Come saprete vi avevamo portato, un mesetto fa, la triste notizia della morte di Chronicles of Elyria, l’ambizioso (forse troppo) MMORPG sandbox che, dopo otto milioni di dollari ricevuti su Kickstarter, ha visto licenziato il suo team di sviluppo e chiuso lo studio.
Ma poi Jeromy Walsh, il CEO dell’ormai fu Soulbound Studios, aveva pubblicato una lettera nella quale diceva che, malgrado tutto, “si sarebbero cercate strade alternative” per continuare lo sviluppo del gioco – soprattutto dopo che molti utenti, in primis su Reddit, si erano coalizzati nel tentativo di interpellare le vie giudiziali tramite il Washington Attorney General, una sorta di procuratore noto per le sue precedenti lotte in difesa dei consumatori.
Le cose non sono finite qui: Jeromy Walsh ha infatti pubblicato sulla pagina Kickstarter dedicata a Chronicles of Elyria una nuova FAQ, nella quale risponde ad alcune nuove interessanti domande, quali “come posso ottenere il mio rimborso?” e “perchè non vi assumete le vostre responsabilità?“.
Una strategia comunicativa peculiare, e a suo modo anche divertente, anche se di certo c’è la sensazione di stare osservando un arrampicamento sugli specchi di valenza olimpionica.
Nella maggior parte delle risposte viene ripetuto, in modo quasi ossessivo, che “è nella nostra intenzione continuare lo sviluppo del gioco” (e pertanto i rimborsi non verranno concessi) e che il termine “shutter”, con il quale era stata definita la sorte del team di sviluppo, è stato impropriamente percepito.
Ma se è vero che nell’era del relativismo ognuno può interpretare le parole a suo modo, certo è che l’Oxford English Dictionary offre una definizione piuttosto precisa di cosa significhi “shutter”: “to close down a business or activity”. Chissà che anche gli autori di Oxford siano hater cospiratori.
Walsh ha poi continuato dicendo che il titolo non ha una data di uscita precisa, e confermando che il team è stato licenziato il 24 marzo. Ma, e qui sta la novità, lui è il solo ancora a lavorare sul gioco. Quindi qualcuno ancora lavora a Chronicles of Elyria, e quindi il gioco non può essere refundato, perché tecnicamente non è morto.
Dopo aver dimostrato tanto acume logico, Walsh ha affermato che altre “sei persone circa”, sei ex sviluppatori, si sono offerti volontari per continuare a sviluppare il prodotto, e al momento è al lavoro su un piano (l’ennesimo) per “trovare un potenziale partner/investitore in modo da offrire ai giocatori una versione di prova giocabile”.
Ad Asczor piace videogiocare e soprattutto videogiocare bene. I giochi per lui vanno fruiti sfruttandoli fino in fondo al meglio delle proprie capacità. È per questo che Asczor s’incazza, e non poco, quando i giochi non rispettano i suoi standard di qualità. Però ha sempre le sue buone ragioni per farlo e, al contrario, non manca mai di lodare i giochi meritevoli. Peccato che siano davvero pochi.
ma tanto è orribile perche sprecare tempo questi non stanno bene