Strategia spicciola. Mio figlio può essere considerato un ottimo soggetto da studiare, videoludicamente parlando. A 10 anni suonati ce le ha tutte, le caratteristiche tipiche dei piccoli mostri tecnologici. E non che siano prettamente da esaltare: infatti vive con l’iPad in mano fin dalla prima colazione, ha fatto il level cap di DC Universe da solo a 6 anni e quello di World of Warcraft a 8, con in mezzo una piccola fissa per Lego Universe, tristemente chiuso con conseguente crisi esistenziale.
Conosce i nomi di ogni possibile youtuber a memoria, ha subito un progressivo spostamento dell’attenzione dal PC paterno alle console di ultima generazione, spopola su Minecraft e passa ore a farsi il look “giusto” su Fallout 4. Ho creato un videogame-dipendente, lo so, lo so. Sta di fatto che sia lui sia i suoi amichetti scolastici, che non è che siano molto diversi, ormai sono costantemente fiondati sul terreno che pare più fertile, a livello di applicazioni, per questa età, e cioè i prodotti pseudo o vero-strategici (in tempo reale) che invadono l’Apple Store o il Play Store quotidianamente. Su tutti Clash of Clans e miliardate videoludiche simili, dove si deve costantemente controllare che cosa fanno tutti quelli online nei tuoi confronti, quando è pronta per essere usata la nuova unità o se il vicino di casa ti ha bombardato l’officina e ti tocca spendere crediti per ricostruirla.
Insomma i bambini di oggi paiono seriamente indirizzati ad avere nel sangue i RTS game, molto più che le vecchie, si fa per dire, generazioni, cioè quelli che al massimo hanno vent’anni oggi (io non faccio testo, posso fare al massimo Caronte che li traghetta da un genere all’altro). Ed allora mi sa tanto che il panorama multiplayer, MMO in senso lato, tenderà sensibilmente a spostarsi in un prossimo futuro verso questo tipo di prodotti, e una nuova generazione rivista e corretta di serie come Total War e Starcraft la faranno da padrone, molto più che i Black Desert Online del momento.
Diciamo che rispetto ad anni fa i bambini di oggi vivono un mondo “multigiocatore” che prima era per pochi eletti, mentre adesso anche il vecchio Samsung della mamma è perennemente online, visto le flat internet che una volta sarebbero parse fantascienza. Quindi, a prescindere, giocare single-player in quella fascia d’età è già passato di moda, visto che praticamente ogni “giochino” mobile è un vero e proprio player versus player, se non una co-op.
Quindi, strategici multiplayer come prossima tendenza “veramente impattante”, altro che MOBA. Si, piacciono anche loro a mio figlio, ma vedo che dopo aver provato lo Strife o il Paladins di turno torna sempre a “creare avamposti, truppe e caserme”. Non l’avrei detto, dato che ritengo più immediato un World of Warcraft piuttosto che un gioco di strategia, ma probabilmente è anche frutto dei nostri tempi sempre più frenetici, e gli RTS ne rispecchiano la schizofrenia.
Con buona pace di noi genitori, che lenti come dinosauri continueremo magari a farci ancora un dungeon in Lord of the Rings Online, mentre i nostri figli staranno distruggendo l’ennesimo esercito Zerg.
Comunque, guardando l’evoluzione di mio fratello e i ragazzi di 11 che alleno, credo che esista un momento Clash of Clans et simili per tutti i ragazzini di oggi. Poi o si continua su videogiochi più complessi o si lascia per sempre il panorama videoludico. Per la mia generazione (23/24/25 anni) erano i primi giochi F2P come Ogame o Warrock (e altri FPS) a svolgere questo ruolo da spartiacque tra i futuri gamer e la gente che se va bene oggi gioca una partita a FIFA. Non ti so dire se esista un particolare legame con il genere e che quindi in futuro vedremo tanti giocatori di RTS, anche se il successo dei COD negli ultimi dieci anni si spiega, secondo me, anche per questa particolare impostazione iniziale di molte persone ricevuta dagli FPS gratuiti.