligi Comandini, alias FireZdragon e Pregianza, lasciano infatti SpazioGames, preceduti di poco da Lorenzo Mosna. Viene dunque meno il trio redazionale che per anni ha diretto il secondo sito d’informazione videoludica in Italia. Si tratta di un fatto a suo modo storico, arrivato come un fulmine a ciel sereno un po’ per tutti, lettori e collaboratori del sito. Ho voluto scrivere di getto queste righe per omaggiarli e ringraziarli del loro lavoro. […]